FIMP NEWS

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A cura di Giovanni Lenzi, coordinatore nazionale Gruppo di Studio Audiologia FIMP

La sordità infantile (ipoacusia), a volte anche congenita, mette a rischio lo sviluppo cognitivo e linguistico del bambino, ma non sempre è diagnosticata alla nascita. Per gli esperti, ritardo diagnostico, famiglie disattente e strutture sanitarie inadeguate sono gli elementi che interferiscono nel processo di recupero.

L’appello, lanciato a Villa Magnisi durante un convegno sull’audiologia infantile, è che in Sicilia si intervenga presto, creando un centro di cura di riferimento dotato degli strumenti necessari, a partire dagli impianti cocleari, e attivando programmi di screening uditivo neonatale in tutti i centri nascita del territorio.

“Pur essendo un fenomeno molto diffuso si parla poco di sordità, ancora meno di ipoacusia infantile – ha detto il presidente dell’Ordine dei medici Toti Amato di Palermo – Eppure è un problema che tocca tante persone e non c’è fascia d’età immune. La medicina ha fatto grandi passi in avanti, ma poco conosciuti dalla maggioranza delle persone. Così si resta dell’idea che, a parte gli apparecchi acustici, non esistano altri modi per ridurre o guarire il deficit uditivo, quando invece esistono protesi e interventi chirurgici in grado di restituire una buona funzione uditiva. Per questo è necessario informare pediatri e famiglie, incoraggiandoli alla sorveglianza dell’udito”.

A tracciare il quadro generale Francesco Martines, responsabile dell’audiologia infantile presso la U.O.S.D. del Policlinico di Palermo: “Ogni sordità, anche se lieve, deve sempre indurre il pediatra ad un approfondimento. Ci sono sordità che passano inosservate e che vengono rilevate solo casualmente durante un controllo medico, soprattutto nei bambini dai 5 ai 10 anni, poco consapevoli del loro problema. A volte si tratta di un problema congenito già presente alla nascita, e il ritardo della diagnosi può impedire uno sviluppo cognitivo e linguistico corretto. I dati rilevati confermano che i bambini diagnosticati precocemente prima dei 13 mesi, se supportati bene dalle famiglie, recuperano meglio rispetto ai bambini diagnosticati dopo gli stessi mesi. A Palermo, negli ultimi due anni, ne abbiamo diagnosticato una cinquantina con meno di un anno di età, di cui un terzo con perdita uditiva monolaterale, che pur non essendo invalidante per lo Stato, se non trattati adeguatamente sono a rischio, a partire dall’apprendimento a scuola. Da qui, l’importanza di un controllo attento e ripetuto del bambino, almeno tre volte l’anno, e la necessità di avere una struttura di riferimento adeguata, senza le estenuanti liste di attesa, in grado di attivare un percorso riabilitativo”.

“Diversamente – ha spiegato Francesco Dispenza, esperto di chirurgia dell’orecchio al Policlinico di Palermo presso la U.O. Otorinolaringoiatra – continuerà la migrazione delle famiglie verso altre strutture di cura, fuori dalla Sicilia, aggravando i costi della sanità regionale. Il Servizio sanitario nazionale, ad esempio, garantisce praticamente tutti gli interventi a carico del sistema uditivo, compreso gli impianti cocleari che nel nostro territorio mancano, nonostante siano fondamentali per raggiungere in certi casi il risultato. In Italia, L’incidenza la sordità nei neonati è stimata in 1-2 casi su 1.000 nati, ma l’indagine ha riguardato un numero ristretto di bambini sottoposti a screening uditivo in maniera disomogenea in tutto il territorio. Sarebbe importante realizzarli in Sicilia per conoscere l’incidenza e la portata della malattia per una valutazione precisa”.

Fonte: insalutenews.it

(da Eurosurveillance vol 24, numero 14, 4 aprile 2019)

A cura di  Giorgio Conforti, Coordinatore Nazionale FIMP Area Vaccini e Vaccinazioni 

I vaccini anti-meningococchi disponibili per la prevenzione delle gravi malattie da essi determinate sono disponibili a partire dal 2005 (anti-MenC) dal 2008 (tetravalente anti A C W Y) e 2014 (anti-MenB). 

La casistica in Europa: l’entrata dei vaccini anti-meningococco nelle schedule vaccinali dei vari paesi ha consentito un calo in numeri assoluti specie per il sierotipo C pur considerando le fluttuazioni che tale germe ha già avuto negli anni e l’affinamento della diagnosi passata dall’esame colturale a quello tramite PCR. 

Nonostante ciò il presente lavoro (vedi allegato), comparso il mese scorso su Eurosurveillance e che raccoglie la casistica di 13 paesi europei, evidenzia come sia aumentata l’incidenza del sierogruppo W e in particolare del suo clone ipervirulento cc11. 

Di seguito vengono riportate 4 cartine europee dalle quali si evince l’incidenza delle forme invasive totali, del sierotipo W, della sua proporzione rispetto alle altre e l’incidenza del clone 

Le prime segnalazioni sono avvenute in Gran Bretagna cui sono seguite altre in Svezia e in Olanda: alcuni pazienti hanno accusato gravi sintomi gastrointestinali, cosa non comune per le forme di meningiti dovute a altri sierotipi, con mortalità doppia rispetto agli altri e con età di comparsa negli adulti giovani più che nei bambini.

Lo studio presentato indice alla necessità di una sorveglianza siero tipica uniforme in tutti i paesi europei anche per giungere a decisioni di modifiche delle schedule vaccinali che tengano presenti i dati epidemiologici via via resi disponibili ad esempio per la raccomandazione del vaccino antimeningococco quadrivalente in età adolescenziale e un suo eventuale booster successivo.

