FIMP NEWS

FIMP NEWS

Roma, 6 novembre 2018 - Per stare in forma e contrastare il rischio obesità, un valido alleato può essere un amico. Gli stimoli che si ricevono dal gruppo o dal compagno del cuore sono, infatti, importanti leve sociali che spronano all’attività fisica. Un elemento da non sottovalutare se si considera che, secondo l’International Association for the Study of Obesity, l’obesità e il sovrappeso in Europa colpiscono un bambino su tre. Importante quindi attenersi alle indicazioni che emergono da uno studio di cui è coautrice Eugenia Polizzi, ricercatrice dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc). Il lavoro, pubblicato su ‘Nature Human Behaviour’ e coordinato dal Joint Research Center della Commissione europea in collaborazione con l’università di Cambridge, ha messo sotto esame l’impatto che hanno meccanismi sociali come la reciprocità e la cooperazione di gruppo sul motivare bambini di 9-11 anni a praticare più sport. A 350 bambini di 15 scuole elementari italiane è stato chiesto di indossare quotidianamente per sette settimane un accelerometro che permette di registrare i movimenti del corpo. L’attività fisica rilevata veniva trasformata in punti, che alla fine dello studio potevano essere scambiati con premi, assegnati in base all’attività svolta dal bambino (incentivi individuali), oppure a quella dei loro migliori amici e collettivamente all’interno di squadre (incentivi sociali). In queste ultime due condizioni, più i loro amici si muovevano, più i bambini ricevevano punti. “Gli incentivi sociali erano molto più efficaci rispetto a quelli individuali nello stimolare l’attività fisica dei bambini, portando ad un aumento globale del 52% di attività rispetto ad una condizione di controllo.”

Lunedì, 05 Novembre 2018 10:22

Influenza: già 125 mila gli italiani colpiti

Roma, 5 novembre 2018 – Febbre, mal di gola, dolori ai muscoli e alle articolazioni iniziano ad affliggere gli italiani. È l’influenza che torna all’attacco, colpendo 125 mila cittadini dall’inizio della sorveglianza epidemiologica e, circa 71 mila, nell'ultima settimana osservata, dal 22 al 28 ottobre. È quanto emerge dal bollettino della rete Influnet, coordinata dall'Istituto superiore di sanità, con il sostegno del ministero della Salute e il contributo dei camici bianchi 'sentinella', medici di famiglia e pediatri di libera scelta delle varie regioni. Secondo il report, l'attività dei virus influenzali è ai livelli di base in tutte le regioni italiane (anche se, si puntualizza, non tutti i medici partecipanti alla sorveglianza hanno reso disponibili i dati raccolti).
Rispetto alla precedente settimana, quando i casi stimati erano quasi a quota 55 mila, si comincia a intravedere un aumento, complice forse anche il maltempo che ha investito la Penisola. Il valore dell'incidenza totale è pari a 1,17 casi per mille assistiti (nella settimana precedente era a 0,91). Nella fascia d'età 0-4 anni si sale a 2,36 casi per mille assistiti. Guardando alle varie situazioni regionali, l'incidenza complessiva più alta si osserva al momento in Abruzzo (3,63 casi per mille assistiti) e Lombardia (2,25), la più bassa in Veneto (0,26) e Campania (0,30).
Dopo il primo 'schiaffo' dal meteo che in questi giorni ha portato giù le temperature, "in Italia la situazione sul fronte dell'influenza è ancora tutto sommato tranquilla - chiarisce Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano -. Si registra un lieve aumento dell'attività dei virus stagionali legato all'andamento meteorologico e a una conseguente facilitazione della diffusione. È questo il momento giusto per vaccinarsi".

