FIMP NEWS

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Ufficio Stampa - Federazione Italiana Medici Pediatri

Roma, 26 marzo 2020 – Sono quasi 7,2 milioni i casi di influenza registrati nella stagione in corso. Quelli settimanali continuano a calare velocemente, soprattutto tra i giovanissimi, complice la chiusura delle scuole decisa per frenare l'epidemia da coronavirus. Secondo gli ultimi dati disponibili (relativi alla settimana dal 9 al 15 marzo) sono stati segnalati, in Italia, 264.000 contagi. Erano 345.000 quelli invece registrati nella settimana precedente. E' quanto rende noto il bollettino di sorveglianza epidemiologica Influnet, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il livello di incidenza nella 11/ma settimana del 2020 è di intensità bassa e pari a 4,4 casi per mille assistiti (era di 5,7 la settimana precedente) e in calo soprattutto tra i bambini e teenager, ovvero tra 0 e 14 anni. Le Regioni più colpite sono Piemonte, Lombardia, le province autonome di Bolzano e Trento, Liguria, Toscana, Marche e Sardegna. Da ottobre al primo marzo (ultimo dato disponibile), sempre secondo il bollettino Flunews, sono stati 169 i casi gravi di influenza, che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva, di cui 35 deceduti.

 

 

PRESIDENZA NAZIONALE

 Via Parigi 11, scala A int.105 ‒ 00185 Roma

 

CONSIGLIO NAZIONALE STRAORDINARIO DEL 21 MARZO 2020

 

Il Consiglio Nazionale della FIMP riunito in videoconferenza in data 21 marzo 2020, sentita la relazione del Presidente Nazionale,

 

l’approva all’unanimità.

Il Consiglio Nazionale,

Apprezza

lo sforzo e l’attività svolta dalla Presidenza e dalla Segreteria Nazionale per la gestione politica e tecnico-scientifica dell’emergenza pandemica da SARS-CoV-2 che ha messo in evidenza il ruolo insostituibile della Pediatria di Famiglia testimoniato dalla produzione di materiale aggiornato per diffuse campagne di informazione per i genitori e di linee guida per i PLS e dall’impegno a garantire la tutela della salute dei pediatri di famiglia attraverso la pressante richiesta di Dispositivi di Protezione Individuale per la nostra categoria;
 
Evidenzia
che fin dalle fasi iniziali della diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2, ancora quando le informazioni sull’epidemiologia e sulla clinica erano scarse, l’azione svolta dalla Pediatria di Famiglia è stata determinante per evitare l’eccessivo ricorso alle strutture ospedaliere, per dare le corrette informazioni di comportamento, per ridurre i contagi e per offrire un sostegno alle comprensibili preoccupazioni delle famiglie.

 

Lamenta

la disattenzione nei confronti di una fornitura capillare di Dispositivi di Protezione Individuale ai Pediatri di Famiglia chiamati a far fronte alle prime richieste di assistenza della popolazione, l’insufficiente attività di monitoraggio e sorveglianza sanitaria dei controlli ai Pediatri di Famiglia venuti a contatto con casi sospetti o accertati, la mancanza di un percorso assistenziale pediatrico che dovrebbe essere differenziato, in particolare per criteri di sospetto diagnostico, accertamento e ricovero, da quello, pur più urgente e grave, dell’adulto, ma che deve considerare il bambino quale potenziale e silente diffusore dell’infezione nei confronti dei famigliari (genitori e nonni).
 
