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Roma, 16 gennaio 2019 – Non solo i cambiamenti climatici e le resistenze agli antibiotici spiccano tra le serie minacce alla salute globale per il 2019. Anche il rifiuto ai vaccini fa parte della lista. Lo chiarisce l’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms) che allerta su come la 'vaccine esitancy', la riluttanza o il vero e proprio rifiuto nei confronti dei vaccini, rischi di mettere a repentaglio tutti i progressi che la scienza ha compito nei confronti delle malattie prevenibili. “I vaccini sono uno dei modi più costo-efficaci contro le malattie, prevengono 2-3 milioni di morti l'anno e ne eviterebbero un altro milione e mezzo se le coperture aumentassero". Tra le altre minacce individuate come prioritarie per quest'anno ci sono anche il climate change e la resistenza, oltre a delle 'vecchie conoscenze' come le malattie non trasmissibili, una pandemia globale di influenza, le crisi umanitarie dovute a guerre e catastrofi naturali, che coinvolgono 1,6 miliardi di persone, Ebola e altri patogeni letali, l'assistenza sanitaria insufficiente in molti paesi, la dengue e l'Hiv. Quest'anno, ricorda l'Oms, parte il piano strategico quinquennale elaborato per raggiungere l'obiettivo del 'triplo miliardo'. "Assicurare che un miliardo di persone in più abbiano copertura sanitaria universale, che un miliardo di persone in più siano protette dalle emergenze e un miliardo abbiano una salute migliore".

Roma, 15 gennaio 2019 - Il morbillo continua a diffondersi nel Vecchio Continente. Tra i motivi anche l'insufficiente copertura vaccinale che si registra nella maggiore parte dei Paesi. Secondo quanto segnalato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) attualmente ci sono epidemie in Romania, Francia, Grecia e Italia. Nel 2018 sono state in totale 35 le persone morte a causa del morbillo: di cui 23 in Romania, 7 in Italia, 3 in Francia e 2 in Grecia. A novembre il numero di casi non ha smesso di crescere rispetto a settembre e ottobre scorsi, soprattutto in Polonia e Portogallo. Complessivamente tra dicembre 2017 e novembre 2018, in tutta Europa sono stati segnalati 12.790 casi di morbillo, di cui il 70% confermato in laboratorio. Il primato spetta alla Francia (2.921), seguita da Grecia (2.634), Italia (2.548), Romania (1.346) e Regno Unito (984). Il 30% delle persone colpite sono stati bambini con meno di 5 anni di età, e il 51% giovani e adulti dai 15 anni in su. Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel 2017 solo 4 paesi europei (Ungheria, Portogallo, Slovacchia e Svezia) hanno raggiunto la soglia del 95% di copertura vacciale con entrambe le dosi.

Lunedì, 14 Gennaio 2019 00:51

Influenza: più di 1,8 milioni gli italiani colpiti

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Roma, 14 gennaio 2019 – L’influenza sembra proprio non voler far sconti a nessuno: in aumento il numero degli italiani allettati con febbre e sintomi vari. Nella prima settimana del 2019 (dal 31 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019) monitorata dalla rete Influnet, coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), sono stati registrati 323 mila casi per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 1.813.000 di persone a letto con l'influenza. Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania e in Sicilia le Regioni maggiormente colpite. A 'cadere' maggiormente sotto i colpi dell'influenza - rileva il report Influnet - i bambini al di sotto dei cinque anni e i giovani adulti, in cui si osserva un'incidenza pari rispettivamente a 11,2 e 5,7 casi per mille assistiti.

Roma, 11 gennaio 2019 – I bimbi dai genitori non ereditano solo occhi chiari o lineamenti marcati. Persino la capacità di combattere un’infezione è già insita nei geni. È quanto ha dimostrato uno studio guidato dall’Università del Queensland. I ricercatori hanno analizzato gli anticorpi, 'dispiegati' quando il nostro organismo è esposto a virus diversi e altri agenti patogeni. E hanno concluso che i fattori genetici giochino un ruolo chiave nel modo efficace ed efficiente con cui l'organismo costruisce e distribuisce queste molecole che combattono le malattie. Gli studiosi dell'Istituto australiano di salute e medicina tropicale della James Cook University e dell'Istituto Diamantina dell'Università del Queensland hanno analizzato campioni di sangue da 1835 gemelli e migliaia di loro fratelli. I partecipanti sono stati reclutati come parte del Brisbane Adolescent Twin Sample, uno studio sui gemelli. Il principale autore, il professor John Miles, ha affermato che il team ha esaminato la risposta immunitaria a sei virus umani comuni, tra cui il virus dell'herpes, il parvovirus, il virus Epstein Barr o Human herpesvirus 4 e il virus Coxsackie. "Siamo stati sorpresi nel vedere che la 'potenza' del sistema immunitario è prevalentemente controllata dai geni trasmessi dalla mamma o dal papà - ha spiegato Miles -. Questi geni determinano se si instaura una risposta immunitaria intensa o debole quando ci si confronta con un'infezione virale". "Dimostrare che la risposta anticorpale è ereditabile - spiega il professor David Evans, altro autore dello studio - è il primo passo nell'eventuale identificazione di singoli geni che influenzano la risposta anticorpale". Il prossimo passo è identificare i geni esatti coinvolti, per eventualmente correggerli in caso di una risposta immunitaria debole o imitarli in caso di una risposta intensa per i vaccini.

