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Giovedì, 18 Ottobre 2018 08:34

AUSTRALIA: VACCINO E SCREENING BATTONO IL TUMORE

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L'Australia è stato il primo paese al mondo ad avviare un programma nazionale di vaccinazione contro l’HPV finanziato pubblicamente e a documentarne gli effetti a medio termine.

L’introduzione precoce della vaccinazione anti HPV e dello screening cervicale con l’HPV-test, l’alta copertura vaccinale in entrambi i sessi e l’ottima adesione allo screening potrebbero permettere a questo Paese, nei prossimi anni, di eliminare il cancro del collo dell'utero come problema di salute pubblica. Lo rivela uno studio dei ricercatori dell'Australian Cancer Council pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health Journal

Dal 2007 l'Australia è stato uno dei primi Paesi ad introdurre un programma nazionale di vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) e da allora ha raggiunto coperture vaccinali elevata in entrambi i sessi (79% per le femmine e il 73% per i maschi, per ciclo completo a 15 anni di età, nel 2016). Nel 2018 il vaccino 4-valente è stato sostituito con il vaccino 9-valente a due dosi.A dicembre 2017, lo screening cervicale - iniziato nel 1991 - è passato dal test citologico ogni 2 anni per le donne di età compresa tra 18-20 e i 69 anni, al test HPV ogni 5 anni per le donne di età compresa tra 25 e i 69 anni con test di uscita per le donne di 70-74 anni.Queste misure di profilassi hanno prodotto una drastica riduzione dell’incidenza del cancro del collo dell’utero e della percentuale di mortalità associata. Attualmente l’incidenza annuale standardizzata per età è di 7 casi per 100 000 donne, tra le più basse al mondo.I ricercatori dell'Australian Cancer Council hanno stimato, in base ad un modello matematico, l’effetto di questi due fattori sull’incidenza della malattia. Se si mantengono gli attuali livelli di copertura della popolazione per la vaccinazione e lo screening, l'incidenza annuale del cancro del collo dell'utero dovrebbe diminuire a meno di 6 nuovi casi ogni 100.000 donne entro il 2020 (intervallo 2018-22) e a meno di 40 casi per 100.000 donne entro il 2028 (intervallo 2021-35), potenziale soglia di eliminazione.  La mortalità associata a cancro della cervice scenderebbe a meno di 1 caso per 100 000 donne a partire dal 2034 (intervallo 2025-47). Questo studio rappresenta il primo tentativo di stabilire una “timeline” dell'eliminazione del cancro del collo dell'utero attraverso misure di controllo attivo. Se saranno mantenuti nel tempo gli ottimi risultati di profilassi primaria (vaccino) e secondaria (screening) della malattia e se si considera una soglia di eliminazione di quattro casi per 100.000 donne, il cancro cervicale potrebbe essere eliminato come problema di salute pubblica in Australia entro i prossimi 20 anni. Saranno tuttavia necessarie efficaci strategie di comunicazione per mantenere alti livelli di copertura del vaccino HPV (per le coorti più giovani) e dello screening cervicale (per le donne nelle coorti più anziane a cui non è stato offerto il vaccino 9-valente).

Il documento definisce dieci punti fermi ispirati alla Convenzione di New York e suggeriti anche dai ragazzi
Nasce in Italia la "Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori". A presentarla, oggi a Roma, l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Filomena Albano. Dieci punti fermi che individuano altrettanti diritti di bambini e ragazzi alle prese con un percorso che parte dalla decisione dei genitori di separarsi.  "Abbiamo posto al centro il punto di vista dei figli di chi si separa" dice la Garante Albano. I principi fondanti della Carta sono ispirati alla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
"I bambini e i ragazzi – riassume Filomena Albano – hanno diritto a preservare le relazioni familiari, a non esser separati dai genitori, a mantenere rapporti regolari e frequenti con ciascuno di essi e, soprattutto, a essere ascoltati sulle questioni che li riguardano".  Prima della sua stesura l'Autorità garante ha interpellato la Consulta dei ragazzi dell'Agia. "Molti degli articoli sono frutto del loro lavoro" rivela. Ascoltati anche esperti scelti tra personalità del settore giuridico, sociale, psicologico e pedagogico. La Carta sarà inviata ad agenzie educative, consultori, tribunali, ordini professionali e associazioni ed è scaricabile dal sito dell'Autorità garante (www.garanteinfanzia.org).
"Il documento promuove la centralità dei figli proprio nel momento della crisi della coppia" evidenzia Filomena Albano. "I genitori, pur se separati, non smettono di essere genitori".  La Carta si apre con il diritto dei figli di continuare ad amare ed essere amati da entrambi i genitori. E di mantenere i loro affetti.  "I figli devono poter stare al centro della vita dei genitori" avverte Filomena Albano. "Il genitore deve poter essere un faro, un riferimento, la prima persona a cui il figlio pensa di rivolgersi in caso di difficoltà e per condividere gioia ed entusiasmo. Per aiutare i figli bisogna renderli consapevoli che nel cuore e nella testa si ha un posto per loro".
Tra gli altri diritti individuati dalla Carta quello di continuare a essere figli e vivere la loro età, di essere informati e aiutati a comprendere la separazione dei genitori. E ancora: bambini e ragazzi nelle separazioni hanno diritto a essere ascoltati e a esprimere i propri sentimenti, a non subire pressioni e che le scelte che li riguardano siano condivise da entrambi i genitori. I figli, infine, hanno diritto a non essere coinvolti nei conflitti tra genitori, al rispetto dei loro tempi, a essere preservati dalle questioni economiche e a ricevere spiegazioni sulle decisioni che li riguardano.
Roma, 2 ottobre 2018

