FIMP NEWS

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Roma, 9 gennaio 2019 – Se lo staranno chiedendo in parecchi: come capire se si tratta di influenza o raffreddore? Per rispondere al quesito intervengono i medici dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), ed altri specialisti di disturbi infettivi statunitensi. Cinque sono le domande che bisogna porsi per capire la differenza. Se il malessere si è scatenato in fretta con sintomi forti nel giro di poche ore è con tutta probabilità influenza. Quest'ultima, spiega Alan Taege, medico della Cleveland Clinic, "fa sentire tutto d'un tratto doloranti e sfiniti". I raffreddori invece solitamente presentano problemi diversi, dal mal di gola alla congestione, in modo graduale. Se la temperatura è sopra i 37.8 gradi è quasi certamente influenza. I raffreddori possono causare un aumento, ma la febbre raramente supera i 37-37.5 gradi. L' influenza, osservano poi i Cdc, fa usualmente sentire tutti acciaccati e bastonati, "come se si fosse andati sotto un autobus". Mentre il raffreddore no. Anche il mal di testa generalizzato e forte accompagna solitamente l'influenza. Mentre per il comune raffreddore è assente. O localizzato se si soffre anche di sinusite. Tipologie a parte, i sintomi dell'influenza sono più virulenti ed aggressivi, il senso di essere malati più forte. E se mal di gola e starnuti possono in realtà essere presenti con entrambe le patologie, con il raffreddore sono più lievi.

Roma, 08 gennaio 2018 – “Siamo pronti a fare la nostra parte affinché i bambini e gli adolescenti che ne hanno bisogno possano ricevere cure adeguate a salvaguardia della loro salute psicofisica”. Così interviene il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP) che, nell’associarsi al comunicato di altre associazioni mediche circa l’attuale situazione dei migranti, dichiara che i pediatri di famiglia italiani, attraverso la capillarità degli studi pediatrici diffusa su tutto il territorio nazionale, mettono al servizio di bambini e famiglie che ne hanno bisogno la loro esperienza e professionalità. “Qualora necessario - afferma Biasci - come già accaduto in altre occasioni, noi ci siamo. Ove si decidesse per uno sbarco, siamo pronti a prenderci cura di questi bambini e adolescenti nei modi e nei tempi che potranno essere condivisi con le autorità locali”. “Quello dei bambini migranti - conclude Milena Lo Giudice, Coordinatrice Nazionale del gruppo di studio della FIMP dedicato a questo tema -, rappresenta una continua emergenza che negli anni ci ha visto sempre attenti e partecipi a difesa dei più piccoli e dei più fragili raccomandando l’integrità del nucleo famigliare primo ed essenziale elemento di salute psicofisica dei bambini”.

Roma, 08 gennaio 2019 - Vaccinare i pazienti ricoverati in ospedale, prima che vengano dimessi. È questo il consiglio che arriva dagli Stati Uniti. A dimostrarne l'utilità si pronuncia uno studio di coorte pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings. L'influenza è una comune infezione respiratoria che, come noto, può causare in alcuni casi gravi complicazioni. Quest'anno in Italia si è registrato un marcato aumento delle vaccinazioni nelle popolazioni a rischio, ma i tassi di copertura restano più bassi rispetto a quelli raccomandati. E il problema non riguarda solo il nostro Paese. Per questo i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Cdc), organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, raccomandano di somministrare la vaccinazione di routine ai pazienti ospedalizzati. Per valutarne l'utilità, i ricercatori del Kaiser Permanente Southern California hanno esaminato le cartelle cliniche di oltre 250.000 pazienti di età pari o superiore a 6 mesi che sono stati ricoverati nel sud della California. Solo il 28% di questi pazienti era già stato vaccinato prima del ricovero. Chi non lo aveva già fatto, ha ricevuto il vaccino (in genere il giorno delle dimissioni) e questo non ha comportato nessun aumento del rischio di riammissioni ospedaliere, visite ambulatoriali, febbre o valutazioni cliniche. In compenso, il 74% di coloro che hanno perso l'opportunità di vaccinarsi durante il ricovero sono rimasti senza vaccinazione per tutta la stagione.