A cura di Marco Granchi, Area Ambiente e Salute FIMP

Dai vestiti alle bottiglie, passando per cosmetici e imballaggi siamo immersi in un mondo di plastica.

La plastica una volta finito il suo compito, finisce molto spesso nei nostri mari. Sono oltre 8 milioni le tonnellate che ogni anno vengono riversate in mare. Di questi il 60%va sul fondale, il 20%rimane sulle spiagge e il 20% rimane a galleggiare sulla superficie del mare.

E anche se i dati del riciclo sono più confortevoli in Europa (30%) rispetto al resto del mondo (5%) la plastica conferita in discarica e da qui tramite l’aria e il terreno in mare rappresenta un problema veramente enorme.

Le plastiche sono costituite da macromolecole dette polimeri scomponibili in monomeri.

I differenti tipi di plastica differiscono per l’aspetto, la composizione e la destinazione di uso.

Esse si possono differenziare in.

PE (polietilene): usato per la produzione di sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per spazzatura, giocattoli…

PP (polipropilene): usato per oggetti per arredamento, contenitori per alimenti, flaconi per detersivi, prodotti per igiene personale, mobili da giardino…

PVC (cloruro di polivinile): usato per vaschette per uova, tubazioni, pellicole isolanti tanto che si trova anche nei muri delle case, porte, finestre…

PET (polietilentereftalato): bottiglie di bibite e acque minerali, fibre sintetiche….

PS (polistirene, meglio noto come polistirolo): vaschette per alimenti, posate, piatti, tappi, imballaggi…

Attenzione: tutti i contenitori che NON recano le sigle PE, PET, PVC più tutti i contenitori che presentano residui di materiali organici (es. cibo) o di sostanze pericolose (vernici, colle, etc…) più altri numerosi materiali NON è plastica riciclabile!!!!!

Lo smaltimento della plastica può essere effettuato attraverso il recupero o il riciclo.

Con questi meccanismi è possibile ottenere non solo nuovi prodotti riutilizzabili ma anche energia, calore ed elettricità. In particolare il recupero energetico prevede di riutilizzare l’energia contenuta nei rifiuti plastici, che le deriva dal petrolio ed è interamente sfruttabile. La plastica infatti ha un potere calorifico paragonabile a quello del carbone.

La plastica non è però biodegradabile, ed esposta alla luce del sole, lentamente si decompone in piccoli frammenti, che soffocano o intrappolano gli organismi marini. Questi sono vittime della parte più subdola della plastica di dimensione inferiore ai 5 mm (microplastica)che viene scambiata come cibo. Se a questo si aggiunge anche le nano plastiche (inferiori a 100 nanometri) si capisce come tali sostanze si accumulino nei tessuti di pesci, molluschi, crostacei e arrivino sino a noi.

Ricerche dell’Algalita Marine Research Foundation effettuando prelievi in acque a vari livelli di profondità e analizzando il contenuto, ha evidenziato che la quantità di micro particelle di plastica superava la percentuale di zoo plancton da 6 a 30 volte nelle aree maggiormente contaminate.

E dal momento che le plastiche sono sorgenti di inquinamento organico per POP’s (Persistent Organic PollutantS), ftalati, additivi chimici, metalli pesanti …, si capisce come, elementi che interferiscono con il sistema immunitario, cancerogeni, interferenti endocrini possono contaminare la catena alimentare nostra e molto più pericolosamente quella dei nostri piccoli pazienti, causando danni irreparabili. Molti oltretutto, di questi elementi tossici, possono superare la barriera placentare e attraverso l’alterazione dell’epigenoma dei gameti possono manifestare danni anche in generazioni successive non esposte direttamente.

Ripulire i mari da questo tipo di inquinamento pulviscolare è un’impresa destinata al fallimento. L’unica possibilità è tagliarne drasticamente la produzione (un semplice lavaggio in lavatrice di indumenti sintetici genera circa duemila frammenti di plastica) promuovendo e incentivando fattivamente una raccolta differenziata.

Anche il pediatra deve conoscere questa problematica così complessa e sensibilizzare i genitori e i pazienti all’uso oculato e al riciclo di sostanze tanto importante quanto pericolose, se vengono mal gestite.

Affrontare il problema dell’inquinamento da plastica è possibile ma questo richiede l’impegno e la collaborazione di tutti: istituzioni, imprese e individui. In questo contesto, il Pediatra può mettere in campo le sue forze, cooperando per risolvere e gestire questa emergenza, a difesa della salute dei piccoli pazienti e delle generazioni future.

Martedì, 16 Aprile 2019 09:24

Il pediatra e l’andrologia

A cura di Antonino Gulino, Segreteria Scientifica Nazionale FIMP

L’andrologia è stata considerata in passato la specialità medica che si occupa del maschio adulto e del suo apparato riproduttivo, oggi questa definizione appare estremamente limitativa se non errata. Infatti molte delle patologie andrologiche dell’adulto hanno origine in età pediatrica e talvolta addirittura durante la gravidanza. La gonade maschile è un organo particolarmente delicato ed estremamente suscettibile a noxae patogene già in epoca gestazionale. La valutazione andrologica va pertanto inserita all’interno dei bilanci di salute del pediatra, al fine di individuare precocemente quelle patologie che possono compromettere non solo la vita sessuale futura del bambino ma anche la sua capacità riproduttiva.

Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo declino della fertilità maschile e, attualmente, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’infertilità interessa fino al 15% delle coppie italiane e, in circa la metà dei casi, sono i maschi responsabili del problema. Nostro compito di pediatri è pertanto di farci carico di questa problematica, individuare e se possibile prevenire queste patologie.

