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Roma, 30 luglio 2019 - Il cancro “ruba” ai bambini, ogni anno a livello globale, circa 11,5 milioni di anni di vita in buona salute. Questo avviene nonostante il numero di nuovi casi l'anno di tumore negli under 19 sia relativamente basso: circa 416.500 nel 2017. Le stime dell'impatto della malattia arrivano dal primo Global Burden of Disease Study, un lavoro mirato a valutare il “peso” del cancro su infanzia e adolescenza in 195 Paesi nel 2017. E’ stato pubblicato su “The Lancet Oncology”. I bambini nei paesi più poveri affrontano un onere sproporzionatamente alto - che contribuisce a oltre l'82% del peso globale del cancro infantile - equivalente a quasi 9,5 milioni di anni di vita in salute persi nel 2017. La maggior parte (97%) di questo carico è legata alla morte prematura, circa il 3% alla riduzione della qualità della vita. Lo studio stima il numero di anni di vita sana che bambini e adolescenti con un tumore hanno perso a causa di malattia, cure, disabilità e morte prematura. Tuttavia, la disabilità nei bimbi sopravvissuti al cancro è limitata ai primi 10 anni dopo la diagnosi, quindi il carico globale del cancro infantile è probabilmente sottovalutato, dicono gli stessi ricercatori. “Valutando il peso globale del cancro infantile attraverso gli anni di vita in salute persi, possiamo comprendere in modo più completo l'impatto devastante del cancro sui bambini a livello globale”, afferma Lisa Force del St Jude Children's Research Hospital negli Stati Uniti, che ha condotto la ricerca in collaborazione con l'Institute for Health Metrics and Evaluation. "I nostri risultati sono un primo passo importante per stabilire il peso del cancro che colpisce i bambini", continua. Dallo studio non emergono solo ombre. I piccoli pazienti che vivono in Paesi ad alto reddito tendono infatti ad avere una buona sopravvivenza: circa l'80% sopravvive 5 anni dopo la diagnosi. Ma questi miglioramenti non si registrano nella maggior parte dei Paesi a basso e medio reddito, dove la sopravvivenza è di circa il 35-40%, ma alcune stime suggeriscono che potrebbe essere più bassa: circa il 20%.

Lunedì, 29 Luglio 2019 09:46

OMS: nel mondo oltre 1,1 miliardi di fumatori

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Roma, 29 luglio 2019 – Sono sempre di più i Paesi che mettono in atto misure contro il fumo eppure il numero dei fumatori scende a un ritmo decisamente basso, e insufficiente a raggiungere tutti gli obiettivi. E’ quanto sostiene la settima edizione del rapporto sul fumo dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nel mondo nel 2017, sottolinea il rapporto, c'erano ancora 1,1 miliardi di utilizzatori del tabacco sopra i 15 anni, un numero 'caparbiamente alto'. A questi si aggiungono 367 milioni di persone che usano prodotti 'senza fumo'. Nel mondo fumava nel 2017 il 19,2% degli adulti, una percentuale inferiore appena del 3,3% rispetto a dieci anni prima. Il tasso dei fumatori è in discesa ovunque, ma la crescita della popolazione mondiale fa sì che i numeri assoluti restino alti. Molti governi, sottolinea l'OMS stanno raggiungendo traguardi nel mettere in pratica le misure contro il tabagismo suggerite dall'Organizzazione, con 5 miliardi di persone nel mondo che vivono in paesi che ne hanno implementata almeno una, come ad esempio il divieto di fumare o l'utilizzo di pacchetti con immagini shock. Sono sei le misure efficaci, sottolinea il segretario generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, descritte con l'acronimo 'mpower'.
Si va dal monitoraggio stretto del numero dei fumatori e delle politiche di prevenzione alla protezione delle persone dal fumo, dall'offerta di aiuto ai tabagisti per smettere alla sempre maggiore diffusione delle informazioni sui danni del tabacco, per finire con il bando di tutte le forme di pubblicità e con l'aumento delle tasse sui prodotti. "Smettere di usare il tabacco è una delle cose migliori che una persona può fare per la propria salute - afferma Ghebreyesus -. Questo pacchetto dà ai governi gli strumenti pratici per aiutare le persone ad abbandonare la pratica". Solo 36 paesi, sottolinea il documento, hanno introdotto una o più misure al massimo livello possibile, mentre solo due, Turchia e Brasile, lo hanno fatto per tutte e sei. L'utilizzo di immagini shock molto grandi è quella più implementata, ed è presente in 91 paesi, mentre quella meno messa in pratica è l'aiuto ai fumatori, offerto solo da 23 nazioni.

