FIMP NEWS

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Roma, 22 gennaio 2019 – 3.500 bambini ricoverati e 19 deceduti a causa dell'epidemia influenzale negli Stati Uniti. E’ questo il bilancio contenuto nell'ultimo report di sorveglianza dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention, CDC). Anche oltre oceano si fanno i conti con l'influenza, che, come certifica l'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si sta diffondendo ampiamente in tutto l'emisfero settentrionale del globo. Fino ad oggi, negli Usa, i contagi, in tutte le fasce di età, sono stati 9,6 milioni, di cui 114.000 casi gravi che hanno richiesto l'ospedalizzazione. "Le persone più a rischio di sviluppare complicanze", spiegano i Cdc, "sono gli over 65, le donne incinte e i bambini sotto i 5 anni, e in particolare sotto i 2 anni". "Per i bimbi - ricordano gli esperti nel report - i rischi di un'influenza non sono quelli del raffreddore". Le complicanze in questa fascia di età, infatti, possono includere polmonite, disidratazione, peggioramento di eventuali malattie cardiache o asma, encefalopatia, infezioni alle orecchie, fino, in rari casi, alla morte. Per proteggere la loro salute, consigliano i Cdc, "tutti i bambini di età pari o superiore a 6 mesi dovrebbero essere vaccinati contro l'influenza ogni anno. Mentre per proteggere i bimbi sotto i 6 mesi, che sono troppo giovani per essere vaccinati, il modo migliore è assicurarsi che lo siano le persone intorno a loro".

Roma, 21 gennaio 2019 – Presentato il primo Rapporto sulla Salute dei Migranti in Europa redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il documento è stato realizzato in collaborazione con l'Istituto Nazionale salute, Migrazioni e Povertà (INMP) italiano, si basa sui dati di oltre 13mila documenti raccolti nei 54 paesi che fanno parte della regione Europa dell'OMS. “In particolare - spiega l'Organizzazione -, quello che 'i migranti portano le malattie' è un falso mito, mentre è forte il rischio che la loro salute peggiori una volta arrivati nei paesi di destinazione a causa delle cattive condizioni in cui vivono. Altro falso mito è che siano sempre più numerosi, mentre nei 54 paesi compresi nell'area dell'OMS-Europa sono appena il 10% della popolazione. Altro stereotipo è quello relativo al numero dei migranti, che oggi in tutta la regione sono appena il 10% della popolazione, mentre in alcuni paesi europei la popolazione pensa che siano 3 o 4 volte di più. Dal punto di vista sanitario poi, la salute delle persone che arrivano è buona. Il rischio di malattie non trasmissibili, come tumori o problemi cardiaci, è più basso che nella popolazione generale, ma aumenta all'aumentare del periodo di permanenza a causa del mancato accesso ai servizi sanitari e delle condizioni igieniche spesso insufficienti. “Anche per le malattie infettive l'aneddotica non corrisponde alla realtà - sottolinea Santino Severoni, coordinatore del programma Oms Europa sulla migrazione e la salute -. E' vero che lo spostamento delle popolazioni viene considerato una fonte di rischio, e per questo c'è un monitoraggio, ma riguarda tutti gli spostamenti. Si pensi ai 400mila che sono arrivati via mare in Italia nel 2016 e ai 20 milioni di passeggeri dell'aeroporto di Fiumicino. La verità è che anche quando arrivano persone con infezioni l'evento è così sporadico che non costituisce un problema per la salute pubblica, come dimostra il fatto che non abbiamo mai registrato un contagio alla popolazione residente”.

Roma, 18 gennaio 2019 -  - È "finalmente tempo di promuovere nelle scuole una corretta educazione ai temi della salute e della prevenzione. Questo provvedimento sancisce la necessaria alleanza tra sistema sanitario e sistema educativo che può essere la prima concreta barriera contro la cattiva informazione e la diffusione di fake news". E’ quanto ha affermato Lo afferma il ministro della Salute Giulia Grillo, commentando il recente accordo ad hoc tra il dicastero di Lungotevere Ripa e il Miur. "L'educazione ai corretti stili di vita è un elemento indispensabile perché sin dall’infanzia sia promossa una cultura scientifica ed evidence-based, in linea con gli indirizzi stabiliti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Lavoreremo con il Miur - assicura Grillo - per definire programmi di studio e azioni integrate che coinvolgano non solo i ragazzi e i loro insegnanti, ma anche le comunità di riferimento in sinergia con il territorio"."Le linee guida integrate per le scuole italiane sono state definite dalla nostra direzione generale della Prevenzione in accordo con il ministero dell’Università e della Ricerca e proposte alla Commissione salute e alla Conferenza Stato-Regioni perché - conclude il ministro - si possa finalmente portare un approccio innovativo all’educazione dei ragazzi".