Giovedì, 10 Gennaio 2019 11:06

EMA: nel 2018 via libera a 84 farmaci

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Roma, 10 gennaio 2019 - In totale sono 84 i farmaci che l'Agenzia Europea dei Farmaci (EMA) ha raccomandato per la vendita nel 2018. Tra questi ci sono 42 sostanze nuove mai autorizzate prima in Europa, e rappresentano un passo avanti importante in molte terapie per il cancro, malattie rare e pediatriche. È quanto rende noto la stessa Agenzia in un articolo pubblicato sul suo sito. Il bilancio dell'EMA mostra anche che sono stati ritirati dal mercato alcuni farmaci: si tratta di due terapie a base di daclizumab, usato per la sclerosi multipla, per i gradi effetti collaterali e alcuni casi letali di encefalite immune. È stata inoltre raccomandata la sospensione degli antibiotici a base di chinoloni e fluochinoloni, nuove misure per evitare l'esposizione dei bambini al valproato durante la gravidanza per il rischio di malformazioni e problemi di sviluppo, e infine la restrizione dell'uso di farmaci retinoidi in gestazione, per possibili danni al feto. Ci sono stati invece tre farmaci innovativi approvati per malattie su cui finora le terapie convenzionali si sono rivelate inadeguate: si tratta dei primi due farmaci per la Car terapia per alcuni tumori del sangue, e un altro invece è per il trattamento, negli adulti e nei bambini, di una rara malattia genetica che porta alla perdita della vista e alla cecità. Tra i nuovi farmaci pediatrici ce n'è uno per il diabete mellito neonatale e uno per l'insonnia nei bambini autistici.

Roma, 9 gennaio 2019 – Se lo staranno chiedendo in parecchi: come capire se si tratta di influenza o raffreddore? Per rispondere al quesito intervengono i medici dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), ed altri specialisti di disturbi infettivi statunitensi. Cinque sono le domande che bisogna porsi per capire la differenza. Se il malessere si è scatenato in fretta con sintomi forti nel giro di poche ore è con tutta probabilità influenza. Quest'ultima, spiega Alan Taege, medico della Cleveland Clinic, "fa sentire tutto d'un tratto doloranti e sfiniti". I raffreddori invece solitamente presentano problemi diversi, dal mal di gola alla congestione, in modo graduale. Se la temperatura è sopra i 37.8 gradi è quasi certamente influenza. I raffreddori possono causare un aumento, ma la febbre raramente supera i 37-37.5 gradi. L' influenza, osservano poi i Cdc, fa usualmente sentire tutti acciaccati e bastonati, "come se si fosse andati sotto un autobus". Mentre il raffreddore no. Anche il mal di testa generalizzato e forte accompagna solitamente l'influenza. Mentre per il comune raffreddore è assente. O localizzato se si soffre anche di sinusite. Tipologie a parte, i sintomi dell'influenza sono più virulenti ed aggressivi, il senso di essere malati più forte. E se mal di gola e starnuti possono in realtà essere presenti con entrambe le patologie, con il raffreddore sono più lievi.

Roma, 08 gennaio 2018 – “Siamo pronti a fare la nostra parte affinché i bambini e gli adolescenti che ne hanno bisogno possano ricevere cure adeguate a salvaguardia della loro salute psicofisica”. Così interviene il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP) che, nell’associarsi al comunicato di altre associazioni mediche circa l’attuale situazione dei migranti, dichiara che i pediatri di famiglia italiani, attraverso la capillarità degli studi pediatrici diffusa su tutto il territorio nazionale, mettono al servizio di bambini e famiglie che ne hanno bisogno la loro esperienza e professionalità. “Qualora necessario - afferma Biasci - come già accaduto in altre occasioni, noi ci siamo. Ove si decidesse per uno sbarco, siamo pronti a prenderci cura di questi bambini e adolescenti nei modi e nei tempi che potranno essere condivisi con le autorità locali”. “Quello dei bambini migranti - conclude Milena Lo Giudice, Coordinatrice Nazionale del gruppo di studio della FIMP dedicato a questo tema -, rappresenta una continua emergenza che negli anni ci ha visto sempre attenti e partecipi a difesa dei più piccoli e dei più fragili raccomandando l’integrità del nucleo famigliare primo ed essenziale elemento di salute psicofisica dei bambini”.