Roma, 31 ottobre 2018 – Per stare in forma e contrastare il rischio obesità, un valido alleato può essere un amico. Gli stimoli che si ricevono dal gruppo o dal compagno del cuore sono, infatti, importanti leve sociali che spronano all’attività fisica. Un elemento da non sottovalutare se si considera che, secondo l’International Association for the Study of Obesity, l'obesità e il sovrappeso in Europa colpiscono un bambino su tre. Importante quindi attenersi alle indicazioni che emergono da uno studio di cui è coautrice Eugenia Polizzi, ricercatrice dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc). Il lavoro, pubblicato su 'Nature Human Behaviour' e coordinato dal Joint Research Center della Commissione europea in collaborazione con l’università di Cambridge, ha messo sotto esame l'impatto che hanno meccanismi sociali come la reciprocità e la cooperazione di gruppo sul motivare bambini di 9-11 anni a praticare più sport. A 350 bambini di 15 scuole elementari italiane è stato chiesto di indossare quotidianamente per sette settimane un accelerometro che permette di registrare i movimenti del corpo. L’attività fisica rilevata veniva trasformata in punti, che alla fine dello studio potevano essere scambiati con premi, assegnati in base all’attività svolta dal bambino (incentivi individuali), oppure a quella dei loro migliori amici e collettivamente all’interno di squadre (incentivi sociali). In queste ultime due condizioni, più i loro amici si muovevano, più i bambini ricevevano punti. "Gli incentivi sociali erano molto più efficaci rispetto a quelli individuali nello stimolare l’attività fisica dei bambini, portando ad un aumento globale del 52% di attività rispetto ad una condizione di controllo."

Roma, 30 ottobre 2018 - Negli ultimi tre anni è aumentata la fiducia della popolazione europea nei confronti dei vaccini. E questo è avvenuto anche nel nostro Paese. E’ quanto afferma una ricerca svolta per conto della Commissione Europea, da un gruppo di esperti indipendenti. Rispetto al 2015, in Italia l'aumento di fiducia è di circa il 9%. Il dato è motivato, si legge nel rapporto, dal fatto che "l'aumento delle epidemie di morbillo in tutta l'Ue ha contribuito ad aumentare le conversazioni dei media sull'importanza della vaccinazione e alla decisione di Francia e Italia di aumentare il numero di vaccini obbligatori nell'ambito dei programmi nazionali di vaccinazione". L’indagine prevedeva una serie di domande, come ad esempio: i vaccini sono sicuri, efficaci, importanti per i bambini? Il focus si è basato poi principalmente sul vaccino trivalente (Morbillo, Parotite, Rosolia) e su quello per l’influenza stagionale. In generale è emersa una maggiore fiducia per l’MPR e minore per quello anti-influenzale. Il Portogallo ha la più alta percentuale di intervistati che concorda sul fatto che i vaccini generalmente sono sicuri (95,1%), efficaci (96,6%) e importanti per i bambini (98,0%). A seguire la Finlandia, che ha la seconda percentuale più alta di intervistati, concorda sul fatto che i vaccini sono importanti per i bambini (97,6%), ma la sesta percentuale più alta di intervistati concorda che i vaccini sono sicuri (89,0%) dopo Portogallo (95,1%), Danimarca (94,0%), Spagna (91,6%), Ungheria (91,4%) e Regno Unito (89,9%). Gli intervistati bulgari sono invece meno inclini a concordare che i vaccini sono sicuri, con solo il 66,3%, seguito dalla Lettonia (68,2%) e dalla Francia (69,9%). Bulgaria (78,4%), Polonia (75,9%) e Slovacchia (85,5%) sono i tre paesi in cui i cittadini sono meno d'accordo sul fatto che i vaccini sono importanti per i bambini.