Roma, 17 gennaio 2019 - “Chiediamo che al pediatra di famiglia siano date e riconosciute maggiori funzioni all’interno del sistema dell’offerta vaccinale attualmente attivo nel nostro Paese”. E’ questa la principale richiesta avanzata dal dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), stamattina durante l’audizione presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato. L’incontro ha avuto al centro l’esame del disegno di legge n. 770 contenente disposizioni in materia di prevenzione vaccinale. “Nel nuovo progetto legislativo il nostro ruolo è scarsamente preso in considerazione se non per un generico impegno sulla promozione delle vaccinazioni attraverso l’informazione - ha affermato il dott. Biasci -. Nel provvedimento non è valorizzata la posizione strategica del pediatra di libera scelta nei confronti delle famiglie alle quali è legato dal rapporto di fiducia. Le vaccinazioni vengono effettuate solo dai Servizi di Prevenzione, salvo la virtuosa eccezione della Toscana. Questa Regione ha, infatti, coinvolto i pediatri di famiglia anche nell’esecuzione delle vaccinazioni. La scelta ha ottenuto un forte gradimento da parte dei cittadini, l’abbattimento assoluto delle liste di attesa e il risparmio di giornate di lavoro per recarsi a vaccinare il bambino spesso in strutture lontane dalla propria residenza”. “In base alle esperienze accumulate finora siamo sempre più convinti che la governance delle vaccinazioni può e deve essere effettuata in collaborazione tra pediatri di libera scelta e i Servizi di Prevenzione - ha aggiunto, sempre durante l’audizione al Senato, il dott. Giovanni Vitali Rosati, della Rete Vaccini FIMP -. La qualità dell’offerta vaccinale e il raggiungimento degli obiettivi previsti si possono realizzare solo con il contributo di tutte le articolazioni del nostro servizio sanitario nazionale. Sarà fondamentale l'attivazione di una anagrafe vaccinale nazionale informatizzata, pur tenendo in considerazione il tempo necessario per la sua realizzazione”. “Il coinvolgimento attivo dei Pediatri di famiglia è previsto anche tra gli obiettivi ad implementazione regionale contenuti nell’Accordo Collettivo Nazionale sottoscritto nel marzo del 2018 - ha concluso Biasci -. Questa novità potrà rappresentare l’elemento di maggiore impatto per arrivare ad una vaccinazione libera e consapevole. Riteniamo che il Pediatra di famiglia, per il suo rapporto fiduciario con le famiglie, rappresenti la figura più idonea per garantire l’informazione corretta, l’erogazione uniforme, la facilità di accesso alle prestazioni vaccinali su tutto il territorio nazionale”.

Roma, 16 gennaio 2019 – E’ un “cauto ottimismo” quello che segue l’incontro di stamane tra i rappresentanti della medicina convenzionata e Sergio Venturi, presidente del Comitato di Settore. L’incontro è stato chiesto da Paolo Biasci (presidente nazionale FIMP - Federazione Italiana Medici Pediatri), Antonio Magi (segretario generale Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria - SUMAI Assoprof) e Silvestro Scotti (segretario generale FIMMG – Federazione Italiana Medici Di Medicina Generale) con il preciso intento di sbloccare lo stallo riguardante le trattative per il rinnovo degli accordi collettivi nazionali. “Questioni – ribadiscono i sindacalisti – sulle quali si deve intervenire con celerità”. La ragione è, comprensibilmente, uno stato di grande agitazione dell’intera categoria convenzionata, legata al fatto che le trattative per il completamento del rinnovo convenzionale 2016 – 2018 sono ormai arenate da mesi, e devono trovare soluzioni anche aspetti economici non più rimandabili. E non è, al momento, neanche chiaro quale sia l’interlocutore designato.