Roma, 08 gennaio 2019 - Vaccinare i pazienti ricoverati in ospedale, prima che vengano dimessi. È questo il consiglio che arriva dagli Stati Uniti. A dimostrarne l'utilità si pronuncia uno studio di coorte pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings. L'influenza è una comune infezione respiratoria che, come noto, può causare in alcuni casi gravi complicazioni. Quest'anno in Italia si è registrato un marcato aumento delle vaccinazioni nelle popolazioni a rischio, ma i tassi di copertura restano più bassi rispetto a quelli raccomandati. E il problema non riguarda solo il nostro Paese. Per questo i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Cdc), organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, raccomandano di somministrare la vaccinazione di routine ai pazienti ospedalizzati. Per valutarne l'utilità, i ricercatori del Kaiser Permanente Southern California hanno esaminato le cartelle cliniche di oltre 250.000 pazienti di età pari o superiore a 6 mesi che sono stati ricoverati nel sud della California. Solo il 28% di questi pazienti era già stato vaccinato prima del ricovero. Chi non lo aveva già fatto, ha ricevuto il vaccino (in genere il giorno delle dimissioni) e questo non ha comportato nessun aumento del rischio di riammissioni ospedaliere, visite ambulatoriali, febbre o valutazioni cliniche. In compenso, il 74% di coloro che hanno perso l'opportunità di vaccinarsi durante il ricovero sono rimasti senza vaccinazione per tutta la stagione.

Roma, 8 gennaio 2019 - “Accogliamo con soddisfazione la nomina del prof. Silvio Brusaferro a Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)”. E’ quanto afferma il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). “Auguro buon lavoro al prof. Brusaferro certo che saprà valorizzare la positiva eredità del prof. Ricciardi - prosegue Biasci -. Confermo il desiderio di proseguire nei rapporti di collaborazione con l’ISS, già proficuamente intrapresi durante la presidenza del prof. Ricciardi, su alcuni dei temi che come pediatri di famiglia ci vedono coinvolti in progettualità importanti come ad esempio la costituzione della Rete Pediatria-Neuropsichiatria infantile, il riconoscimento precoce dei disturbi del neurosviluppo e i temi ambientali”. “La FIMP riconosce nell’ISS la massima autorità tecnico-scientifica del nostro Paese - aggiunge Biasci - e desidera perseguire con l’Istituto l’obiettivo di sviluppare ulteriori attività scientifiche tese a migliorare le competenze professionali dei pediatri di famiglia italiani, a maggior beneficio della salute della popolazione pediatrica italiana. A tal proposito garantiamo al prof. Brusaferro la disponibilità ad una fattiva collaborazione mettendo a disposizione le risorse e l’operatività della nostra Federazione”.

Roma, 7 gennaio 2019 – L’influenza non sembra dare tregua. Sebbene non si arrivi ai picchi della scorsa stagione, è in graduale e costante aumento, con un totale di circa 1.500.000 casi dall’inizio della sorveglianza. Questi sono gli ultimi dati elaborati dal Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità attraverso il bollettino Influnet. Il livello di incidenza in Italia è pari a 3,7 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a 11,1 casi per mille assistiti. Si va dunque, per la fascia di età pediatrica, verso un'intensità media dell'influenza, stabilita nella soglia pari a 12,89 casi per mille assistiti. Umbria, P.A. di Trento, Abruzzo e Sicilia le Regioni maggiormente colpite. "Al momento, anche se siamo entrati nella fase epidemica - spiega il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss Gianni Rezza - l'andamento dei casi è più a rilento rispetto alla scorsa stagione, pur rilevandosi un loro aumento. I virus influenzali che stanno circolando maggiormente sono l'AH3N2, che colpisce maggiormente gli anziani, e l'AH1N1, virus che è stato responsabile della pandemia influenzale del 2009. Ma il fatto che l'aumento dei casi proceda più a rilento - chiarisce - può dipendere da vari fattori, come la suscettibilità della popolazione o la mutazione dei virus". Anche la vaccinazione antinfluenzale, che quest'anno sembrerebbe aver registrato un aumento, può aver avuto un peso: "Non ci sono ancora dati definitivi - afferma Rezza - ma le scorte vaccinali si sono esaurite prima ed è probabile un maggior ricorso alla vaccinazione specie da parte degli anziani, e questo ha diminuito notevolmente il rischio di casi gravi. Dal momento che la maggioranza dei casi si registra però tra i bambini, che solitamente non vengono vaccinati, l'andamento lento nella circolazione dei virus non credo possa attribuirsi all'effetto della vaccinazione".