Richiede

linee ministeriali chiare che non vengano sovvertite da iniziative regionali o aziendali, qualora non determinate da forti criticità epidemiologiche o assistenziali locali: triage telefonico codificato e orientato al bambino, criteri e modalità di ricovero, indicazioni per l’esecuzione di tamponi, visite da effettuare nella massima sicurezza;

una rapida attivazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, previste dal Decreto- Legge 14 del 9 marzo art.8, con modalità modulate dalla realtà epidemiologica locale;

un maggior coinvolgimento della Pediatria di Famiglia nella programmazione delle attività territoriali regionali e locali con l’inserimento di un rappresentante all’interno delle unità di crisi regionali che svolga un ruolo proattivo nella soluzione delle problematiche, tenendo conto delle peculiari particolarità dell’età pediatrica e dell’ansia che crea nelle famiglie anche il solo sospetto di un contagio;

una proroga, tra le varie già attuate, delle scadenze di assistenza per i soggetti che hanno un’assistenza a termine, che se non attuata porta all’impossibilità di effettuare la ricetta de materializzata;

un provvedimento legislativo urgente che sollevi i medici nell’intero periodo dell’emergenza da ogni responsabilità sia in ambito civile che penale;

lo sviluppo di strategie di assistenza sanitaria a distanza attraverso l’adozione di idonee e condivise modalità di telemedicina da implementare nei contesti e nelle situazioni che impediscano, per la sicurezza del paziente, della popolazione e del pediatra stesso, il trasporto presso lo studio o l’accesso al domicilio;

un’adeguata fornitura di Dispositivi di Protezione Individuale e un controllo, rapido e programmato nel tempo, per i pediatri venuti a contato con soggetti covid+, misure necessarie non solo per proteggere il singolo operatore, ma genitori e pazienti oltre che per salvaguardare l’assistenza territoriale pediatrica;

è vicino

a tutti i medici e gli operatori sanitari contagiati dal virus, in particolare a quelli ricoverati, e partecipa al dolore delle famiglie dei colleghi deceduti a causa del Coronavirus.