Una delle patologie andrologiche più frequenti nel bambino è certamente il criptorchidismo congenito, da riconoscere e trattare precocemente in quanto è uno dei principali fattori di rischio per infertilità e neoplasia testicolare in età adulta . Una patologia da non trascurare è il “testicolo in ascensore o ascending testis“ o criptorchidismo acquisito , in questo caso il testicolo non è criptorchide alla nascita ma risale stabilmente nel canale inguinale in epoca successiva.

Nel neonato e nei bambini più piccoli frequentemente riscontriamo la presenza di un “idrocele”, in genere è congenito ed è spesso causato da una mancata obliterazione del dotto peritoneo-vaginale. Questa condizione va monitorata in quanto nei primi 2 anni di vita va incontro ad un riassorbimento spontaneo della raccolta fluida, ma se persiste è bene ricordare che la pressione idrostatica della raccolta liquida può superare quella dei vasi sanguigni scrotali con riduzione del flusso ematico e sofferenza del testicolo fino all’atrofia.

Un’altra patologia di frequente riscontro alla nascita è l’ipospadia, è dovuta a un’incompleta fusione delle pieghe uretrali con conseguente incompleta tubularizzazione dell’uretra, sbocco ventrale dell’uretra nel glande, nello scroto o nel perineo, se non trattata chirurgicamente può dare nell’adulto turbe eiaculatorie . Un deficit androgenico durante la fase della differenziazione può determinare micropene; alla nascita la lunghezza del pene è di circa 3 cm, durante l’infanzia la crescita è scarsa, mentre è massima durante l’età puberale. Meno comune è la “torsione del pene” lungo il suo asse longitudinale; è dovuta ad anomalie dei corpi cavernosi, disgenesia dei fasci fibrosi degli involucri penieni, quando la rotazione è maggiore di 60° è necessaria la terapia chirurgica.

Una situazione clinica piuttosto comune nel nostro quotidiano professionale è la “fimosi”, è dovuta all’impossibilità a retrarre il prepuzio sul glande. Ricordiamo che è fisiologica nei primi anni di vita, patologica quando il prepuzio non è retrattile alla pubertà o quando la fimosi è acquisita. Può dare dolore minzionale, ricorrenti infezioni delle vie urinarie, dolore all’erezione. Il trattamento si giova dell’uso di creme al cortisone ma nel 5% dei casi, il trattamento è chirurgico.

Una situazione di emergenza è invece la “Torsione testicolare”, frequente in età pediatrica, in particolare in età neonatale. Si presenta con dolore violento e improvviso, tumefazione testicolare con iperemia della cute sovrastante, nausea e vomito; il testicolo colpito appare sollevato e in posizione trasversale. All’ecocolordoppler il flusso ematico testicolare è scarso o abolito. La terapia di elezione è la detorsione chirurgica seguita da orchidopessi entro 6 ore.

Un’attenzione particolare merita l’ipogonadismo. In relazione alla etio-patogenesi, possiamo distinguere l’ipogonadismo in primitivo o ipergonadotropo, se la causa è primitivamente testicolare, secondario o ipogonadotropo, se l’alterazione risiede a livello ipotalamo-ipofisario. L’ipogonadismo primitivo si presenta con un quadro clinico diverso in funzione del momento della sua insorgenza. Alla nascita si può riscontrare la presenza di genitali ambigui, di micropene e/o criptorchidismo; in questa situazione è utile eseguire un dosaggio ormonale (FSH, LH, Testosterone). In epoca puberale è importante monitorare il timing di inizio dello sviluppo puberale e testicolare, con l’introduzione di uno specifico Bilancio di salute in età adolescenziale (13-14 anni). E’ necessario attenzionare in particolare l’assenza, il ritardo o l’arresto dello sviluppo puberale, le alterazioni nello sviluppo testicolare e dei caratteri sessuali secondari, ma anche le proporzioni corporee di tipo eunucoide, la voce infantile, il ritardo dello sviluppo osseo, in questi casi è necessario eseguire un dosaggio dell’FSH, dell’LH e del Testosterone e, se possibile, un esame del liquido seminale. Nostro compito è effettuare periodicamente la misurazione del volume testicolare con orchidometro di Prader o con ecometria testicolare. Nel sospetto di una forma di ipogonadismo su base genetica è indicata l’esecuzione di indagini genetiche (cariotipo, FISH, Array-CGH, analisi di geni specifici). La forma più comune di ipogonadismo su base genetica con fenotipo maschile è la sindrome di Klinefelter. E’ caratterizzata dalla presenza di un cromosoma X sopranumerario. Ha una frequenza di circa 1 caso ogni 500-1000 neonati maschi e l’incidenza è più alta, dell’1%, nei soggetti con ritardo mentale. I segni clinici della sindrome compaiono solitamente in epoca puberale, ossia quando si verifica il fisiologico aumento della produzione di gonadotropine, non seguito, tuttavia, dall’ingrandimento dei tubuli seminiferi (da cui dipende il volume testicolare). I soggetti con sindrome di Klinefelter presentano testicoli piccoli e di consistenza aumentata (a volte sono palpabili solo delle benderelle fibrose); le dimensioni del pene sono variabili, ma più frequentemente nella norma, riduzione della crescita dei peli del viso e del dorso, ginecomastia, alterazione delle proporzioni scheletriche, aumento della massa grassa e riduzione di quella muscolare.

In ultimo va ricordato il varicocele, rappresenta la più frequente causa di infertilità maschile, ma si può correggere chirurgicamente. Si osserva già in epoca pediatrica-adolescenziale ed i segni premonitori possono essere identificati già nella prima infanzia. Asintomatico in età pediatrica, oggi viene diagnosticato il più delle volte occasionalmente, per difetto di screening sistematici.