Di “incontro positivo” parla Antonio Magi, fiducioso per le rassicurazioni ottenute dalla conferenza Stato Regioni rispetto alla “celerità con la quale verrà definita la governance della Sisac”. Senza la quale, ricorda Magi “le trattative non possono andare avanti”.

Chiaramente l’esigenza di fare presto è ormai indifferibile. “L’intera categoria dei medici convenzionati – avverte Paolo Biasci – si sente, a giusto titolo, gravemente frustrata visto il mancato adeguamento degli emolumenti, bloccato ancora al 2010, bisogna sia chiaro che l’ultimo ACN ha riconosciuto gli arretrati al 2017 ma ha mantenuto gli emolumenti fermi al 2010”.

Nel dibattito sono poi centrali le questioni che riguardano la medicina generale, portate avanti con forza da Silvestro Scotti che ribadisce ancora una volta l’esigenza di “definire quanto previsto in finanziaria in merito all’Inail, ma anche quanto verrà fuori dal decreto semplificazioni per l’accesso dei medici all’area della medicina generale, temi su cui abbiamo già espresso in assenza di risposte la necessità di adire le necessarie azioni rivendicative”.

Dunque, un incontro soddisfacente, ed è ora necessario proseguire con grande celerità, sulla base delle affermazioni dell’Assessore Venturi che soprattutto rispetto alla governance della SISAC ha rassicurato con soluzioni che dovrebbero essere definite entro fine gennaio dalla Conferenza delle Regioni, e in caso di difficoltà con l’impegno del Comitato di Settore di assumere la responsabilità della prosecuzione delle trattative, così da “evitare che gli impegni presi restino solo dei buoni propositi”.

Roma, 16 gennaio 2019 – Non solo i cambiamenti climatici e le resistenze agli antibiotici spiccano tra le serie minacce alla salute globale per il 2019. Anche il rifiuto ai vaccini fa parte della lista. Lo chiarisce l’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms) che allerta su come la 'vaccine esitancy', la riluttanza o il vero e proprio rifiuto nei confronti dei vaccini, rischi di mettere a repentaglio tutti i progressi che la scienza ha compito nei confronti delle malattie prevenibili. “I vaccini sono uno dei modi più costo-efficaci contro le malattie, prevengono 2-3 milioni di morti l'anno e ne eviterebbero un altro milione e mezzo se le coperture aumentassero". Tra le altre minacce individuate come prioritarie per quest'anno ci sono anche il climate change e la resistenza, oltre a delle 'vecchie conoscenze' come le malattie non trasmissibili, una pandemia globale di influenza, le crisi umanitarie dovute a guerre e catastrofi naturali, che coinvolgono 1,6 miliardi di persone, Ebola e altri patogeni letali, l'assistenza sanitaria insufficiente in molti paesi, la dengue e l'Hiv. Quest'anno, ricorda l'Oms, parte il piano strategico quinquennale elaborato per raggiungere l'obiettivo del 'triplo miliardo'. "Assicurare che un miliardo di persone in più abbiano copertura sanitaria universale, che un miliardo di persone in più siano protette dalle emergenze e un miliardo abbiano una salute migliore".

Roma, 15 gennaio 2019 - Il morbillo continua a diffondersi nel Vecchio Continente. Tra i motivi anche l'insufficiente copertura vaccinale che si registra nella maggiore parte dei Paesi. Secondo quanto segnalato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) attualmente ci sono epidemie in Romania, Francia, Grecia e Italia. Nel 2018 sono state in totale 35 le persone morte a causa del morbillo: di cui 23 in Romania, 7 in Italia, 3 in Francia e 2 in Grecia. A novembre il numero di casi non ha smesso di crescere rispetto a settembre e ottobre scorsi, soprattutto in Polonia e Portogallo. Complessivamente tra dicembre 2017 e novembre 2018, in tutta Europa sono stati segnalati 12.790 casi di morbillo, di cui il 70% confermato in laboratorio. Il primato spetta alla Francia (2.921), seguita da Grecia (2.634), Italia (2.548), Romania (1.346) e Regno Unito (984). Il 30% delle persone colpite sono stati bambini con meno di 5 anni di età, e il 51% giovani e adulti dai 15 anni in su. Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel 2017 solo 4 paesi europei (Ungheria, Portogallo, Slovacchia e Svezia) hanno raggiunto la soglia del 95% di copertura vacciale con entrambe le dosi.