 

A cura di Giuseppe Ruggiero, Matteo Ferrara, Annalisa Franch, Concetta Malvaso, Aniello Federico (gruppo di studio FIMP Dermatologia)

L'acne vulgaris è una malattia dell’annesso pilo-sebaceo, localizzata tipicamente al volto e al tronco, caratterizzata da lesioni polimorfe. Essa colpisce i pazienti di tutte le età con un esordio ad età  più giovane rispetto al passato. L’obbiettivo di questo lavoro è stato quello di studiare la prevalenza, le caratteristiche cliniche e i trattamenti dell'acne in pazienti dai 9 ai 14 anni.

E’ stato condotto uno studio osservazionale prospettico tra aprile 2016 e maggio 2016. La popolazione dello studio consisteva in pazienti che frequentavano 32 diversi studi di pediatri di famiglia localizzati in Italia (Nord: 56,25%, Centro: 18,75%, Sud: 25%). Per tutti i pazienti è stato compilato un questionario specifico che prendeva in considerazione: i) dati demografici; ii) elementi anamnestici per acne; iii) parametri auxologici. Ulteriori dati sono stati raccolti per pazienti che presentavano l’acne ed in particolar modo: i) aree corporee coinvolte; ii) livello di gravità; iii) terapia. In totale sono stati arruolati 683 bambini. L’acne era presente in 234/683 (34,3%) pazienti con una prevalenza che aumentava, come atteso, con l’aumentare dell’età età. L’acne era presente nella maggior parte dei ragazzini/e con età superiore a 12 anni avevano l’acne (50,7 %) e in circa il 90 % dei ragazzini/e superiore a 13 anni (88,5%). I dati hanno permesso di evidenziare che l’acne inizia ad una età più precoce: a 9 anni circa il 12% ha acne (11,9 %). La maggior parte dei pazienti affetti da acne presentava una forma lieve-moderata  (96,9 %), localizzata prevalentemente al volto (nel 98,7 % dei casi).

In conclusione, se l’acne viene riconosciuto in età preadolescenziale o all’inizio della pubertà è opportuno iniziare a trattarla già a questa età riducendo così al minimo il carico e il potenziale patologico di un eventuale peggioramento della malattia nel futuro.

Napolitano M, Ruggiero G, Monfrecola G, Megna M. Acne prevalence in 9 to 14-year-old old patients attending pediatric ambulatory clinics in Italy. Int J Dermatol. 2018 Jul 5.