Questa situazione è comune a molte delle patologie andrologiche che si manifestano in epoca puberale, infatti secondo un’indagine condotta recentemente dall’ISS , meno del 5% dei giovani maschi italiani si sottopone ad una visita medico/andrologica prima dei venti anni. Situazione resa ancora più grave dal fatto che l’adolescente vive spesso un vuoto assistenziale, in un periodo della vita molto vulnerabile, in quanto la presa in carico da parte del medico di medicina generale avviene senza un reale ed adeguato percorso condiviso con il pediatra, medico di riferimento fin dalla nascita.

Martedì, 16 Aprile 2019 09:22

Novel food: cosa metteremo nel piatto?

A cura di Adima Lamborghini, coordinatore nazionale FIMP Area Alimentazione e Nutrizione

Prima di spaventarci al pensiero dei prodotti innovativi che saranno il nostro cibo del futuro, è opportuno sapere cosa si intende per “Novel food”. Sono così denominati alimenti o ingredienti che non sono stati presenti comunemente tra quelli diffusi in Europa prima del 1997, anno in cui la Comunità Europea ha iniziato a normare questo argomento.

Fanno parte di questa categoria anche i cosiddetti “alimenti tradizionali” cioè prodotti che fanno parte della alimentazione quotidiana di popolazioni di altri continenti, ma non erano entrati nell’uso in Europa. Si tratta di prodotti, soprattutto di tipo proteico, destinati a diventare sostituti delle proteine animali, il cui costo di produzione non sarà sostenibile alla luce delle prospettive demografiche. Molti di questi prodotti sono derivati da insetti, alghe , colza, piante acquatiche, su cui la Legislazione dispone controlli stretti sulla possibile presenza di contaminati chimici o batteriologici, sul metodo di produzione o di lavorazione e sulla potenziale allergenicità. La varietà dei “novel food” è molto ampia e comprende prodotti noti, come i semi di chia, oli vegetali di piante extraeuropee, derivati da animali marini, ma anche cibi o nutrienti ottenuti attraverso trattamenti particolari (per esempio i raggi UV) o che includono nanomateriali, particelle piccolissime di dimensioni uguali o inferiori ai 100 nanometri. Nell’alimentazione infantile queste innovazioni comporteranno significative modifiche e l’aggiunta di nuovi ingredienti, così come la loro aggiunta o riduzione in quantità che alteri le proporzioni dei normali costituenti di un alimento, dovrà avvenire sotto controllo in modo da garantirne I benefici, la sicurezza e la opportunità di somministrarlo nei bambini. Nel 2012 l’ESPGHAN ha pubblicato due Position Papers dove fornisce le raccomandazioni per I clinical trial che devono precedere la diffusione di alimenti per l’infanzia ed in particolare le formule per lattanti.

Giovedì, 28 Marzo 2019 09:10

INQUINAMENTO INDOOR

Commenti, integrazioni e approfondimenti relativi al Poster Fimp Ambiente e Salute

A cura di Leo Venturelli, coordinatore e Ottavio Balducci, Marisa Bobbio, Vincenzo Caruso, Mirella Di Matteo, Priene Galvao, Laura Matteucci, Rosalba Mischi, Beppe Primavera, Giuseppe Ragnatela, Fabiola Salvetti, Giuseppina Scatena, Fabio Severi.

La casa è il luogo dove un bambino passa la maggioranza del suo tempo, basti pensare che solo per dormirci quasi tutte le persone in casa ci stanno per circa il 50% della giornata. Si è calcolato che un bambino stia in casa per l’80% del tempo. L’inquinamento domestico può essere dalle 10 alle 50 volte superiore a quello esterno: l’inquinamento dell’aria proveniente dall’esterno si somma a quello prodotto in casa, per questo la casa deve essere accogliente e sicura, anche dal punto di vista delle sostanze inquinanti e tossiche per la salute.

Ci sono rischi a vivere chiusi in casa?

I dati della letteratura confermano che i bambini (ma anche gli adulti) hanno maggiore possibilità di manifestare infezioni respiratorie, di peggiorare situazioni croniche come l’asma e, nel lungo termine, di avere un rischio più elevato di sviluppare tumori.

Nel manifesto si danno consigli ai genitori per diminuire o annullare i rischi, perché bastano poche azioni semplici ma determinate per migliorare l’ambiente. Alcuni consigli valgono per tutta la casa e sono legati alla manutenzione generale, altri sono suddivisi per ambienti per rendere più evidente e leggibile il manifesto.

Qui di seguito si riprendono i consigli in modo sequenziale, senza far riferimento agli ambienti:

Ricambio d’aria: è doveroso eseguirlo almeno ogni 3-4 ore di giorno e durante le attività domestiche: sostanze come monossido di carbonio (dai fornelli), ozono (dagli elettrodomestici), formaldeide (da mobili, detersivi, vernici), radon dal sottosuolo (che varia dal luogo di residenza ad un altro) inquinano l’ambiente interno e determinano danni all’apparato respiratorio e cancro.

Fumo passivo di seconda e terza mano: il bambino respira la cenere e i composti di combustione del tabacco se sta vicino ad un fumatore (fumo di seconda mano) o se tocca e si appoggia a indumenti indossati da chi ha fumato (fumo di terza mano). Il fumo è dannoso perché contiene sostanze cancerogene e irritanti per l’apparato respiratorio: i bambini sono più esposti ad asma e bronchiti. Nelle donne in gravidanza potrebbe indurre un parto pre-termine con la nascita di un neonato di basso peso.