Roma, 29 ottobre 2018 – I pediatri di famiglia lanciano la loro “Top Five” per promuovere buone pratiche cliniche tra i professionisti della salute dei più giovani. Sono cinque raccomandazioni che hanno l’obiettivo di favorire l’appropriatezza prescrittiva di esami diagnostici e di alcune terapie per la cura dei più frequenti disturbi di salute dei bimbi promuovendo il dialogo tra pediatri e famiglie. Si tratta di un’iniziativa della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e rientra nel progetto “Fare di più non significa far meglio - Choosing Wisely Italia” lanciato nel 2012 dalla rete di professionisti e cittadini “Slow Medicine”. Le raccomandazioni della FIMP sono “ufficiali” e pubblicate, oltre che nel sito di Choosing Wisely Italia, nel sito dell’Istituto Superiore Sanità (ISS) all’interno del Sistema Nazionale Linee Guida. “Siamo arrivati a queste cinque raccomandazioni attraverso un’indagine e una riflessione interna che ha coinvolto oltre 1.040 pediatri di famiglia - sottolinea il dott. Mattia Doria, segretario nazionale alle attività scientifiche ed etiche della FIMP -. Abbiamo in un primo momento individuato 16 pratiche cliniche considerate a rischio di inappropriatezza. Tra queste ne sono state selezionate cinque. Con questo nuovo documento vogliamo dare un contributo utile a limitare l’utilizzo di pratiche cliniche non confermate dalle evidenze scientifiche ma ancora diffuse sia tra i medici che tra le famiglie. La promozione delle buone pratiche clinico-assistenziali e terapeutiche, come già abbiamo fatto sul tema dell’utilizzo giudizioso degli antibiotici, rappresenta uno dei principali obiettivi di FIMP per garantire la migliore salute possibile ai bambini che seguiamo. L’Italia, infatti, è ai primi posti in Europa per numero di esami prescritti e per utilizzo di alcuni farmaci, tra cui gli antibiotici. E questo vale anche per le cure pediatriche. Si tratta di un problema importante sia da un punto di vista di salute pubblica che di politica sanitaria. Incrementare l’appropriatezza e ridurre il numero di test diagnostici e trattamenti inutili può portare, oltre che ad una migliore salute soggettiva e di comunità, anche a cospicui risparmi di risorse da reinvestire in altri settori dell’assistenza medica”.

Ecco le cinque raccomandazioni della FIMP:

1. Non prescrivere farmaci (per aerosol e/o sistemici) in caso di Bronchiolite

2. Non fare diagnosi di Infezione delle Vie Urinarie in base al solo esame colturale delle urine

3. Non trattare sistematicamente una febbre, in assenza di altri sintomi. Se si decide di trattare, fare ricorso a dosaggi appropriati, evitando l'uso combinato/alternato di paracetamolo e ibuprofene

4. Non utilizzare farmaci cortisonici per via sistemica per il trattamento della febbre

5. Non utilizzare terapia nasale topica attraverso doccia nasale micronizzata con farmaci non specificamente autorizzati per questa via di somministrazione

“Come FIMP abbiamo accolto con grande responsabilità le indicazioni promosse dalla Legge Gelli del marzo 2017 - aggiunge il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della FIMP -. E’ stato un provvedimento che la nostra Federazione ha fortemente sostenuto in quanto rappresenta un buon rimedio alla crescita esponenziale della medicina difensiva nel nostro Paese. Con le norme introdotte lo scorso anno sono sempre più importanti le raccomandazioni emanate dalle varie Società Scientifiche. Proprio per questo all’interno di FIMP abbiamo costituito un gruppo di lavoro specifico sulle buone pratiche clinico-assistenziali. Abbiamo in progetto di avviare ulteriori progetti simili per aiutare i colleghi in un aspetto sempre più fondamentale della nostra professione”.

Roma, 26 ottobre 2018 – “Le statistiche sull’obesità infantile ci presentano una situazione preoccupante, in Italia come nel resto del mondo. Non ci sono, tuttavia, attualmente dati su larga scala per la popolazione infantile italiana 0-14 anni. I pediatri di famiglia sono depositari di un enorme data-base che raccoglie le misurazioni antropometriche di centinaia di migliaia di bambini rilevate in occasione dei bilanci di salute”. E’ questo il commento del dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) che interviene sul nuovo allarme obesità. “La FIMP - prosegue Biasci - è disponibile a collaborare con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità per realizzare finalmente in Italia una grande e permanente rilevazione della prevalenza del sovrappeso e dell’obesità infantile”. “Va decisamente rivista la strategia di approccio al problema dell’obesità infantile - prosegue il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale FIMP alle attività scientifiche ed etiche -. Lo sappiamo bene, l’intervento nel bambino già obeso non porta facilmente a risultati buoni e duraturi. L’impegno nostro è quello di sviluppare nuove strategie di intervento preventivo a partire dal rinforzo dell’allattamento materno, supportando le mamme nella decisione di proseguirlo più a lungo possibile, e dall’introduzione dell’alimentazione complementare con quantità e modalità che permettano la precoce acquisizione dell’autocontrollo della sazietà. Purtroppo, però - prosegue Doria -, le famiglie vivono in un contesto sociale che non facilita un sufficiente accudimento del bambino per il precoce reinserimento lavorativo delle neo-mamme e che contrasta il mantenimento di buone pratiche alimentari e corretti stili di vita anche a causa di messaggi pubblicitari distorti sia in TV che nel Web. Come pediatri di famiglia siamo attenti all’alimentazione di tutto il contesto familiare perché un bambino mangia bene solo in una famiglia che mangia bene e per ottenere questo è nostra intenzione sviluppare nuovi percorsi formativi “tarati” sulla nostra specificità professionale”. 