Roma, 21 marzo 2020 – “Triage telefonico codificato, criteri e modalità di ricovero, indicazioni per l’esecuzione di tamponi, visite da effettuare nella massima sicurezza. Sul percorso assistenziale pediatrico chiediamo linee ministeriali chiare, che non vengano sovvertite da iniziative regionali o aziendali”. Questo il primo punto del documento approvato oggi sull’emergenza nuovo Coronavirus dal Consiglio Nazionale straordinario della Federazione Italiana Medici Pediatri, tenutosi in videoconferenza.
Quasi 200 persone, tra segretari provinciali, regionali e iscritti FIMP, si sono trovate all’unanimità sulla relazione del Presidente Nazionale Paolo Biasci e sul documento finale in cui si torna a chiedere con forza un’adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale e un monitoraggio dei pediatri di famiglia venuti in contatto con persone Covid+.
“C’è ancora tanta, troppa disattenzione sull’importanza di una fornitura capillare di DPI negli oltre 7000 studi pediatrici degli iscritti FIMP. Siamo drammaticamente a macchia di leopardo – denuncia Biasci -. Mascherine, guanti e camici monouso sono misure necessarie per proteggere, con noi, anche i bambini e i loro genitori, oltre che per salvaguardare l’assistenza territoriale pediatrica. Occorre ricordare che in questa emergenza, insieme ai Medici di Medicina Generale, restiamo la porta principale del Servizio Sanitario Nazionale, che filtra gli arrivi nei Pronto Soccorso degli ospedali e nei nostri studi. Per questo è necessario un provvedimento legislativo urgente che sollevi i medici nell’intero periodo dell’emergenza da ogni responsabilità, sia in ambito civile che penale. Fin dalle fasi iniziali della diffusione dell’infezione siamo stati determinanti nel dare corrette informazioni di comportamento, ridurre i contagi e rispondere alle preoccupazioni delle famiglie. Abbiamo resistito industriandoci, ma ora tanti si trovano in quarantena o, peggio, in rianimazione: la fornitura capillare di DPI adeguati è una misura ormai ineludibile. Manca inoltre un’attività di monitoraggio e sorveglianza sanitaria su quelli che tra noi sono venuti in contatto con casi sospetti o accertati. Manca un percorso assistenziale pediatrico che dovrebbe essere differenziato, in particolare per criteri di sospetto diagnostico, accertamento e ricovero, da quello pur più urgente e grave dell’adulto, ma che deve considerare il ruolo del bambino come potenziale e silente diffusore dell’infezione nei confronti di genitori, nonni e familiari”.
“Chiediamo un maggior coinvolgimento della Pediatria di Famiglia nella programmazione delle attività territoriali, regionali e locali – l’appello del Presidente FIMP - con l’inserimento di un rappresentante all’interno delle Unità di crisi regionali, che svolga un ruolo proattivo nella soluzione delle problematiche, tenendo conto delle peculiari particolarità dell’età pediatrica e dell’ansia che crea nelle famiglie anche il solo sospetto di un contagio. Occorre inoltre una rapida attivazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, previste dal Decreto Legge 14 del 9 marzo art.8, con modalità modulate dalla realtà epidemiologica locale”.
L’organismo che raccoglie tutti i quadri sindacali ha dato voce alle istanze territoriali, ha consentito di evidenziarne le criticità e condividere strategie operative. “C’è bisogno di una proroga delle scadenze per i bambini che hanno un’assistenza a termine: in questi casi, non potremo altrimenti procedere con l’invio di ricette dematerializzate. Nelle realtà in cui la situazione da drammatica è diventata tragica, è necessario programmare più tamponi per monitorare i cluster familiari. Segnaliamo che in alcune realtà sono in dimissione neonati positivi oppure non positivi, ma con madri sintomatiche. Urgono dei protocolli nella gestione di questi casi, per curare al meglio i bambini ed evitare ulteriori contagi”.
“In un’ottica di resilienza – afferma Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP – questa epidemia ci ha offerto anche una nuova chiave di lettura del nostro lavoro, una possibilità di crescita e accreditamento professionale in quelle realtà difficili da raggiungere o in cui il pediatra di famiglia manca del tutto. Stiamo ragionando infatti sulle opportunità che offre la telemedicina nel nostro ambito. Da strumento emergenziale può diventare strategia di supporto al quotidiano. Occorreranno però una formazione tecnica e scientifica, nonché dotazioni strumentali che non sempre sono nella disponibilità di tutti. Il triage telefonico ha aperto la strada a quella che lo stesso Ministero della Salute intende come una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle ICT (Information and Communications Technology), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente non si trovano nello stesso luogo. Un’applicazione che deve prevedere la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico nella forma di testi, immagini, registrazione di parametri clinici o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti”.
“Potremo avviare un ragionamento con le Regioni – annuncia Biasci - per esercitare attività di Telemedicina proprio a partire dal triage telefonico che stiamo sperimentano con successo, uno strumento che deve essere ancora approfondito, strutturato e codificato. Dobbiamo lavorare sulla possibilità di adottare modalità idonee e condivise da implementare nei contesti e nelle situazioni che impediscano, per la sicurezza del paziente, della popolazione e del pediatra stesso, il trasporto presso lo studio o l’accesso al domicilio. Usiamo questo tempo per immaginare strategie di consultazione, valutazione e assistenza sanitaria a distanza, che potremo utilizzare anche quando questa epidemia sarà superata. Ci aspettano nuove sfide, i pediatri di famiglia troveranno nuovi modi di affrontarle”.
“Ultimo, ma non ultimo – conclude Biasci – il nostro pensiero va a tutti i medici e gli operatori sanitari contagiati dal virus, in particolare a quelli ricoverati, e partecipa con profonda vicinanza al dolore delle famiglie dei colleghi che a causa del virus hanno perso la vita”.