Manutenzione della caldaia e dei filtri del condizionatore: la pulizia dei filtri e la manutenzione evita cariche elevate di funghi, batteri, allergeni e monossido di carbonio, riducendo le malattie dell’apparato respiratorio

Mobili di arredamento: materiali di legno non trattato o di qualità sono preferibili quando si rinnova una stanza, un ambiente: i mobili nuovi, in particolare quelli costituiti da pannelli di legno trattato con resine, rilasciano formaldeide, sostanza ad azione nociva sull’apparato respiratorio. Vale la pena ricordare ai genitori di effettuare ricambi d’aria frequenti nelle due settimane successive alla presenza di mobili nuovi.

 Colori e vernici: utilizzate nella imbiancatura dei locali, emettono composti organici volatili (VOC), tra cui formaldeide, benzene, toluene che possono causare allergie e cefalea: per questo si consigliano pitture ad acqua, più ecologiche.

Temperatura della casa: dovrebbe aggirarsi sui 19-20 °C e l’umidità relativa essere intorno al 50%. Queste sono condizioni in cui l’organismo si trova a suo agio e respira meglio.

Muffe sui muri e le pareti: il bagno è il classico ambiente in cui si forma condensa e umidità, condizioni che favoriscono il proliferare di muffe: l’ambiente umido determina affaticamento, le muffe producono micotossine, che favoriscono l’insorgenza di asma e problemi respiratori. Consigliare di arieggiare i locali per favorisce il ricambio d’aria e ridurre la proliferazione di micotossine.

 Animali in casa: concessi a patto che vengano puliti frequentemente, soprattutto se girano per casa, ma anche all’esterno: cani e gatti, specie a pelo lungo, possono essere vettori di acari della polvere, parassiti, inquinanti chimici raccolti col pelo.

Prodotti contro zanzare, parassiti, mosche: è utile evitare insetticidi chimici, che contengono composti organo-clorurati, cancerogeni e allergizzanti; consigliare insetticidi contenenti sostanze a base di piretro naturale, olii essenziali come la citronella, limone, piante aromatiche (incenso, geranio).

Prodotti per la pulizia e l’igiene: consigliare detergenti naturali a base di aceto, limone, bicarbonato, tè per la pulizia di stoviglie e arredi: I detergenti chimici contengono butoxyethanolo, molto irritante per gli occhi, formaldeide, dall’effetto cancerogeno. Il potere detersivo della teina o dell’aceto è maggiore che in qualunque altro prodotto chimico, e fa meno male.

Contenitori per conservazione dei cibi: privilegiare vetro e ceramica per acqua e cibo. La plastica specie a temperature elevate, libera Bisfenolo A, che produce effetti ormono-simile, alterando lo sviluppo sessuale, la funzionalità tiroidea, il sistema nervoso ed il sistema immunitario.

Pentole e contenitori: consigliare preferibilmente pentole in acciaio per la cottura dei cibi; ricordare che le pentole antiaderenti rivestite in teflon devono essere buttate quando si rigano, in quanto Il teflon libera i perflorurati, interferenti endocrini, con possibile danno a tiroide, fegato, apparato riproduttivo. Evitare pure pentole e contenitori di alluminio per le cotture e la conservazione di alimenti acidi. L’ossido di alluminio ad elevate temperature e a contatto con cibi acidi come il limone, i pomodori o le sostanze gassate migra negli alimenti. Si accumula poi nel cervello, nel polmone, nei reni, nella tiroide e nelle ossa. Preferire i contenitori in vetro.

Cappa di ventilazione: quando si cucina, la cappa aspira prodotti della combustione come monossido di carbonio, ossidi di azoto e biossido di zolfo, dannosi per i polmoni.

Pavimenti, moquette e tappeti: consigliare la pulizia frequente per evitare il ristagno della polvere e degli acari: nella polvere sui pavimenti e sui tappeti si accumulano i polibromodifenileteri, presenti in mobili, tendaggi e imbottiture con schiume: sono interferenti endocrini che interferiscono con la funzionalità tiroidea e con il neurosviluppo. Gli acari presenti in gran quantità nella polvere sono responsabili di allergie e di dermatiti.

Tendaggi: devono essere lavati di frequente perchè possono contenere e rilasciare nell’ambiente ritardanti di fiamma bromurati, coloranti azoici, con azione interferente endocrina e possibili danni alla tiroide e al neuro-sviluppo. Inoltre vi si possono accumulare polveri e acari della polvere, spesso responsabili di allergie

Profumi, fumi di candela: ricordare che l’uso di candele colorate, incensi, diffusori di profumi determina dimunizione di ossigeno nella stanza. Disperdono nell’ambiente cromo, piombo, metalli pesanti tossici per tutte le cellule dell’organismo; se inalati o ingeriti, possono causare problemi respiratori e anemia.

Camini e stufe: bisogna controllare la perfetta aerazione della cappa fumaria, non bruciare carte plasticate, arieggiare dopo l’uso. La combustione determina la produzione di monossido di carbonio, tossico per i bronchi, Idrocarburi policiclici ad azione cancerogena; in molti comuni le combustioni da legna sono proibite per il danno da inquinamento ambientale, secondo normative comunali che possono variare da luogo a luogo.

Detergenti per l’igiene personale: raccomandati quelli con poca schiuma e poco profumo. La schiuma contiene sostanze come triclosan, lauramide, isopropile , etanolamide, a rischio endocrino, cancerogeno, oltre che irritativo per la pelle.
Smalti per unghie e acetone: evitare di lasciare lo smalto aperto, determina vapori di toluene, sostanza cancerogena. L’acetone è una sostanza irritante per le vie respiratorie, può causare attacchi di asma

Apparecchi elettronici: non lasciare gli smartphone, i computer nelle stanze da letto: le onde elettromagnetiche (CEM) sono fortemente sospettate di determinare neurinomi, cefalea.