Roma, 8 gennaio 2019 - “Accogliamo con soddisfazione la nomina del prof. Silvio Brusaferro a Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)”. E’ quanto afferma il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). “Auguro buon lavoro al prof. Brusaferro certo che saprà valorizzare la positiva eredità del prof. Ricciardi - prosegue Biasci -. Confermo il desiderio di proseguire nei rapporti di collaborazione con l’ISS, già proficuamente intrapresi durante la presidenza del prof. Ricciardi, su alcuni dei temi che come pediatri di famiglia ci vedono coinvolti in progettualità importanti come ad esempio la costituzione della Rete Pediatria-Neuropsichiatria infantile, il riconoscimento precoce dei disturbi del neurosviluppo e i temi ambientali”. “La FIMP riconosce nell’ISS la massima autorità tecnico-scientifica del nostro Paese - aggiunge Biasci - e desidera perseguire con l’Istituto l’obiettivo di sviluppare ulteriori attività scientifiche tese a migliorare le competenze professionali dei pediatri di famiglia italiani, a maggior beneficio della salute della popolazione pediatrica italiana. A tal proposito garantiamo al prof. Brusaferro la disponibilità ad una fattiva collaborazione mettendo a disposizione le risorse e l’operatività della nostra Federazione”.

Roma, 7 gennaio 2019 – L’influenza non sembra dare tregua. Sebbene non si arrivi ai picchi della scorsa stagione, è in graduale e costante aumento, con un totale di circa 1.500.000 casi dall’inizio della sorveglianza. Questi sono gli ultimi dati elaborati dal Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità attraverso il bollettino Influnet. Il livello di incidenza in Italia è pari a 3,7 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a 11,1 casi per mille assistiti. Si va dunque, per la fascia di età pediatrica, verso un'intensità media dell'influenza, stabilita nella soglia pari a 12,89 casi per mille assistiti. Umbria, P.A. di Trento, Abruzzo e Sicilia le Regioni maggiormente colpite. "Al momento, anche se siamo entrati nella fase epidemica - spiega il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss Gianni Rezza - l'andamento dei casi è più a rilento rispetto alla scorsa stagione, pur rilevandosi un loro aumento. I virus influenzali che stanno circolando maggiormente sono l'AH3N2, che colpisce maggiormente gli anziani, e l'AH1N1, virus che è stato responsabile della pandemia influenzale del 2009. Ma il fatto che l'aumento dei casi proceda più a rilento - chiarisce - può dipendere da vari fattori, come la suscettibilità della popolazione o la mutazione dei virus". Anche la vaccinazione antinfluenzale, che quest'anno sembrerebbe aver registrato un aumento, può aver avuto un peso: "Non ci sono ancora dati definitivi - afferma Rezza - ma le scorte vaccinali si sono esaurite prima ed è probabile un maggior ricorso alla vaccinazione specie da parte degli anziani, e questo ha diminuito notevolmente il rischio di casi gravi. Dal momento che la maggioranza dei casi si registra però tra i bambini, che solitamente non vengono vaccinati, l'andamento lento nella circolazione dei virus non credo possa attribuirsi all'effetto della vaccinazione".