“L’obiettivo che la FIMP vuole realizzare nell’immediato - riprende il dr. Biasci - è quello di trasferire le raccomandazioni delle Linee Guida sull’obesità, che rischiano di rimanere teoriche e poco centrate su efficaci strategie di tipo preventivo, in raccomandazioni di buone pratiche clinico-assistenziali necessarie per monitorare nel modo corretto il bambino nella sua traiettoria di crescita, grazie all’attività di osservazione longitudinale che il pediatra di famiglia può realizzare dalla nascita all’adolescenza”.

Roma, 19 ottobre 2018 - Il Board del Calendario per la Vita esprime forte preoccupazione per la possibilità che nelle gare per le forniture dei vaccini attualmente in corso in diverse Regioni possa prevalere un approccio più improntato alla ricerca del risparmio rispetto alla massima possibile tutela dei bambini nei confronti di patologie gravi e talora mortali. 

Premesso che tutti i vaccini oggi disponibili sul mercato nazionale sono di provata sicurezza ed efficacia, va anche sottolineato come la stragrande maggioranza dei preparati utilizzabili di cui esistano più produttori (es. esavalente, quadrivalente morbillo-parotite-rosolia, quadrivalente meningococcico ACWY, etc.) sono in modo documentato sovrapponibili per grado di protezione fornito nei confronti delle malattie infettive verso cui sono diretti.
Per le patologie pneumococciche, i dati degli studi di sorveglianza e sull’utilizzo sul campo dei vaccini coniugati pneumococcici 10-valente (PCV10) e 13 valente (PCV13), pur trattandosi in entrambi i casi di vaccini di documentata sicurezza ed efficacia nei confronti dei tipi di batteri contenuti in ciascuno dei prodotti, non sono, a giudizio del Board, indicativi di una equivalenza di efficacia protettiva per i nostri bambini. Siamo certamente favorevoli alla concorrenza tra produttori di vaccini (i monopoli non piacciono a nessuno), ma a condizione che sia accertata la equivalenza tra vaccini messi in competizione.
Per tali ragioni, il passaggio da utilizzo del PCV13 – ad oggi impiegato da tutte le Regioni eccetto che dal Piemonte nei bambini di 3, 5 e 12 mesi – ad un uso del PCV10, non garantisce la protezione nei confronti dei sierotipi di pneumococco 3, 6A e 19A, contenuti in PCV13 ma non in PCV10. In particolare, il sierotipo 19A può essere causa di forme di meningite e sepsi gravi, ed è il sierotipo caratterizzato dalla più elevata antibiotico resistenza, motivo per il quale una vaccinazione pienamente efficace contro tale batterio evita di potersi trovare di fronte ad una malattia anche difficilmente curabile.
Sarebbe peraltro auspicabile che i medici vaccinatori delle aree dove la Sanità Pubblica offre il vaccino 10-valente potessero informare le famiglie sulla possibile maggiore copertura fornita dal vaccino 13-valente, consentendo ai genitori una scelta consapevole sul prodotto da utilizzare, in ambito di sanità pubblica, per i propri figli.