Il documento integrale è disponibile sul sito www.fimp.pro

Roma, 18 marzo 2020 – “Un altro collega di Cure Primarie che ha perso la vita, centinaia di suoi pazienti smarriti, un’ulteriore pressione sulle reti ospedaliere. È strategico, oltre che umano, lasciare la porta al Servizio Sanitario Nazionale sguarnita, con i medici che in prima istanza si occupano dei casi sospetti di nuovo Coronavirus, ancora senza dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti, occhiali e camici monouso?”. Un grido di dolore e insieme una richiesta di aiuto, l’appello di Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, alla notizia della morte di Marcello Natali, che aveva il suo studio a Codogno ed era Segretario della Federazione italiana Medici di Medicina Generale di Lodi.
“Chiediamo che la morte di Marcello Natali non sia vana – afferma Biasci -. I numeri dell’epidemia tra gli operatori sanitari sono impressionanti. Secondo i dati della Fondazione GIMBE, si tratta di oltre l’8% del totale dei contagi, 2.629 persone. Tra i pediatri di famiglia, decine sono in isolamento o quarantena, alcuni si trovano in rianimazione. Chi si prende cura di chi si prende cura? Chi si occuperà del triage dei pazienti, oltre che di altre malattie, quando i medici di Cure Primarie non potranno più farlo?”.
“I dispositivi di protezione individuale – dichiara Biasci – continuano ad essere distribuiti poco e male. Gli applausi dei cittadini ai medici del Servizio Sanitario Nazionale ci hanno emozionato, ma non bastano a salvarne la vita. Non vogliamo essere eroi, chiediamo lucidità e lungimiranza, per essere messi in grado di continuare a contribuire alla gestione dell’emergenza, a dare la migliore assistenza ai bambini ed alle loro famiglie”. 
“I nostri schemi di triage telefonico hanno funzionato – aggiunge il Presidente FIMP - e soprattutto grazie al rapporto fiduciario con le famiglie sono stati condivisi e compresi. Insieme all’isolamento contribuiranno a farci arrivare in fondo al tunnel di questa epidemia più in fretta”. 
“Abbiamo convocato per sabato prossimo in video-conferenza – conclude Biasci – il Consiglio Nazionale Straordinario FIMP, che raccoglie tutti i quadri sindacali. Vogliamo dar voce alle istanze del territorio e concordare insieme strategie operative. Alla famiglia di Marcello Natali, ai suoi pazienti, alle persone che lo hanno conosciuto e amato, va il nostro abbraccio. Nessuno deve essere lasciato solo”.

Roma, 18 marzo 2020 - Per preservare la propria fertilità gli uomini dovrebbero evitare di mangiare, da giovani, junk food. E’ quanto ha dimostrato una recente ricerca danese pubblicata da JAMA Network Open e condotta su 2.935 persone. Chi aveva seguito una dieta basata su pizza, patatine fritte, dolci, bibite, carni rosse e trasformate hanno fatto registrare in genere un numero di spermatozoi inferiore (di circa 26 milioni) rispetto agli uomini che hanno mangiato una quantità inferiore di questi cibi. Quest’ultimi hanno anche mostrato livelli più bassi di ormoni riproduttivi necessari per una fertilità ottimale. Viceversa chi aveva abitudini alimentari più sane (consumo di pesce, pollo, verdure, frutta e acqua) aveva in genere un numero di spermatozoi superiore di 43 milioni rispetto a chi mangiava basse quantità di questi alimenti. “Il tuo sperma è ciò che mangi - ha sintetizzato il coautore Feiby Nassan della Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston -. I nostri risultati suggeriscono la possibilità di utilizzare la dieta come un possibile approccio per migliorare la qualità dello sperma degli uomini in età riproduttiva”. La ricerca non è stato progettata per dimostrare se la dieta influisca direttamente sullo sperma o sulla fertilità. Gli scienziati si sono anche concentrati su uomini giovani e sani che potrebbero non aver ancora provato a concepire e non hanno esaminato ciò che è accaduto negli uomini più grandi che volevano diventare padri. “Tuttavia, lo studio aggiunge elementi che suggeriscono come una dieta sana faccia bene alla salute riproduttiva degli uomini”, dice Muhammad Imran Omar dell’Università di Aberdeen nel Regno Unito. “Gli uomini dovrebbero essere consapevoli del fatto che ci vogliono tre mesi per produrre lo sperma - conclude Allan Pacey, un ricercatore dell’Università di Sheffield nel Regno Unito che non era coinvolto nello studio -. Se un uomo altera la sua dieta di venerdì, non migliorerà il suo sperma entro il lunedì successivo”.