Venerdì, 05 Ottobre 2018 09:09

Videogiochi junkfood Gulino

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A cura di Antonino Gulino

Edward Louis Bernays ,pubblicitario statunitense, uno dei padri delle moderne relazioni pubbliche, nei primi anni del Novecento, teorizzò l’uso della psicologia del subconscio al fine di manipolare l'opinione pubblica. In uno dei suoi saggi più famosi dal titolo inequivocabile “Propaganda”, affermava che i padroni della pubblicità rappresentano il vero potere esecutivo del paese,”… Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. Sono loro che manovrano i fili...». L’autore non faceva riferimento soltanto alla propaganda politica, ma anche alla pubblicità commerciale. I mass-media tradizionali, giornali,televisione, rappresentavano il mezzo più efficace per promuovere un certo prodotto, ma l’avvento dei ‘new media’, ovvero di nuove fonti di comunicazione, ha da una parte accresciuto il numero dei messaggi in circolazione ma ha anche permesso di raggiungere un numero sempre più elevato di possibili consumatori. Uno dei gruppi oggetto di attenzione da parte dei grandi produttori di alimenti è rappresentato dai bambini e dagli adolescenti, una categoria particolarmente vulnerabile alle tentazioni di cibi ricchi di grassi, zuccheri , i cosiddetti cibi-spazzatura principali responsabili dell’obesità dilagante tra i nostri piccoli pazienti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha colto i pericoli che si nascondono dietro questa realtà ed ha pubblicato un rapporto che si occupava in particolare di marketing e cibo spazzatura proposto ai bambini.( Tackling food marketing to children in a digital world: trans-disciplinary perspectives. Children’s rights, evidence of impact, methodological challenges, regulatory options and policy implications for the WHO European Region ) In questo studio si evidenzia   che il web è diventato la nuova frontiera del junk food., un territorio dove le regole sono ancora tutte da definire. L’advergaming è una delle nuove strategie utilizzate dai professionisti del marketing per promuovere un brand , si basa sulluso di videogiochi (advergames) nei quali i personaggi consumano i cibi da pubblicizzare Un altro strumento è il viral marketing un passaparola che solo apparentemente avviene da consumatore a consumatore, ma che in realtà è guidato dall’alto,non dimentichiamo inoltre le app che nascondono messaggi pubblicitari di prodotti alimentari non proprio salutari. Un altro metodo di attrazione particolarmente persuasivo prevede la geolocalizzazione tramite GPS dei dispositivi mobili dei bambini-consumatori che successivamente possono essere invitati nei negozi della loro zona per provare per esempio dei prodotti e dove è possibile giocare a Pokemon GO . L’OMS chiede pertanto l’applicazione di adeguate regole su internet che impediscano la pubblicità degli alimenti a rischio per la salute dei più piccoli. Una richiesta pienamente condivisibile da noi pediatri ma che certamente non risolve il problema delle cattive abitudini alimentari, più efficace potrebbe essere una politica di incentivazione economica ai produttori e distributori di alimenti freschi associata a regimi fiscali meno favorevoli per le aziende che producono e vendono junk-food.

Venerdì, 05 Ottobre 2018 09:06

Quiz dermatologico

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La pustolosi cefalica neonatale transitoria è caratterizzata da lesioni eritematose e papulo-pustolose superficiali diffuse al volto, talvolta anche al tronco, che vanno incontro ad una regressione spontanea senza esiti cicatriziali. Le lesioni sono monomorfe, non si evidenziano comedoni: questi due elementi permettono di distinguere questa patologia dall’acne neonatale . La pustolosi cefalica neonatale transitoria ha una prognosi eccellente e le lesioni scompaiono in pochi giorni senza generalmente necessitare di trattamento.

L'acne neonatorum è una dermatosi molto frequente, che insorge nelle prime settimane di vita. È più frequente nel sesso maschile. E’ una vera e propria acne con comedoni e spesso anche papule e pustole. E’ dovuta ad una aumentata produzione di DHEA, di androgeni del surrenale fetale. Ma c’è anche un passaggio transplacentare e una produzione testicolare di androgeni. Ciò potrebbe spiegare perché l'acne è più comune nei maschi. La risoluzione è generalmente spontanea entro i primi mesi di vita anche se talvolta possono essere utili i trattamenti specifici indicati per l'acne.

L'eritema tossico del neonato compare nei primi giorni di vita, raramente alla nascita. Consiste di chiazze eritematose fugaci centrate da piccole pustole puntiformi. Tali lesioni sono localizzate prevalentemente al tronco, ma anche in altre parti del corpo; in sede glutea o nella regione dorsale possono dare delle lesioni molto grandi che spesso vengono scambiate per quadri di tipo infettivo. Le regioni palmo plantari sono risparmiate. Si risolve spontaneamente entro pochi giorni.

L’acne Infantum compare più tardi (6 settimane -12-mesi), più spesso nei maschi che nelle femmine. E’ una vera acne che si risolve in un tempo più lungo.

Revisione a cura di :

Giuseppe Ruggiero, Matteo Ferrara, Annalisa Franch, Concetta Malvaso, Aniello Federico

  

1) Acne Neonatale

2) Pustolosi cefalica neonatale

3) Acne Infantum

4) Eritema tossico del neonato

Lesioni eritematose e papulo-pustolose sulle guance e sulla fronte comparse nelle prime settimane di vita. 