Roma, 19 ottobre 2018 - Diete sbilanciate, problemi intestinali, infezioni respiratorie ricorrenti, intensa attività sportiva e obesità infantile: per mettere al riparo il bambino da possibili squilibri nella crescita, sono cinque le condizioni in cui è particolarmente raccomandata l'integrazione a base di vitamine del gruppo B. Si chiamano 'B Top Five' e a definirle sono stati i pediatri, in un incontro nell'ambito del XXII Congresso della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp).    "Le vitamine del gruppo B svolgono numerose funzioni essenziali e sono fondamentali per lo sviluppo di organi e apparati, in particolare del sistema nervoso - spiega Mattia Doria, segretario alle attività scientifiche ed etiche Fimp -.    L'apporto attraverso un'adeguata alimentazione deve essere adeguato: qualora non lo fosse, sarebbe opportuno ricorrere alla supplementazione".    Le mamme italiane, però, sembrano essere poco informate su queste vitamine. In particolare, secondo un'indagine di GFK Eurisko, solo il 10% sa che migliorano le prestazioni del sistema immunitario, e 2 su 10 hanno usato un'integrazione in casi di malattia o di terapia antibiotica.    I pediatri si sono confrontati stabilendo i cinque più frequenti utilizzi. Si adottano in caso di diete sbilanciate, cioè regimi alimentari in cui si escludono categorie di nutrienti per intolleranze e allergie, o per la tendenza di far adottare anche ai bambini alimentazioni come quelle vegetariane e vegane, non sempre ben pianificate e supplementate, per compensare le gravi carenze causate da queste diete.    Ma anche per combattere le infezioni respiratorie ricorrenti può essere utile un adeguato supporto di micronutrienti necessari all'attività del sistema immunitario, come le vitamine del gruppo B, così come per i problemi intestinali e nel caso di pratica di un'attività sportiva ad elevato dispendio energetico.    Infine per l'obesità infantile, in cui la supplementazione può migliorare l'efficienza dei processi metabolici.    I "B top five" diventeranno un documento che sarà distribuito dai prossimi mesi ai pediatri.

Roma, 18 ottobre 2018 - Nei prossimi 20 anni in quasi tutti i Paesi del mondo assisteremo ad un aumento della vita media. E’ quanto sostiene un nuovo studio, appena pubblicato su “Lancet”, che analizza le principali cause di decesso nel 2040. Secondo le proiezioni tra due decenni la Spagna sarà al primo posto (con 85,8 anni) per aspettativa di vita, surclassando il pur longevo Giappone (85,7 anni). La Cina invece nel 2016 aveva un'aspettativa di 76,3 anni e si è classificata al 68° posto su 195 nazioni. Se gli ultimi trend sanitari continueranno potrebbe raggiungere il 39° posto nel 2040 con un'aspettativa di vita media di 81,9 anni. In Italia, con una vita media di 84,5 anni, si colloca al sesto posto della classifica mondiale, guadagnando una posizione rispetto al 2016. Scorrendo la top ten del 2040, troviamo sul terzo gradino del podio Singapore (con 85,4 anni), seguono Svizzera (85,2) e Portogallo (84,5). Dopo l'Italia c'è Israele (84,4 anni), all'ottavo posto la Francia (84,3), poi il Lussemburgo (84,1) e l'Australia (84,1). Gli Stati Uniti nel 2016 si erano classificati al 43° posto con una vita media di 78,7 anni, ma nel 2040 l'aspettativa di vita salirà di appena un anno (79,8) tanto che il paese scivolerà al 64° posto. Lo studio prevede inoltre un aumento significativo delle morti per malattie non trasmissibili, tra cui diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattia renale cronica e cancro ai polmoni, così come il peggioramento dei problemi legati all'obesità. "Il futuro della salute del mondo non è preordinato, e c'è una vasta gamma di traiettorie possibili", avverte Kyle Foreman, direttore Data Science presso l'Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) dell'Università di Washington e autore principale dello studio. "Ma se vediamo progressi significativi o una stagnazione, ciò dipende da quanto bene o male i sistemi sanitari affrontano i principali fattori di salute". A segnare il futuro saranno 5 fattori chiave: l'ipertensione, l'alto indice di massa corporea, l'alto livello di zucchero nel sangue, l'uso di tabacco e l'uso di alcool, ha detto Foreman.

Mercoledì, 17 Ottobre 2018 11:21

Congresso Nazionale Fimp 2018

[youtube url="https://youtu.be/pv1G-0ot88o" autoplay="yes"]