Rumori o suoni: il volume elevato determina danno acustico. Le cellule deputate alla percezione del suono non si rinnovano e muoiono con l’esposizione a rumori ad elevato volume (sopra ai 90 dB). Ricordare anche di tenere bassi i volumi dei giocattoli sonori che molti bambini nei primi anni di vita si portano vicino all’orecchio.

Materiali per il disegno: consigliare l’uso di pennarelli, evidenziatori e colori ad acqua. I colori ad acqua sono innocui, rispetto a quelli ad olio e ai pennarelli che contengono inquinanti chimici irritativi, causa di dermatiti e congiuntiviti

Stampanti laser e fotocopiatrici: si devono arieggiare i locali dopo l’uso ed evitare di posizionarli nella stanza da letto del bambino. Il toner produce polveri contenenti xilolo, toluolo, altri agenti chimici ad azione tossica respiratoria e cancerogena. E’ buona norma tenere la stampante lontana dalle stanze da letto.

Giocattoli: devono essere sicuri e atossici, possibilmente con marchio C E, IMQ, giocattolo sicuro ed adeguati all’età del bambino. Sotto i 3 anni esiste apposita certificazione: “Non adatto a bambini di età inferiore a 36 mesi” ; molti giocattoli non certificati contengono ftalati, sostanze che ne migliorano la plasticità, ma purtroppo hanno una azione sregolante endocrina con effetti negativi sull’apparato riproduttivo.

Prodotti per orto e giardino: non usare o limitare al massimo insetticidi in giardino o pesticidi nell’orto: i pesticidi contengono organofosforati (glifosato) e fenoli ad azione mutagena e tossici per fegato, reni. Gli insetticidi contengono organoclorurati (clorpirifos) con effetti tossici a reni, fegato, cervello

Una raccomandazione: ricordare al genitore quanto sia importante sensibilizzare anche le istituzioni (consiglio di istituto) della scuola del bambino per avere anche tra i banchi un ambiente salubre e pulito.

Per saperne di più:

Inquinamento indoor, il vademecum dell’ISS, visto in http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&id=2812

“La sostenibilità dell’ambiente abitato”, position paper ISDE, visto in https://www.isde.it/wp-content/uploads/2015/06/POSITION-PAPER-Salute-Urbanistica-TOTALE-2013.pdf

Inquinamento indoor: aspetti generali e casi studio in Italia, ISPRA, visto in http://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00010300/10392-rapporto-117-2010.pdf/

Inquinamento indoor. Manuale per la prevenzione, EPC ed., visto in https://www.epc.it/contenuti/Inquinamento_indoor_sito.pdf

Mercoledì, 27 Marzo 2019 11:07

L’uomo che trema - Andrea Pomella

L’uomo che trema

Andrea Pomella

Einaudi, 2018. 18,50 euro

"L’uomo? È una cosa che trema". L’uomo che ho visto nel mio personale viaggio al termine della notte non trema per paura, né per febbre, né per fragilità. L’uomo trema perché è vivo» Così dice l’autore in una intervista radiofonica.

Il libro di Pomella è un memoriale sulla depressione, autoanalitico, esplicito, che non richiede al lettore di rispecchiarsi o di immedesimarsi, ma di seguire il racconto della malattia, il racconto di sé che ne fa l’autore.  La cronaca di questa depressione, per certi aspetti, è di ghiaccio, come se solo la distanza tra "sé" e le "cose" potesse permettere di attraversare il deserto della malattia, e emozionare nel profondo il lettore. L’ obiettivo di Pomella non è raccontare la depressione ma la malattia è solo un mezzo e il vero obiettivo è descrivere la realtà attraverso gli occhi di un depresso.

Il memoir prende l’avvio da un picco depressivo datato  giugno 2017 (anche se l’autore confessa  una frequentazione di lunga durata con la depressione), momento in cui improvvisamente avverte una totale assenza di senso, di significato, una desertificazione della realtà, dei sentimenti, degli affetti;  di fronte a questo  prova un grande spavento ed inizia la narrazione della sua malattia e di come ha superato questo suo picco di depressione maggiore, usando tutte le armi che aveva a disposizione: l’intelligenza, la forza delle parole, la letteratura, l’arte, la musica, l’ironia.

"Quando ho iniziato a scrivere 'L’uomo che trema' mi sono circondato di opere d’arte, di film, di libri, le piccole coperte con cui cercavo protezione"  racconta Andrea Pomella : sono  i film (da Melancholia di Lars Von Trier a The Tree of Life di Terrence Malick), le canzoni (in particolare quelle di Elliott Smith, morto suicida) e naturalmente le letture (in primis Giuseppe Berto, e le  opere di saggistica di David Foster Wallace) di cui ci parla nel libro.

La depressione, secondo i calcoli dell’OMS, interessa circa 322 milioni di persone di ogni età ed ogni parte del mondo. Si stimano in circa 800.000 i suicidi ogni anno e questi sono la seconda causa di morte nella fascia di età 15-29 anni. Circa il 2% dei bambini ed il 5% degli adolescenti soffrono di depressione maggiore ed i numeri sono in costante aumento.

Infine, nel libro, due persone risultano particolarmente importanti nel superamento della depressione (oltre agli antidepressivi!): la moglie Grazia, santa e paziente donna,  ed il figlio Mario di sette anni;  il figlio, che gli chiede spesso “papà, come stai?”, empatico, tranquillo, maturo, con cui Pomella trascorre ore a giocare serenamente con i lego Star War.