Giovedì, 25 Luglio 2019 09:42

Il nuoto, un elisir di benessere

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Roma, 25 luglio 2019 – I Campionati Mondiali di nuoto che si svolgono in questi giorni in Corea del Sud stanno regalando grandi emozioni ai tifosi italiani. Questo fantastico sport è un vero e proprio toccasana per la salute. Nuotare 3 o 4 volte alla settimana per 15-45 minuti fa bene, anzi benissimo e fa vivere più a lungo. Moltissimi sono ormai gli studi scientifici che dimostrano gli effetti benefici del nuoto su tutto il corpo. Una pratica costante di questo sport migliora la salute cardiovascolare, abbassa la pressione sanguigna, rende più elastica la muscolatura, corregge la postura, brucia le calorie in eccesso, attenua il mal di schiena e i dolori articolari e allevia le tensioni. Inoltre l’allenamento in piscina mette in movimento tutti i muscoli attraverso un esercizio fisico progressivo e dolce che non stressa giunture ed ossa. Ciò non significa che l’intensità dello sforzo sia inferiore ad altri sport: la resistenza che si oppone al movimento, infatti, è di circa 800 volte superiore in acqua che in aria poiché la densità dell’acqua è altrettante volte maggiore quella dell’aria. Per di più se accompagnato ad una dieta efficace, il nuoto può combattere patologie come l’obesità e il sovrappeso.

Il nuoto, insieme alla ginnastica e all’atletica leggera, è il principale sport raccomandato per i bambini fino agli otto anni. E' infatti una disciplina in grado di coinvolgere in modo bilanciato i diversi apparati dell’organismo. L’attività agonistica comincia di solito ad essere praticata tra gli 8 e i 12 anni.

Roma, 24 luglio 2019 - E’ una nemica insidiosa della fertilità ed è provocata da un batterio il Chlamidia trachomatis. E’ la clamidia un’infezione la cui incidenza, secondo l’European Center for Disease Prevention and Control, è in forte aumento. Nel Vecchio Continente si registrano complessivamente oltre 403mila casi. Si trasmette soprattutto durante i rapporti sessuali. Nell’uomo l’infezione si trova spesso sull’uretra (il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno) e, di solito, in chi ha meno di 35 anni, nella zona del testicolo. Nella donna invece può localizzarsi anche sul collo dell’utero e agli organi circostanti. In questo caso se non viene curata in modo adeguato provoca una malattia infiammatoria alla zona pelvica (Pid) che può portare a infertilità o addirittura sterilità. In più, durante il parto, la donna gravida può trasmettere l’infezione al neonato causandogli congiuntiviti (che possono portare alla cecità), polmoniti e otiti. La trasmissione sessuale può avvenire, anche con persone che hanno l’infezione ma non presentano sintomi evidenti. Molte volte la diagnosi della clamidia risulta particolarmente difficile. Nella donna i disturbi (dolore durante i rapporti sessuali, secrezioni vaginali anomale, perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra, febbre moderata) compaiono solo quando l’infezione è in fase più avanzata. Nell’uomo, il sospetto può sorgere quando ci sono bruciori e difficoltà a urinare, accompagnati da secrezione scarsa o assente.