 

 

di Antonella Antonelli (referente FIMP per il Progetto Studio Nazionale Fertilità)

e Donella Prosperi (Coordinatrice dell’Ufficio di Presidenza FIMP)

La studio Nazionale Fertilità promosso dall’ISS ha avuto come obbiettivo raccogliere informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva in grado di orientare e sostenere la programmazione di interventi a sostegno della fertilità in Italia attraverso indagini rivolte sia alla popolazione potenzialmente fertile (adolescenti, studenti universitari e adulti) sia ai professionisti sanitari (pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, ginecologi, andrologi, endocrinologi, urologi, ostetriche).

Il coordinamento dello studio è stato affidato all’ ISS e sono state selezionate come unità operative il Dipartimento di Medicina Sperimentale – Sapienza Università di Roma, la Struttura Semplice dipartimentale Medicina della Riproduzione Ospedale Evangelico Internazionale Genova, il Dipartimento DIMEC Università di Bologna Il progetto iniziato ad Aprile 2016 si è completato il 30 settembre 2018.

Sono state realizzate indagini rivolte sia alla popolazione potenzialmente fertile (adolescenti, studenti universitari ed adulti in età fertile), sia ai professionisti sanitari (PLS, MMG, ginecologi, andrologi, endocrinologi, urologi ed ostetriche). Attraverso la rete delle federazioni di professionisti, come FIMP/FIMMG, è stata effettuata un’indagine via web relativa alle conoscenze nel campo della fertilità e riproduzione e all’attività di informazione ai cittadini/assistiti su tali tematiche. Per i PLS e i MMG l’indagine è stata condotta con due questionari anonimi elaborati dai  coordinatori del 

Dipartimento DIMEC dell’Università di Bologna in collaborazione con l’ISS e le rappresentanti delle associazioni professionali: per FIMP la dr.ssa Antonella Antonelli, per FIMMG la dr.ssa Tommasa Maio. Le schede raccolte da FIMP, valutate e analizzate con il contributo della dr.ssa Donella Prosperi, sono state 834 di cui 706 ritenute valide, pari al 14,6% del campione di pediatri di samiglia coinvolto nella survey. La maggioranza (68%) dei PLS che hanno inviato la scheda compilata si colloca in un’età tra i 56-65 anni e la distribuzione territoriale era così composta: il 37% regioni del nord, il 29% regioni del centro e il 34% regioni del sud e isole. 

L’89% dei pediatri esegue regolarmente l’esame dei genitali esterni maschili degli adolescenti per la valutazione dello sviluppo e il 91% spiega alle adolescenti l’importanza di verificare la regolarità dei cicli e dei flussi mestruali. Solo il 44% riferisce di informare le adolescenti che la contraccezione orale con proteggono dalle malattie sessualmente trasmesse e un 32% riferisce di farlo qualche volta. Buona è la comunicazione dell’importanza della vaccinazione anti HPV sia ai maschi che alle femmine: l’85% dei pediatri lo fa sempre. Complessivamente solo il 53% ha risposto mostrando un quadro di buone conoscenze e comportamenti in questo settore. Emerge la necessità di una formazione specifica attraverso attività ed eventi formativi su temi inerenti la salute riproduttiva e la fertilità e sulla relativa comunicazione agli assistiti. 

Viene confermato il ruolo importante svolto dai PLS nelle attività di prevenzione e contrasto alla cronicità cronicità attraverso un lavoro volto a migliorare le competenze e la professionalità attraverso anche un’accurata appropriatezza diagnostica e prescrittiva.

 

Un articolo comparso su “Il Giornale” online del 2 maggio 2018, a firma di Maria Sorbi, parla del nuovo fenomeno della restituzione di bambini adottati. Anche se per averlo hanno atteso tanto, se sono andati a prenderlo lontano, spendendo non poco tempo e denaro, genitori che “provano” il bambino, quindi lo portano a casa e vivono con lui anche solo per poco, quando si accorgono che non soddisfa le loro richieste estetiche o di salute (il piccolo ha una malattia cronica o una malformazione) si rivolgono al Tribunale per restituire il bambino. Come nella pubblicità: soddisfatti o rimborsati. A volte la restituzione avviene dopo anni, perché quel frugolino tanto carino con gli occhi grandi è diventato un adolescente ribelle e problematico (ma quale adolescente non lo è?). E questi bambini e ragazzi, trattati come merce, subiscono un secondo abbandono, in una età in cui probabilmente si rendono conto cosa è veramente un abbandono. Al momento non ci sono dati precisi sul fenomeno, che è comunque in crescita in modo allarmante, soprattutto per le adozioni internazionali. Tante domande sulla genitorialità, ma anche sull’egoismo degli adulti.

Paola Miglioranzi, referente gruppo di studio FIMP su abuso e maltrattamento

www.ilgiornale.it/news/adottati-e-restituiti-1521100.html

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