Roma, 14 gennaio 2019 – L’influenza sembra proprio non voler far sconti a nessuno: in aumento il numero degli italiani allettati con febbre e sintomi vari. Nella prima settimana del 2019 (dal 31 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019) monitorata dalla rete Influnet, coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), sono stati registrati 323 mila casi per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 1.813.000 di persone a letto con l'influenza. Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania e in Sicilia le Regioni maggiormente colpite. A 'cadere' maggiormente sotto i colpi dell'influenza - rileva il report Influnet - i bambini al di sotto dei cinque anni e i giovani adulti, in cui si osserva un'incidenza pari rispettivamente a 11,2 e 5,7 casi per mille assistiti.

Roma, 11 gennaio 2019 – I bimbi dai genitori non ereditano solo occhi chiari o lineamenti marcati. Persino la capacità di combattere un’infezione è già insita nei geni. È quanto ha dimostrato uno studio guidato dall’Università del Queensland. I ricercatori hanno analizzato gli anticorpi, 'dispiegati' quando il nostro organismo è esposto a virus diversi e altri agenti patogeni. E hanno concluso che i fattori genetici giochino un ruolo chiave nel modo efficace ed efficiente con cui l'organismo costruisce e distribuisce queste molecole che combattono le malattie. Gli studiosi dell'Istituto australiano di salute e medicina tropicale della James Cook University e dell'Istituto Diamantina dell'Università del Queensland hanno analizzato campioni di sangue da 1835 gemelli e migliaia di loro fratelli. I partecipanti sono stati reclutati come parte del Brisbane Adolescent Twin Sample, uno studio sui gemelli. Il principale autore, il professor John Miles, ha affermato che il team ha esaminato la risposta immunitaria a sei virus umani comuni, tra cui il virus dell'herpes, il parvovirus, il virus Epstein Barr o Human herpesvirus 4 e il virus Coxsackie. "Siamo stati sorpresi nel vedere che la 'potenza' del sistema immunitario è prevalentemente controllata dai geni trasmessi dalla mamma o dal papà - ha spiegato Miles -. Questi geni determinano se si instaura una risposta immunitaria intensa o debole quando ci si confronta con un'infezione virale". "Dimostrare che la risposta anticorpale è ereditabile - spiega il professor David Evans, altro autore dello studio - è il primo passo nell'eventuale identificazione di singoli geni che influenzano la risposta anticorpale". Il prossimo passo è identificare i geni esatti coinvolti, per eventualmente correggerli in caso di una risposta immunitaria debole o imitarli in caso di una risposta intensa per i vaccini.

Giovedì, 10 Gennaio 2019 11:06

EMA: nel 2018 via libera a 84 farmaci

Roma, 10 gennaio 2019 - In totale sono 84 i farmaci che l'Agenzia Europea dei Farmaci (EMA) ha raccomandato per la vendita nel 2018. Tra questi ci sono 42 sostanze nuove mai autorizzate prima in Europa, e rappresentano un passo avanti importante in molte terapie per il cancro, malattie rare e pediatriche. È quanto rende noto la stessa Agenzia in un articolo pubblicato sul suo sito. Il bilancio dell'EMA mostra anche che sono stati ritirati dal mercato alcuni farmaci: si tratta di due terapie a base di daclizumab, usato per la sclerosi multipla, per i gradi effetti collaterali e alcuni casi letali di encefalite immune. È stata inoltre raccomandata la sospensione degli antibiotici a base di chinoloni e fluochinoloni, nuove misure per evitare l'esposizione dei bambini al valproato durante la gravidanza per il rischio di malformazioni e problemi di sviluppo, e infine la restrizione dell'uso di farmaci retinoidi in gestazione, per possibili danni al feto. Ci sono stati invece tre farmaci innovativi approvati per malattie su cui finora le terapie convenzionali si sono rivelate inadeguate: si tratta dei primi due farmaci per la Car terapia per alcuni tumori del sangue, e un altro invece è per il trattamento, negli adulti e nei bambini, di una rara malattia genetica che porta alla perdita della vista e alla cecità. Tra i nuovi farmaci pediatrici ce n'è uno per il diabete mellito neonatale e uno per l'insonnia nei bambini autistici.