“E’ dimostrato come la clamidia aumenta anche il rischio d’insorgenza di alcuni tumori femminili - afferma il dott. Renzo Colombo, Vice Presidente della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) -. Può essere curata attraverso la somministrazione di antibiotici che devono essere assunti anche dai partner sessuali. La prevenzione avviene invece utilizzando il preservativo durante i rapporti. In questo modo è possibile evitare diverse infezioni e malattie che presentano anche un alto rischio oncogeno, Per questo raccomandiamo sempre, soprattutto ai più giovani, l’uso del condom”.

Roma, 23 luglio 2019 – In Italia nel 2018 il numero dei bambini e dei giovani che si vaccinano è in crescita rispetto al 2017. Eppure le adesioni all’immunizzazione contro morbillo-parotite-rosolia sono ancora poche. L’obiettivo del 95% necessario per eliminare la malattia non viene raggiunto. È quanto emerge dai dati 2018, elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio (usata come indicatore per le vaccinazioni contenute nell’esavalente) supera la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%, e due Regioni (Valle d'Aosta e P.A. Trento) sono prossime all'obiettivo, restano, tuttavia, quattro Regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto) con una copertura sottosoglia e la P.A. Bolzano con una copertura (83,33) ancora ben lontana dal target. La copertura nazionale a 24 mesi (per i bambini nati nel 2016) nei confronti della polio raggiunge il 95% (95,09%), guadagnando un +0,48% rispetto al 2017, e con 14 Regioni che superano il 95% e 2 che vi si avvicinano (Vda e Trento). Mentre la copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo arriva solo al 93,22% (con un +1,38% rispetto all’anno precedente) a fronte del 95% necessario per eliminare la malattia, mentre la P.A. Bolzano ha una copertura inferiore al 90%.
 
Lunedì, 22 Luglio 2019 08:49

Smettere fumare? 5 regole per riuscirci

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Roma, 22 luglio 2019 – Nel nostro Paese il 13% dei teenager fuma regolarmente. Una sigaretta sembra una “bionda” innocua, in realtà nel piccolo suo cilindretto si trovano ben 4.000 sostanze tossiche e 40 componenti cancerogene. Queste ultime entrano in circolo già “al primo tiro”, dopo 15-20 minuti. Quindi anche per i fumatori non incalliti il rischio rimane elevato. Il fumo è dunque un vizio estremamente pericoloso che va eliminato perché, provoca, oltre i disturbi cardiovascolari, malattie respiratorie e reumatologiche anche diverse forme di cancro. Ecco cinque semplici regole per dire basta alle sigarette:

1. Riduci gradualmente ma in modo costante il numero di sigarette fumate
2. Informa della tua scelta le persone a te vicine e (amici, parenti, colleghi). Ti aiuteranno a tener fede al tuo proposito
3. Rivolgiti al tuo medico di famiglia, saprà darti consigli utili
4. Metti da parte i soldi risparmiati dal non acquisto delle sigarette e fatti un bel regalo. Sarà un ottimo modo per ripagare il tuo sforzo. Smettere di fumare fa bene anche al portafoglio!
5. Stop subito e senza sostitutivi: smettere di fumare si può e si deve, senza cercare prodotti sostitutivi a base di nicotina che rendono poi più difficile dire addio alle sigarette.