Roma, 21 dicembre 2018 – Ancora troppo alto risulta il consumo di antibiotici in età pediatrica nel nostro Paese. Solo lo scorso anno sono state acquistate 12 milioni e 800 mila confezioni di questi medicinali. E in totale sono oltre 2,8 milioni di bimbi che li hanno utilizzati. Numeri rilevanti che collocano l’Italia ai primi posti in Europa. Per invertire questa tendenza la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) promuove da alcuni mesi la campagna nazionale I Consigli di Mio, Mia e Meo. “Da ottobre ad oggi abbiamo distribuito circa 210.000 opuscoli e flyer con informazioni utili a bambini e genitori italiani - afferma il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale FIMP -. Obiettivo della campagna è insegnare un uso corretto di farmaci importanti e che non vanno assolutamente demonizzati. Sono, infatti, utili ed efficaci per contrastare malattie molto diffuse tra i giovanissimi come le infezioni respiratorie. L’utilizzo eccessivo e inappropriato può determinare l’antibiotico-resistenza e di conseguenza anche effetti negativi sulla salute sia del singolo paziente che dell’intera collettività”. “In Europa 25.000 persone ogni anno muoiono a causa di infezioni da germi resistenti - prosegue il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche della FIMP -. La nostra Società Scientifica vuole essere in prima linea per contrastare questo fenomeno preoccupante e in forte crescita. Abbiamo deciso di rivolgerci alle famiglie italiane con l’aiuto di tre simpatiche mascotte: Mio, Mia e Meo. Sono loro i protagonisti del materiale informativo che abbiamo diffuso on line e negli ambulatori. In particolare bisogna far capire ai genitori che le infezioni virali guariscono spontaneamente nell’arco di 4-5 giorni e senza bisogno di una terapia antibiotica. Ci siamo poi rivolti anche ai pediatri di famiglia con attività formative specifiche. Vogliamo aumentare l’appropriatezza diagnostica e prescrittiva attraverso l’utilizzo della migliore pratica clinica. Così potremo ridurre gli effetti collaterali dall’eccessivo di questi farmaci”. I Consigli di Mio, Mia e Meo è una campagna realizzata con il supporto non condizionante di Menarini.

Roma, 20 dicembre 2018 – “La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ringrazia il prof. Walter Ricciardi per la determinazione con la quale ha guidato in questi ultimi anni l’Istituto Superiore di Sanità (ISS)”. E’ quanto afferma il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della FIMP. “In particolare abbiamo apprezzato il lavoro svolto del prof. Ricciardi per la promozione del benessere di bambini e adolescenti italiani – sottolinea Biasci -. La nostra Federazione ha avviato una proficua collaborazione con l’Istituto e promosso progetti specifici su aspetti delicati della salute dei giovanissimi come la fertilità, i disturbi del neurosviluppo e lo studio dei fattori ambientali. L’ISS è un’eccellenza del nostro sistema sanitario nazionale e deve continuare ad esserlo. Auspichiamo, quindi, che il rinnovo del vertice istituzionale dell’Istituto sia veloce e che la nuova presidenza porti avanti l’ottimo lavoro finora svolto dal prof. Ricciardi. Come rappresentanti dei pediatri di famiglia italiani confermiamo la disponibilità a collaborare con l’ISS e auspichiamo di poter avviare nuove iniziative collaborative utili alla salute dei bambini e adolescenti”. “Facciamo quindi i nostri migliori auguri al prof. Ricciardi per i suoi futuri impegni sempre a favore della scienza e della ricerca medica” conclude il presidente della FIMP.

Roma, 19 dicembre 2018 – Con il freddo tipico di questo periodo dell’anno i raffreddori non mancano. Sono uno dei più frequenti sintomi dell’influenza stagionale insieme a mal di testa, infiammazione della gola, bronchite e i dolori osteo-articolari. Per prevenire il raffreddore possiamo fare scorta di vitamina C: garantendosene il giusto apporto ogni giorno teniamo lontano il virus o, se proprio ci si ammala, lo eliminiamo in minor tempo. L’ideale è farlo attraverso la dieta: con un’alimentazione varia ed equilibrata si riesce a ottenere una buona quantità di vitamina C, che agisce come antiossidante e protegge dalle infezioni virali come il raffreddore. Nella maggior parte dei casi gli integratori non servono: se mai possono essere opportuni nei bambini, spesso restii a mangiare frutta e verdura. I cibi più indicati sono peperoni, rucola, insalata verde, spinaci, broccoli, cavoli e cavolfiori, ma anche frutta come ribes, kiwi, fragole, papaia, arance e limoni.