Fabrizio Fusco

A cura di Giovanni Vitali Rosati, Area Vaccini e Vaccinazioni 

In Toscana nel 2018 abbiamo superato la soglia del 95% per le vaccinazioni pediatriche, che l'Oms, Organizzazione mondiale della sanità, indica come necessaria perchè sia raggiunto l'"effetto gregge". I dati aggiornati sulle vaccinazioni (che entro il 15 febbraio tutte le Regioni dovevano comunicare al Ministero della salute, e che saranno ufficializzati dopo la verifica da parte del Ministero stesso) sono stati resi noti dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo Calendario vaccinale, varato dalla Regione con una delibera approvata nell'ultima seduta di giunta. "Questi dati relativi al 2018 - ha detto l'assessore Saccardi - confermano gli effetti positivi prodotti sulle coperture vaccinali dalle leggi, nazionale e regionale, che hanno introdotto misure più stringenti sull'obbligo vaccinale. Rispetto al 2017, la copertura per l'esavalente è aumentata di oltre un punto percentuale, superando il 96%. Risultati ancora migliori sono stati raggiunti per morbillo, parotite e rosolia. E anche le altre vaccinazioni mostrano un trend positivo". 

Dobbiamo dire che tutti i pediatri toscani sono molto contenti di questo risultato

I nostri colleghi si sono molto impegnati ottenendo un ottimo risultato.

L’adesione al progetto è stata di oltre il 66% di loro ha aderito alle vaccinazioni. Ora, dobbiamo lavorate per migliorare la promozione della vaccinazione contro il rotavirus . che nel PNV ha un obiettivo per il 2019 del 75% e per il 2020 del 95% e che ancora stenta ad ottenere consensi.

L’esperienza della regione Toscana ci riempie di soddisfazione infatti è' il frutto di un lavoro severo, di squadra, un lavoro di team, con i pediatri in prima linea.

Mercoledì, 27 Marzo 2019 10:19

La salute cardiovascolare inizia da bambini

A cura di Gianfranco Trapani, Domenico Careddu, gruppo di studio CAM

 

La Dieta Mediterranea è considerata uno stile alimentare e di vita che riduce il rischio di malattia cardiovascolare, tumore mammario e diabete mellito di tipo 2. (1)

L’olio di oliva extravergine (EVOO) rappresenta la principale fonte di grassi nella Dieta Mediterranea. (2)

Per avere benefici nell’adulto, l’assunzione di olio EVOO deve iniziare dalla gravidanza e dai primi mesi di vita del bambino.  I benefici ottenuti con il consumo di EVOO, sono dovuti al suo contenuto in acido oleico, e di componenti minori, e tra questi i polifenoli che hanno importanti attività antiossidanti (3).  Il ruolo dei polifenoli dell’EVOO per la protezione dallo stress ossidativo dei lipidi ematici, è uno dei claim salutistici autorizzati dall’ European Food Safety Authority (EFSA) (Commission Regulation (EU) 432/2012). L’EVOO deve contenere almeno 5 mg di idrossitirosolo e dei suoi derivati ogni 20 g di olio di oliva. L’introduzione giornaliera deve arrivare almeno a 20 g di EVOO (4).

In letteratura sono molto numerosi gli studi che dimostrano l’effetto positivo dell’EVOO sulla salute cardiovascolare. Il consumo di EVOO è associato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, non solo per il contenuto di acido oleico, ma anche per i suoi costituenti minori polifenoli e vitamine, che, tra le altre attività, hanno azione positiva contro l’ossidazione delle Low-Density Lipoprotein (LDL). (5)

In un gruppo di giovani donne con ipertensione essenziale di grado 1, o con pressione normale alta, confrontando il consumo di EVOO ricco in polifenoli, rispetto ad un olio di oliva senza polifenoli, è stato visto che il primo era in grado di ridurre la pressione arteriosa e migliorare le funzioni dell’endotelio. (6)

In un braccio dello studio PREvención con DIeta MEDiterránea (PREDIMED), Dieta Mediterranea supplementata con Olio Extravergine Di Oliva (EVOO), osservando adulti ad alto rischio di patologia cardiovascolare, sono stati evidenziati effetti positivi sui markers dell’infiammazione correlati all’aterogenesi, a breve ed a lungo termine. (7)

In Gran Bretagna, la promozione della dieta Mediterranea, con l’uso dei grassi caratteristici come EVOO, grassi del pesce  e frutta a guscio è stata associata ad una significativa riduzione delle malattie e delle morti con cause cardiovascolari (EPIC –Norfolk Study).(8, 9 ). Negli Stati Uniti gli US National Institutes of Health stanno valutando l’impatto nel Paese della Dieta Mediterranea (che ha come principale fonte di grassi l’EVOO), sulle malattie cardiovascolari e sulle altre Non Communicable Diseases (NCDs) (10)

L’EVOO di Alta Qualità, per avere caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche, deve essere ottenuto da olive al giusto grado di maturazione (cambio colore oliva da verde a marrone), trattate entro poche ore dalla raccolta, con procedimenti meccanici, senza uso di calore e di solventi chimici (11), deve essere conservato al fresco (18/20°C) in luogo fresco e buio.

