FIMP NEWS

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Roma, 10 maggio 2019 – La tosse è un disturbo molto frequente tra i più piccoli che vanno all’asilo e che con l’arrivo della bella stagione passano sempre più tempo all’area aperta. Nella maggior parte dei casi il sintomo è tanto fastidioso quanto innocuo, correlato ad una delle tante infezioni delle vie respiratorie che circolano in questo periodo. A volte invece è il segnale di una patologia più grave come asma, rinite allergica o bronchite. “Esistono molti tipi di tosse – spiega il dott. Renato Cutrera, responsabile dell’Unità Operativa di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma -. Quella acuta si manifesta per pochi giorni e può prolungarsi fino a due settimane. Di solito, è accompagnata da sintomi simil-influenzali ed è frequente tra i bambini che vanno all’asilo. Ne soffrono in media anche dalle 6 alle 8 volte all’anno. Un altro tipo è la persistente, che dura più di 3 settimane. Può essere la spia di una bronchite, una polmonite o una sinusite. Infine c’è la tosse cronica, più rara, della durata di 8 settimane o più, che può essere il segnale di un deficit immunitario che espone soprattutto i bambini a infezioni ripetute”. Per alleviare il fastidio, però, ecco alcuni suggerimenti per i genitori:

1. pulire le cavità nasali con soluzione fisiologica e somministrare al bambino molti liquidi, che aiutano a fluidificare il muco
2. in caso di tosse notturna, è utile tenere la testa e le spalle del bimbo rialzate su un cuscino supplementare
3. da evitare gli sbalzi improvvisi di temperatura. Un passaggio rapido dal caldo al freddo può indebolire le difese dell’organismo e favorire infezioni.
4. e’ fondamentale non fumare o portare il bambino in luoghi in cui si fuma
5. dal punto di vista farmacologico, in commercio si trovano due categorie di farmaci anti-tosse: i fluidificanti e i sedativi. I primi hanno azione emolliente e un’efficacia paragonabile a quella del miele. I sedativi, invece, possono contenere principi attivi oppioidi e, in ogni caso, andrebbero somministrati solo se prescritti dal pediatra

Sul sito www.miomiaemeo.it tutti i consigli dei pediatri di famiglia italiani

 

Roma, 9 maggio 2019 – “Il lavaggio corretto delle mani è il sistema più semplice per ridurre la diffusione di molte infezioni. Può così favorire la prevenzione di malattie respiratorie e gastro-intestinali e, quindi, limitare l’antibiotico resistenza”. E’ quanto ricorda la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione della Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si celebra oggi in Italia con il convegno “L’igiene delle mani: strumento per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e dell’antimicrobico-resistenza” presso il Ministero della Salute e al quale la FIMP ha dato il proprio patrocinio. “Limitare l’uso inappropriato degli antibiotici è una delle priorità della pediatria di famiglia italiana - afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. E’ infatti una delle principali cause dell’antibiotico resistenza, un problema di salute sempre più grave e diffuso come hanno recentemente ricordato le autorità sanitarie internazionali. Si stima che nel nostro Paese un bimbo su tre abbia assunto antibiotici nell’ultimo anno. Oltre a favorire l’appropriatezza terapeutica tra il personale medico, bisogna informare ed educare i giovanissimi e i loro genitori. Un gesto semplice, ed erroneamente considerato banale, come il lavaggio delle mani, può ad esempio rappresentare un importantissimo strumento di prevenzione”. Ecco le cinque regole della FIMP: 


1- Strofinare le mani per almeno 20 secondi: il sapone va distribuito uniformemente soprattutto sul dorso delle mani, tra le dita e sotto le unghie 

2- Meglio acqua corrente fredda o tiepida: le mani vanno prima bagnate e mentre vengono insaponate è preferibile chiudere il rubinetto (si evitano così inutili sprechi) 

3- Cambiare spesso asciugamani o salviette: questi oggetti possono trasformarsi in nidi di germi e batteri. Meglio, quindi, sostituirli frequentemente. 

4- Gli igienizzanti non sono un’alternativa: riducono il numero di germi ma non sono efficaci come il sapone. Non rimuovono altri contaminanti (come i pesticidi) e in più non sono indicati se le mani sono molto sporche o unte. 

5- Non solo prima di andare a tavola: le mani vanno lavate più volte durante la giornata (per esempio dopo avere tossito o soffiato il naso, avere toccato un animale, maneggiato l’immondizia o essere entrati in contatto con persone malate). 

