Lunedì, 16 Settembre 2019 09:39

LA VALUTAZIONE NEUROMOTORIA DEL BAMBINO

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A cura di Carmelo Rachele, pediatra di famiglia, Latina 

 

Il Pediatra ha il “privilegio” di conoscere il bambino e la sua famiglia sin dai primi giorni di vita. Si trova nella condizione più favorevole per osservare le prime fasi della sua crescita e sostenere i comportamenti dei genitori utili a promuovere la qualità dello sviluppo psicomotorio, inteso come un processo unitario ove aspetti motori, sensoriali, comportamentali, cognitivi, e psicorelazionali sono inscindibilmente legati ed interdipendenti.

Esplorazione, conoscenza, apprendimento, specie nel primo anno di vita, sono legati all’utilizzo del “repertorio motorio” il cui sviluppo avviene intorno al proprio asse corporeo in modo simmetrico ed integrato.

Lo sviluppo delle competenze motorie nel corso dei primi mesi di vita è correlato alla necessità del bambino di superare la forza di gravità, sollevandosi dalla posizione orizzontale a quella verticale e rimanendo stabilmente in piedi attraverso la ricerca di adeguate strategie motorie che gli consentiranno di deambulare autonomamente senza perdere equilibrio o cadere per terra.

Un’efficace programma di promozione dello sviluppo neuromotorio deve garantire, a ciascun bambino, uno spazio adeguato per consentire la massima espressione di libertà dei movimenti, rimuovendo, contestualmente, qualsiasi ostacolo possa interferire con tale bisogno.

Nell’osservazione del neonato è frequente il riscontro di una fisiologica instabilità posturo-motoria che lascia il posto, nelle settimane successive, ad un allineamento del tronco e del capo, condizione che rende possibile al bambino un’esplorazione globale dell’ambiente circostante, favorendo uno sviluppo pieno ed armonico.

Nel corso dei mesi successivi, il bambino inizierà a sperimentare strategie motorie che gli permetteranno di raggiungere importanti traguardi in relazione all’autonomia del movimento nello spazio intorno a lui.

Le nuove competenze motorie e le posture prevalenti nei vari momenti di gioco, consentiranno, al bambino, di utilizzare le mani per una più frequente ed efficace manipolazione, arricchendo, contestualmente, gli apprendimenti sensoriali e cognitivi.

Raggiungere la stazione eretta e deambulare autonomamente, rappresentano, sul piano motorio, una conquista di valore assoluto che consente al bambino di rafforzare la propria autostima e di migliorare ulteriormente le competenze cognitive e psicorelazionali.

Arrampicarsi, sollevarsi da terra e spostarsi lateralmente, sorreggendosi sul divano e tra i mobili di casa, rappresentano esercizi motori che il bambino utilizza nella routine giornaliera e che bisogna promuovere attivamente prima che raggiunga l’abilità della deambulazione autonoma e si lanci, senza sostegni, a provare i primi passi. Con la deambulazione autonoma, il bambino è in grado di esplorare e manipolare tutto ciò che lo circonda, elaborando esperienze creative e stimolanti capaci di aumentare la consapevolezza del proprio se corporeo e psicologico. 

La valutazione neuro-evolutiva, attraverso l’osservazione longitudinale nell’ambito dei Bilanci di Salute, rappresenta lo strumento che con maggiore efficace può permettere di cogliere, tempestivamente, anche quelle condizioni cliniche che nei primi mesi di vita non presentano ancora quadri sintomatologici rilevanti.

È rilevante acquisire sempre maggiore consapevolezza che molti disturbi del neurosviluppo possono esordire, già in fase neonatale, con un ritardo di acquisizione delle competenze neuromotorie. È altresì vero che, alcuni sintomi possono essere difficili da cogliere se non attivamente ricercati in determinate età filtro. Le caratteristiche di alcuni di questi segnali, sebbene possano dare l’idea di un significato non chiaramente patologico, meritano, comunque, grande attenzione clinica in quanto spie, in molti casi, di patologie gravi ad esordio ed evoluzione insidiosa.

Per tale motivo, è necessario che il Pediatra ridefinisca in modo sistematico e organizzato l’esecuzione di un corretto esame neuromotorio così da cogliere, nel corso dell’intero arco dell’età pediatrica, tutti gli elementi utili per sviluppare una valutazione precisa dello sviluppo del bambino.

Un accurato esame neurologico dovrà tener conto delle competenze attese e di quelle acquisite nei vari momenti evolutivi del bambino.

Con la semeiotica clinica si potranno ricercare, con efficacia, segni e sintomi (ipo/ipertonia, deficit di forza muscolare, simmetria/asimmetria, anomalie delle motricità), spesso espressione di patologie neuromotorie. Verificare le competenze raggiunte nelle varie finestre evolutive (postura in prono e supino, passaggio da seduto ad eretto, deambulazione autonoma) è condizione essenziale per valutare le traiettorie dell’asse di sviluppo motorio, intercettare precocemente condizioni di rischio ed avviare percorsi diagnostico-assistenziale tempestivi, mirati a ridurre, tra l’altro, le complicanze evolutive.

Non va dimenticato, infine, che l’occasione dei Bilanci di Salute rappresenta il contesto privilegiato per attivare percorsi di abilitazione del genitore all’osservazione del proprio bambino, di anticipazione delle tappe neurovolutive e, quindi, di predisposizione di ogni condizione facilitante l’acquisizione delle sue competenze.

Potete trovare una valida esemplificazione di questa impostazione clinica e assistenziale nella FAD realizzata da FIMP per il progetto PETER PaN sull’approccio del pediatra di famiglia alle malattie neuro-muscolari

 

Letto 610 volte Ultima modifica il Lunedì, 16 Settembre 2019 09:39

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