Martedì, 17 Marzo 2020 10:19

Interventi Video FIMP Nuovo Coronavirus

Interventi Video FIMP Nuovo Coronavirus

 

Coronavirus, il fumetto per spiegarlo ai bambini 

TGCOM 24 DEL 10-03-2020

 

Intervista a Paolo Biasci: " Occorre responsabilità da parte di tutti"     

GRANDUCATO TV DEL 09-03-2020

  

Coronavirus: Intervista a Mattia Doria    

UNO MATTINA (RAI UNO)  DEL 09-03-2020

 

Paolo Biasci a TGCOM 24: "Bambini e coronavirus: cosa sappiamo"

 TGCOM 24 DEL 02-03-2020

 

Paolo Biasci a TGCOM 24: "Bene risposta dell'Italia al rischio Coronavirus"

 TGCOM 24 DEL 25-02-2020

Roma, 11 marzo 2020 – “Al momento non sono pervenute segnalazioni di carenze o interruzioni della fornitura di medicinali commercializzati nell'UE a causa di questo focolaio. Al crescere dell'emergenza sanitaria pubblica, non si possono escludere carenze o interruzioni della fornitura”. E’ quanto ha reso noto un comunicato dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Nel frattempo l’Unione Europea ha organizzato la prima riunione del gruppo direttivo esecutivo (Ema, Commissione europea e autorità nazionali competenti negli Stati membri) sulla carenza di medicinali causata da eventi rilevanti, per discutere le misure volte ad affrontare l'impatto dell’epidemia di COVID- 19 sulla fornitura di medicinali nell’Unione. Il mandato di questo gruppo “è quello di fornire una leadership strategica per un'azione urgente e coordinata all'interno dell'UE nel caso in cui una crisi causata da eventi rilevanti, come l'epidemia COVID19, rischi di avere un impatto sulla fornitura di medicinali per uso umano e veterinario. Nel contesto di COVID-19, il gruppo identificherà e coordinerà le azioni a livello UE per proteggere i pazienti quando i medicinali nell'UE saranno a rischio di carenza di approvvigionamento, ad es. a causa di un blocco temporaneo dei siti di produzione nelle aree interessate da COVID-19 o di restrizioni di movimentazione delle merci”. Il gruppo inoltre “assicurerà che i pazienti e gli operatori sanitari in tutta l'UE siano tenuti informati in modo coerente e trasparente sui rischi e sulle azioni correttive intraprese. Il gruppo direttivo è presieduto dalla Commissione europea. I membri del gruppo sono rappresentanti della Commissione europea, i capi delle agenzie regolatorie nazionali (HMA), l'EMA, i presidenti dei gruppi di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate per i medicinali sia umani che veterinari (CMDh e CMDv), come anche da specialisti della comunicazione del rischio”. Lo scopo del gruppo è quello di “gestire le interruzioni della fornitura di medicinali nell'UE attraverso un approccio coordinato, tuttavia è importante sottolineare che è responsabilità delle aziende del settore farmaceutico garantire la continuità della fornitura dei loro medicinali. Ciò include, ad esempio, che i produttori mettano in atto adeguate misure di resilienza come l'aumento delle scorte o l’approvvigionamento di prodotti e materiali attraverso due canali”.