Bibliografia

  1. Bloomfield H, Koeller E, Greer N, MacDonald R, Kane R, Wilt T. Effects on Health Outcomes of a Mediterranean Diet With No Restriction on Fat Intake: A Systematic Review and Meta-analysis. Annals Of Internal Medicine. October 4, 2016;165(7):491-500.
  2. Willett WC, Sacks F, Trichopoulou A, Drescher G, Ferro-Luzzi A, Helsing E, Trichopoulos D. Mediterranean diet pyramid: a cultural model for healthy eating. Am J Clin Nutr. 1995; 1402S-1406S.
  3. de la Torre-Carbot K, Jauregui O, Gimeno E, Castellote A, Lamuela-Raventós R, López-Sabater M. Characterization and quantification of phenolic compounds in olive oils by solid-phase extraction, HPLC-DAD, and HPLC-MS/MS. J Agric Food Chem. 2005;53(11):4331-4340.
  4. http://www.1life63.com/en/research-recommended-literature-olive-oil-efsa-health-claim-olive-oil-polyphenols/efsa-regulation-health-claim-for-olive-oil-polyphenols
  5. Silva S, Bronze M, Mullen W, et al. Impact of a 6-wk olive oil supplementation in healthy adults on urinary proteomic biomarkers of coronary artery disease, chronic kidney disease, and diabetes (types 1 and 2): a randomized, parallel, controlled, double-blind study. The American Journal Of Clinical Nutrition. January 2015;101(1):44-54.].
  6. Moreno-Luna R, Muñoz-Hernandez R, Stiefel P, et al. Olive oil polyphenols decrease blood pressure and improve endothelial function in young women with mild hypertension. American Journal Of Hypertension. December 2012;25(12):1299-1304.
  7. Casas R, Sacanella E, Estruch R, et al. Long-Term Immunomodulatory Effects of a Mediterranean Diet in Adults at High Risk of Cardiovascular Disease in the PREvención con DIeta MEDiterránea (PREDIMED) Randomized Controlled Trial. The Journal Of Nutrition. September 2016;146(9):1684-1693..
  8. Martínez-González M. Benefits of the Mediterranean diet beyond the Mediterranean Sea and beyond food patterns. BMC Medicine. October 14, 2016;14(1):157.
  9. Tong TYN, Wareham NJ, Khaw KT, Imamura F, Forouhi NG. Prospective association of the Mediterranean diet with cardiovascular disease incidence and mortality and its population impact in a non-Mediterranean population: the EPIC- Norfolk Study. BMC Med. 2016;14:135
  10. http://www.nhlbi.nih. gov/research/reports/national-heart-lung-and-blood-institute-workshop-towardtesting-effects-mediterranean-dietary
  11. Harvard Heart Letter: From Harvard Medical School [serial online]. August 2014;24(12):8.

A cura di Eleonora Maria Bruno, Gruppo ABUSO SUI MINORI (Piemonte e Valle D’Aosta)

 

Di cosa si tratta?

Si sono diffusi in Italia di recente grazie al gruppo di professionisti del Centro di Ateneo e Ricerche Famiglia dell’Università Cattolica di Milano.

Nascono dalla ricerca negli altri Paesi di “buone prassi” di ascolto e supporto dei minori che stanno vivendo la separazione dei propri genitori.

In Canada è stato individuato il modello a cui ispirarsi: il GROUP CONFIDENCES, organizzato presso il tribunale di Montreal per dare spazio ai figli di genitori separati che ricorrevano al giudice.

Si possono definire un “luogo” e un “tempo” offerto a questi ragazzi per aver la possibilità di accedere ad una loro narrazione dei fatti dolorosi legati al divorzio. Qui il minore può costruire liberamente una rappresentazione verbale dell’esperienza del conflitto vissuto ogni giorno, può esprimere i suoi desideri e reperire con l’aiuto del gruppo di pari e con la guida del conduttore le strategie per gestire le relazioni all’interno del suo sistema familiare in cambiamento.

Questa esperienza è stata recepita come positiva anche nel nostro Paese e sostenuta anche dalla Garante dell’Infanzia. Secondo l’iniziatore gruppo milanese essa permette lo scambio e il sostegno tra bambini dai sei ai dodici anni, suddivisi in due gruppi (sei e nove anni, dieci e undici anni) accomunati dall’esperienza della separazione dei genitori. Il percorso è strutturato in quattro incontri di due ore ciascuno, con cadenza settimanale e all’ultima ora dell’ultimo incontro vengono inviati i genitori per raccontare loro con la lettura di una LETTERA DI GRUPPO quanto è emerso negli incontri.

Il contenuto della lettera è anonimo ed i gruppi non devono essere troppo piccoli né troppo numerosi per evitare che il dialogo sia o troppo personale o troppo dispersivo, per cui si va dai quattro al massimo di otto partecipanti.

Tutti gli appuntamenti del gruppo sono scanditi da momenti rituali, il primo momento di accoglienza, la proposta dell’attività principale, una breve pausa e delle attività collegate al proposto ed infine il congedo. Le tematiche proposte sono varie e si modificano in base a quanto prevale nel primo incontro. Nelle attività si usano il disegno, il collage, i burattini, i libri illustrati, i giochi di ruolo, ma la parola è la risorsa principale, parola che può essere anche silenzio. Al termine degli incontri, per i genitori è possibile avere in colloquio privato con il conduttore per sapere come vive questa esperienza il proprio figlio. Dopo questi colloqui più coppie chiedono di essere aiutati nel gestire questa fase di transizione del proprio figlio. 

A Padova, sul pieghevole che illustra il GRUPPO DI PAROLA, è scritta questa frase di Marie Simon “Iscrivere il proprio figlio al Gruppo di Parola è per lui un’opportunità di vivere meglio le trasformazioni che attraversano la famiglia” infatti troppo spesso il disorientamento che colpisce i bambini in questa fase di trasformazione della propria famiglia è fonte di una grande solitudine, non sanno come esprimere la rabbia, la tristezza, i dubbi e le difficoltà cui vanno incontro e spesso non hanno aiuti.

Usare la parola con i bambini rappresenta un passo verso il miglioramento della loro autostima e dar loro la possibilità di convivere al meglio con la propria realtà complessa.