Per favorire un uso sicuro e corretto degli antibiotici la FIMP promuove da alcuni mesi la campagna nazionale “I Consigli di Mio, Mia e Meo: Insieme per un uso corretto dell’antibiotico” che ha come protagonisti tre simpatiche mascotte. E’ strutturato in un sito web (www.miomiaemeo.it), ed ha avuto la distribuzione negli studi dei pediatri di famiglia di opuscoli e flyer, uno speciale game kit con un mini album di figurine per i bambini e sagomati da terra con i messaggi del progetto. I contenuti del progetto sono consultabili, oltre che attraverso il sito dedicato, anche attraverso l’APP MyPED per genitori disponibile sia per i sistemi Android che iOS. “Vogliamo dare consigli pratici ai genitori e bimbi - aggiunge il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale FIMP alle Attività Scientifiche -. Come prima cosa bisogna prevenire le infezioni; prevenzione che inizia con un corretto lavaggio delle mani e più in generale con la cura dell’igiene. Per quanto riguarda gli antibiotici sono senza dubbio farmaci sicuri ed efficaci: vanno però utilizzati solo in seguito ad una prescrizione medica. E devono sempre essere assunti seguendo scrupolosamente le indicazioni e le modalità di assunzione (dose e durata) fornite dal pediatria di famiglia”.

Roma, 8 maggio 2019 – Sui social i ragazzi ci trascorrono tanto tempo, eppure gli effetti sono molto più ridotti di quanto si possa pensare. Non è infatti in questi strumenti che gli adolescenti trovano la loro soddisfazione esistenziale. È quanto dimostra uno studio condotto su 12.000 teenager del Regno Unito. A influire molto di più sono la famiglia, gli amici e la carriera scolastica, afferma il team di ricerca dell'Università di Oxford, secondo cui questa nuova indagine, pubblicata sulla rivista 'Pnas', è più approfondita e robusta rispetto alle precedenti. Le evidenze scientifiche sull'influenza della tecnologia sulla salute mentale dei bambini sono state fino a oggi contraddittorie, sostengono Andrew Przybylski e Amy Orben dell'Oxford Internet Institute dell'ateneo inglese, che hanno voluto dunque approfondire una volta per tutte la questione, reclutando ragazzi fra i 10 e i 15 anni, fra il 2009 e il 2017 e domandando loro di valutare quanto tempo trascorressero usando i social media in una normale giornata e quanto fossero soddisfatti di diversi aspetti della loro vita. Osservando i risultati, la squadra ha concluso che la maggior parte il legame fra benessere e social network è "banale", rappresentando circa l'1% della soddisfazione di un adolescente, e che l'effetto dei social è comunque, sempre, "una strada non a senso unico". "Il 99,75% della soddisfazione di una persona - calcola Przybylski - non ha nulla a che fare con l'uso dei social media”.

Roma, 6 maggio 2019 – Maggio è il mese perfetto per andare a scuola in bicicletta. E’ un mezzo di trasporto perfetto: rapido, a costo praticamente zero, ecologico. Inoltre, mentre siete in sella, fate del bene alla vostra linea: un’ora di pedalata a velocità moderata brucia circa 280 kcal. Tuttavia può nascondere qualche piccola insidia, spesso per disattenzione da parte del ciclista! Ecco alcune dritte:

1) Evitate le strade trafficate: non percorrete gli stessi itinerari che fate con l’auto. Utilizzate le piste ciclabili e optate per strade dove il traffico è più lento
2) Rendetevi visibili: molti ciclisti viaggiano senza fanali e catarifrangenti. Luci e catadiottri, invece, sono elementi fondamentali per la sicurezza del ciclista
3) Utilizzate il campanello: a volte ci si sente a disagio a suonare il campanello, ma è meglio provare imbarazzo che essere investiti, no?
4) Guardatevi le spalle: uno specchietto retrovisore può essere utile per tenere sotto controllo il traffico
5) Rispettate le norme: conoscere il codice della strada e la segnaletica è un modo per partecipare alla propria sicurezza.

Roma, 7 maggio 2019 – C’è uno spettro che si aggira nel nostro Paese minacciando la salute degli italiani: la sedentarietà. Si tratta di una vera e propria malattia sempre più diffusa e contagiosa. Si calcola che oltre il 40% dei nostri connazionali non pratica esercizio fisico. Fare un po’ di movimento invece comporta effetti preventivi e terapeutici. Lo sport è infatti un vero toccasana per il nostro benessere, ad esempio:
• è in grado di ridurre la probabilità di sviluppare alcuni tipi di cancro, tra cui quello alla prostata
• aumenta la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo, rendendo la circolazione più efficiente
• migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2
• previene l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e altre malattie cardiovascolari, diminuendo i livelli di pressione arteriosa e colesterolo. Con la pratica di un’attività fisica regolare il cuore diventa più robusto e resistente alla fatica, in grado di pompare una quantità maggiore di sangue senza dispendio supplementare di energia
• previene e riduce l’osteoporosi e la probabilità di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici, come il mal di schiena
• limita i sintomi di ansia, stress e depressione
• previene, specialmente tra bambini e giovani, comportamenti a rischio come l’uso di tabacco e alcol, diete non sane e atteggiamenti violenti
• aiuta a perdere peso

Venerdì, 03 Maggio 2019 11:44

Bambini sani? Cominciamo dalla tavola!