Infine, sempre per evitare i raffreddori è fondamentale un gesto semplice ed economico come lavarsi spesso le mani. Questo vale soprattutto dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito. Rappresenta sicuramente rappresenta un intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni.

Roma, 18 dicembre 2018 – Il 4% di tutti i casi di tumore diagnosticati ogni anno nel mondo sono determinati dal sovrappeso. E’ quanto sostiene uno rapporto pubblicato sulla rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians, redatto dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra, e della prestigiosa Harvard T.H. Chan School of Public Health a Boston che hanno analizzato una vasta mole di dati sia a livello globale sia per regione geografica su sovrappeso e cancro. Nel 2016, si legge sul rapporto, circa il 40% degli adulti e il 18% dei bambini di 5-19 anni presentava un eccesso ponderale, pari a quasi 2 miliardi di adulti e 340 milioni di bambini a livello globale. Si stima che in un anno ben 4 milioni di decessi siano da attribuire all’eccesso ponderale (dati relativi all’anno 2015). Inoltre secondo gli epidemiologi in un anno l’eccesso ponderale è risultato responsabile di qualcosa come 544.300 casi di tumore (dati relativi al 2012), ovvero il 3,9% di tutti I casi di cancro annui nel mondo, con differenze per le diverse regioni geografiche che vanno da un minimo dell’1% dei casi di cancro nei paesi poveri a un massimo del 7-8% nei paesi occidentali ricchi, in Medio Oriente e in Nord Africa. In particolare lo studio ha collegato obesità e sovrappeso a 13 diversi tipi di tumore: cancro del seno (dopo la menopausa), del colon retto, dell’utero, dell’esofago (adenocarcinoma), della cistifellea, di reni, fegato, ovaie, pancreas, stomaco e tiroide, come pure meningioma e mieloma multiplo.

Roma, 17 dicembre 2018 - Vita sempre più difficile per i fumatori svedesi. Dal luglio 2019 nel Paese scandinavo scatterà il divieto di fumo, già esistente nei bar e ristoranti, anche nei parchi gioco, alle banchine di attesa dei treni nelle stazioni ferroviarie, nei ristoranti all'aperto e all'ingresso dei luoghi consentiti ai fumatori. Lo ha deciso il Parlamento (Riksgaden) approvando una nuova legge passata con 142 voti a favore e 120 contrari. In Svezia, il fumo è attualmente consentito in aree fumatori designate nella maggior parte dei luoghi di lavoro e luoghi pubblici. Dati ufficiali mostrano che nel 2016 solo l'11% dei 10 milioni di svedesi fuma tutti i giorni con regolarità e circa il 10% occasionalmente. L'obiettivo della nuova legge è quello di rendere il paese scandinavo senza fumo entro il 2025.

In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il numero totale dei fumatori: sono 12,2 milioni. Per quanto riguarda i giovani, di età compresa tra 14 e 17 anni, sono tabagisti abituali l’11,1%, fumatori occasionali il 13,9% e ragazzi che hanno comunque provato a fumare il 20,2%. Ci sono inoltre circa il 2 % di ex fumatori. Questo significa che oltre il 47% dei giovani minorenni è comunque venuto in contatto con i prodotti del tabacco. Sono passati quasi 15 anni dalla legge Sirchia che ha esteso ai locali pubblici e nei posti di lavoro il divieto di fumare. Secondo gli ultimi dati disponibili quasi il 90% degli italiani e l’81,2% dei fumatori, è d’accordo con il divieto di fumare in macchina in presenza di minori e donne in gravidanza, in lieve calo rispetto al 2017. Il 3,2% dei fumatori ha dichiarato di aver fumato in auto con bambini o donne incinte, rispetto al 5,3 del 2017.