Roma, 10 marzo 2020 – “Accogliamo con sollievo e gratitudine le misure approntate dal Governo per consentire agli specializzandi in pediatria di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di pediatri di famiglia. Ringraziamo il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro della Salute Speranza per aver pensato al potenziamento della rete di assistenza pediatrica e confidiamo che il tema della sostenibilità dell’intero sistema delle cure primarie resti anche quando l’emergenza Coronavirus sarà superata”. Così Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri sul decreto legge in vigore da stamane, che all’art. 4 prevede “Misure urgenti per il reclutamento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”. Nel comma 4 si legge inoltre che il periodo di attività, svolto dai medici specializzandi durante lo stato di emergenza è riconosciuto ai fini del ciclo di studi che conduce al conseguimento del diploma di specializzazione.
“L’assunzione dei medici specializzandi a partire dal 3° anno di formazione specialistica – spiega Biasci – era sinora prevista solo negli ospedali. Lo scenario è cambiato e ora possiamo almeno cercare di garantire i livelli assistenziali, con maggiore equilibrio tra le cure territoriali e quelle ospedaliere. L’inserimento anticipato degli specializzandi per incarichi temporanei e sostituzioni deve essere previsto stabilmente in futuro, con analoghe modalità sia per l’ospedale che per il territorio, sia per i medici di medicina generale (come già avviene), che per i pediatri di libera scelta. Tutto questo anche per evitare squilibri in termini di avvicendamento e ricambio generazionale. Dobbiamo difendere l’universalità del nostro Servizio Sanitario Nazionale dal rischio di gravi carenze assistenziali, soprattutto in quelle aree periferiche e disagiate dove rappresentiamo il primo e spesso l’unico riferimento per la salute dei bambini e delle loro famiglie”.
Ricordo infine – conclude Biasci - che anche in questo decreto sull’emergenza nuovo Coronavirus si fa riferimento al ruolo centrale che anche i pediatri di famiglia hanno nel triage telefonico e nella presa in carico di un paziente con sospetta Covid-19. Nonostante le cure primarie continuino a essere sottoposte a un’enorme pressione, segnalo le permanenti difficoltà sul fronte della distribuzione di dispositivi di protezione individuale. Purtroppo manca ancora un’omogeneità regionale e, in alcuni casi, anche intra-regionale. Proteggere un pediatra vuol dire evitare che si ammali, che contagi i propri pazienti e i loro accompagnatori (genitori e/o nonni), che debba curarsi o auto-isolarsi, non potendo più prendersi cura dei bambini. Nessuno può permetterselo”.

Roma, 9 marzo 2020 – La socialità dei giovani al tempo del nuovo Coronavirus è tanto vitale per loro quanto cruciale per contenere l’epidemia. Ne sono convinti i pediatri di famiglia della FIMP che lanciano una nuova iniziativa proprio per creare tra i ragazzi consapevolezza sul ruolo che possono avere nel ridurre la diffusione del virus. “Sì ad attività fisica all’aria aperta a distanza di sicurezza, no ad appuntamenti in luoghi chiusi e affollati è il primo punto contenuto nel poster, da oggi disponibile negli studi di oltre 7000 pediatri di cure primarie e sui nostri social” annuncia Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri.“Sappiamo di poter contare sui ragazzi. L’importante è far capire le conseguenze di comportamenti irresponsabili per la propria comunità, i genitori e i nonni. Non dobbiamo allarmarli. Parliamo loro con l’onestà e la chiarezza necessarie e otterremo una collaborazione cruciale per il contenimento dei contagi. Ripuliamo il campo dalla mole di suggestioni che arrivano dal web e focalizziamoli su alcuni semplici norme di comportamento da seguire”. “Si tratta di un fumetto e 6 regole – spiega Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP - per evitare di contrarre e trasmettere il virus, scritte con un linguaggio semplice e sintetico: si va dall’igiene personale alla pulizia dei dispositivi che utilizzano, dal no a strette di mano, baci e abbracci al sì alle tecnologie che permettono di restare in contatto con gli amici”.
“Ribadiamo che i ragazzi sono possibili grandi alleati nel contrastare l’epidemia di Covid-19 – ricorda il Presidente FIMP Biasci – e questa è comunque un’importante opportunità perché imparino regole di igiene utili per evitare il contagio di tutte le malattie a trasmissione aerea che incontreranno nella vita”.
“Abbiamo voluto accompagnare questa campagna con gli hashtag #distantimainsieme #solounitisivince #stiamoacasa perché, nel relativo isolamento cui sono costretti, gli adolescenti trovino un modo per sentirsi vicini in questa battaglia. Usiamo la rete – conclude Biasci – per avere e offrire comunicazioni certificate. Le raccomandazioni per le famiglie, quelle per i bambini e le regole di comportamento da tenere in ambulatorio sono già disponibili su tutti i canali social di FIMP”.

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