Roma, 3 maggio 2019 – In tempo di crisi, le scelte alimentari si rivolgono sempre più facilmente a cibi di scarsa qualità, poco costosi ma ad elevata densità energetica, anche quando si tratta di bambini: alimenti ricchi di grassi e zuccheri, snack e merendine e succhi di frutta zuccherati prendono il posto di quelli più salutari. Il diffondersi di queste cattive abitudini alimentari, insieme ad altri fattori, contribuisce all’aumento dei casi di sovrappeso e di obesità infantile. Per questo motivo, è fondamentale fare attenzione alla qualità degli alimenti, tenendo sotto controllo le quantità e le modalità di cottura.

Ecco alcuni consigli per una corretta alimentazione dei bambini:
• aumentare l’apporto di cereali, anche integrali (fibre e zuccheri a basso indice glicemico);
• cucinare la pasta cotta al dente;
• limitare gli zuccheri ad elevato indice glicemico (riso, dolci, succhi di frutta, bevande zuccherate);
• consumare più verdura, frutta, legumi;
• ridurre l’apporto di grassi e proteine di origine animale: in particolare limitare il consumo di formaggio, carne, salumi;
• aumentare il consumo di pesce.

Roma, 2 maggio 2019 - La cattiva gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti provoca ogni anno 1,6 milioni di morti. E’ quanto sostiene un recente documento stilato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Con questi numeri alla mano, fino al 10 maggio a Ginevra si svolgono colloqui internazionali che coinvolgono i firmatari le convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma, chiamati a confrontarsi, negoziare e prendere decisioni cruciali per prevenire gli impatti sulla salute umana e sull'ambiente derivanti da rifiuti di plastica, rifiuti elettronici e sostanze chimiche pericolose. In cima all'agenda, l'inquinamento marino da rifiuti in plastica. "In queste due settimane, i governi avranno l'opportunità di prendere decisioni storiche e legalmente vincolanti, decisioni che porteranno a provvedimenti concreti per liberare il mondo dai rifiuti di plastica in mare", dichiara Rolph Payet, segretario esecutivo dell'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente. Non solo plastica: l'obiettivo è anche quello di contenere l'enorme quantità di rifiuti elettronici, per proteggere la salute e l'ambiente da alcune delle sostanze chimiche più tossiche e pericolose al mondo. Firmata nel 1989, la Convenzione di Basilea è l'accordo ambientale internazionale più completo sui rifiuti pericolosi e altri rifiuti e coinvolge 187 parti. La Convenzione di Rotterdam mira a promuovere responsabilità condivise in relazione all'importazione di prodotti chimici pericolosi e pesticidi, ed è gestita congiuntamente da FAO e Unep. La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti è un trattato per proteggere la salute umana e l'ambiente dalle sostanze chimiche che rimangono nell'ambiente per lunghi periodi. La convenzione è legalmente vincolante e coinvolge 182 parti.

Roma, 30 aprile 2019 – Ogni anno 700mila persone muoiono per infezioni resistenti agli antibiotici. Il numero potrebbe però crescere fino a 10 milioni l'anno nel 2050 se non verranno presi provvedimenti. Lo afferma un nuovo rapporto dell'agenzia istituita ad hoc da OMS e ONU sull'argomento, secondo cui l'impatto del fenomeno sull'economia può essere paragonabile a quello di una crisi economica. Il problema, scrive lo UN Ad hoc Interagency Coordinating Group on Antimicrobial Resistance (Iacg), riguarda diversi tipi di infezione. Ai 230mila morti dovuti soltanto alla tubercolosi resistente si aggiungono quelli per infezioni del tratto respiratorio, quelle sessuali e quelle legate alle procedure mediche invasive, oltre a quelle legate al cibo. Il mondo, sottolineano gli esperti, sta già subendo gli impatti economici del fenomeno, con 24 milioni di persone che potrebbero essere spinte verso la povertà estrema entro il 2030. “Questa è una delle minacce più grandi che dobbiamo affrontare come comunità globale - afferma Amina Mohammed, che presiede l'Iacg -. Il rapporto enfatizza il fatto che non c'è tempo da perdere”. Il documento indica alcuni provvedimenti urgenti che gli stati devono prendere. Tra i punti individuati c'è dotarsi di un piano nazionale che aumenti le risorse a disposizione per affrontare il problema, mettere in campo sistemi regolatori rigidi e campagne informative per limitare l'uso degli antibiotici negli uomini, negli animali e nelle piante, investire in nuove tecnologie ed elaborare piani per smettere di usare questi farmaci per promuovere la crescita in agricoltura”.