Roma, 19 luglio 2019 – Lo scorso anno il 98% degli anziani ha ricevuto almeno una prescrizione farmacologica, e sono state dispensate, ogni giorno e per ogni utilizzatore, oltre 3 dosi con una spesa di 656 euro pro capite. E’ quanto sostiene il Rapporto OSMED presentato ieri dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha registrato nella popolazione generale un consumo di 1.572 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti. Complessivamente nel 2018 oltre 40 milioni di assistiti hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci con una prevalenza d'uso pari al 67%, mentre la spesa totale è risultata di 29,1 miliardi di euro, di cui il 77% rimborsato dal servizio sanitario nazionale. È cresciuta la spesa per i farmaci a carico dei cittadini, che è arrivata a 8,4 miliardi di euro. La popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa in assistenza convenzionata e circa il 70% delle dosi. Oltre i 65 anni si assumono in media, nel corso dell'anno, 6,7 sostanze diverse (da un minimo di 5,4 tra i 65 e i 69 anni a un massimo di 7,7 oltre gli 85 anni). Tra le altre popolazioni 'fragili' prese in esame oltre agli anziani ci sono i bambini e le donne in gravidanza. Il 49,7% della popolazione sotto i 17 anni ha ricevuto almeno un farmaco, con un picco nel primo anno di vita del bambino (77%), per poi diminuire progressivamente negli anni successivi fino a quasi dimezzarsi nella fascia di età 12-17 anni (39,4%). "L'80,4% delle donne in gravidanza nella popolazione selezionata - afferma il rapporto - ha ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica durante la gestazione".


Roma, 16 luglio 2019 - E’ stato diffuso oggi l’aggiornamento 2019 del Calendario per la Vita 2019. Le quattro Società alleate (Società Italiana di Pediatria – SIP; Società Italiana di Igiene – SitI; Federazione Italiana Medici Pediatri – FIMP; Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – FIMMG) rilanciano la loro proposta scientifica per un calendario rinnovato e con maggiori dettagli di approfondimento a sostegno delle vaccinazioni, che dopo il periodo ‘nero’ del calo delle coperture nel 2014-15, hanno visto un rinnovato sostegno da parte delle istituzioni e di molti cittadini, tanto che oggi il clima pare profondamente mutato in senso positivo. Ne sono prova gli incrementi delle coperture registrati per esavalente e soprattutto per morbillo-partotite-rosolia per il 2017, e i primi risultati regionali di copertura nel 2018 (il dato nazionale, pur raccolto da tempo, non è stato ancora reso pubblico dal Ministero della Salute), che indicano un ulteriore incremento rispetto all’anno precedente, anche per i vaccini non obbligatori.
‘Non vi è dubbio che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19, con inserimento dei vaccini nei LEA, e il successivo decreto sulla richiesta di 10 vaccinazioni per l’accesso a scuola, abbiano contribuito a invertire il trend negativo delle coperture, e abbiano ispirato provvedimenti di ‘obbligo dolce’ anche in altri grandi Paesi come Francia e Germania. E da noi, grazie all’abnegazione del personale dei servizi vaccinali, hanno consentito in breve tempo di recuperare un numero notevolissimo di inadempienti’– sottolinea Alberto Villani, Presidente SIP. ‘Il Calendario per la Vita ha rappresentato dal 2012 e continua ad essere un’esperienza unica di forte alleanza tra società e federazioni interessate alle vaccinazioni in grado di informare i cittadini sulla possibilità di proteggersi al meglio, e di ispirare autorità regionali e nazionali per offrire vaccinazioni dotate di efficacia, sicurezza e profilo di elevata costo-efficacia. Peraltro, l’alleanza è ormai conosciuta e considerata un esempio in ambito europeo’ – aggiunge Italo Angelillo, Presidente SItI. ‘Il ruolo attivo dei pediatri di famiglia nella condivisione degli obiettivi di sanità pubblica delle vaccinazioni, con coinvolgimento in diverse realtà anche nella somministrazione dei vaccini, insieme ad alcune proposte ‘forti’ per nuove vaccinazioni pediatriche e dell’adolescenza (anti-influenzale nei bambini piccoli; anti-meningococco B anche agli adolescenti, etc.) sono novità di grande rilievo – afferma Paolo Biasci, Presidente FIMP. ‘La Medicina di Famiglia riveste un ruolo cruciale nella diffusione della pratica vaccinale nell’adulto e della cultura vaccinale delle famiglie italiane. La prevenzione sempre più deve essere una responsabilità condivisa, dalla programmazione alla pratica vaccinale attraverso modelli organizzativi innovativi e di rete tra dipartimenti di prevenzione e medicina generale, non soltanto per la tradizionale anti-influenzale, ma pure per le più recenti vaccinazioni contro pneumococco ed Herpes zoster, che devono essere proposte con maggiore forza ed organizzazione, per portare alle opportune coperture’ – ribadisce Silvestro Scotti, Segretario Generale di FIMMG.
‘Le novità dell’edizione 2019 sono molteplici. Oltre a quelle già citate su vaccinazioni influenzale pediatrica e menigococcica B in adolescenza, abbiamo aggiornato i possibili schemi di somministrazione di Men B nell’infanzia, proponiamo il meningococco ACWY a partire dall’anno di vita in tutte le Regioni, l’estensione dell’offerta di vaccino HPV alle venticinquenni al primo screnning per Pap test e alle donne trattate per lesioni pre-cancersose, l’abbassamento progressivo dell’offerta gratuita dell’anti-influenzale dai 65 anni, prima ai 60 e poi ai 50 anni. Sosteniamo gli sforzi per colmare le sacche di suscettibilità per morbillo e rosolia, chiediamo particolare attenzione ad elevare le coperture per varicella nelle Regioni che hanno introdotto la vaccinazione di recente per evitare spostamenti della malattia verso l’età adulta, quando è più gravata da complicanze. Il Calendario per la Vita 2019 è ampliato e soprattutto, per la prima volta, dotato di bibliografia essenziale in ogni capitolo di cui si compone. Siamo sicuri che il lavoro faticosamente concluso potrà essere di aiuto nella predisposizione del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale che entrerà in vigore dal 2020 – conclude Paolo Bonanni, Coordinatore Scientifico del Calendario per la Vita.