Bruxelles, 29 aprile 2019 – Quasi metà della popolazione italiana, il 46% per l’esattezza, ritiene che il vaccino provochi seri effetti indesiderati. È questo il dato che emerge da un sondaggio Eurobarometro effettuato in marzo nell'Unione europea. Al quesito se i vaccini possano spesso produrre effetti collaterali seri, solo il 42% dei nostri compaesani ha dato la risposta negativa e quindi corretta. Il 12%, invece, ha ammesso di non saper rispondere. Gli italiani, in questo, sono tuttavia un po' più informati della media Ue: il 48% degli europei ha dato infatti la risposta sbagliata, cioè pensa che vaccinarsi dia spesso seri effetti collaterali, mentre solo il 41% ha dato quella giusta (l'11% non sa rispondere). Gli italiani appaiono molto meglio informati dei francesi, che al 60% pensano che vaccinarsi provochi frequentemente effetti collaterali gravi, e dei britannici (54%). Siamo appaiati con i tedeschi, che al 46% danno la risposta sbagliata. Fanno meglio di noi, tra i grandi Paesi europei, gli spagnoli ('solo' il 43% dà la risposta sbagliata). I più consapevoli di tutti sono gli svedesi, dove appena il 26% della popolazione pensa che vaccinarsi comporti seri effetti collaterali; i più disinformati sono i ciprioti (65% sbaglia). Per il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, "il 48% degli europei crede, sbagliando, che i vaccini possano produrre spesso seri effetti collaterali e il 38% pensa che possano provocare le malattie dalle quali dovrebbero proteggerci. Ciò significa che il nostro lavoro per aumentare la copertura e per combattere con la disinformazione sui vaccini è lungi dall'essere finito".

Bratislava, 26 aprile 2019 – “In Europa è necessario riorganizzare l’assistenza sanitaria primaria ai bambini e adolescenti basandola su un rapporto fiduciario con le famiglie e una presenza capillare di pediatri su tutti i vari territori. Questo per il momento avviene, pur con differenze, solo in alcuni stati virtuosi tra cui Italia, Germania, Slovacchia o Belgio”. E’ quanto afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) nella prima giornata del meeting annuale dell’European Confederation of Primary Care Paediatricians (ECPCP). L’incontro internazionale si svolge a Bratislava e riunisce specialisti provenienti da oltre 20 diverse nazioni. Per la prima volta al meeting interviene anche il rappresentante istituzionale della pediatria di famiglia italiana. “In Italia oltre il 98% dei giovani con meno di 15 anni gode di ottima salute anche grazie agli interventi che può fornire il pediatra di famiglia - aggiunge Biasci -. E’ un risultato straordinario che evidenzia l’ottimo livello di cure che finora siamo riusciti a garantire. Il nostro sistema sanitario universale dovrebbe essere preso a modello ed esteso a tutto il resto dell’Europa, soprattutto in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo. Tagli alla sanità e al welfare, crisi economica e sociale, presenza di migliaia di giovani migranti in fuga da guerre e miseria, sono fenomeni che interessano l’intera Europa. L’assistenza sanitaria deve quindi essere sempre più capillare e avere una specializzazione specifica su tutti quelli che sono i problemi riguardanti il benessere psico-fisico del bambino e dell’adolescente”. Con i suoi oltre 5.500 iscritti la FIMP rappresenta una delle più importanti e numerose realtà che compongo l’ECPCP. “Siamo qui in Slovacchia per presentare ai colleghi stranieri alcuni dei nostri progetti - aggiunge il presidente FIMP -. Negli ultimi mesi in particolare ci siamo soffermati su uso appropriato degli antibiotici, diagnosi precoce dei disturbi del neuro sviluppo, sostegno e promozione delle vaccinazioni, riconoscimento e contrasto agli abusi sui minori e appropriatezza diagnostico-terapeutica. Sono questi alcuni dei principali aspetti che interessano la nostra professione e in cui è indispensabile una modalità di assistenza che solo il modello della pediatria di famiglia italiana può garantire”. “Infine non va sottovalutato il ruolo che un pediatria di famiglia può avere nell’educazione alla salute - conclude Biasci -. La metà dei tabagisti europei inizia a fumare regolarmente prima dei 18 anni e un quarto degli under 19 non pratica mai sport. Un bambino su tre invece è in sovrappeso o addirittura obeso. La promozione di stili di vita sani è un nostro compito prioritario e possiamo svolgerla al meglio grazie al rapporto duraturo e continuativo che sviluppiamo con i nostri giovani pazienti e le loro famiglie”.