Roma, 15 luglio 2019 - Nel mondo 20 milioni di bambini, circa uno su dieci, non hanno ricevuto nel 2018 i vaccini più importanti, da quello per il tetano a quello contro il morbillo. Lo affermano le stime di Unicef e OMS secondo cui il tasso globale di copertura è "stagnante" da dieci anni. Dal 2010, sottolinea il documento, la copertura delle tre dosi di vaccino contro difterite, tetano e pertosse e di almeno una dose di quello contro il morbillo si è fermata intorno all'86%, una cifra "alta ma non sufficiente a garantire l'immunità di gregge". La maggior parte dei bimbi non vaccinati vive nei paesi a più basso reddito, con quasi metà che si trovano in 16 paesi, quasi tutti in Africa e Medio Oriente. "I vaccini sono uno degli strumenti più importanti per prevenire le epidemie e tenere il mondo al sicuro - afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS -. Nonostante la maggior parte dei bambini sia vaccinato troppi sono lasciati indietro. E' inaccettabile, anche perchè spesso sono quelli più a rischio, i più poveri, i più emarginati, quelli coinvolti in conflitti o costretti a scappare dalle proprie case, che sono dimenticati". Per la prima volta quest'anno il rapporto contiene anche le cifre sulla vaccinazione contro l'Hpv. Nel 2018 novanta paesi, in cui vive un terzo delle ragazze del mondo, hanno introdotto l'immunizzazione, che protegge dal tumore cervicale, e tra questi 13 sono in paesi a basso reddito.

Roma, 12 luglio 2019 - “Voglio tranquillizzare i pazienti in trattamento e le associazioni che tutelano i soggetti in terapia del dolore, il parere non contiene prescrizioni negative, pertanto non sarà bloccato l’utilizzo terapeutico della cannabis e continuerà a essere assicurato ai sensi della normativa vigente”. E’ quanto ha affermato il Ministro della Salute Giulia Grillo, in seguito alla sua richiesta di un parare da parte del Consiglio Superiore di Sanità (CSS) sull’utilizzo medico della cannabis. “Valuterò con le direzioni tecniche e i soggetti interessati l’opportunità di recepire quanto indicato nel parere dal Css sulla necessità di avviare una sperimentazione clinica a maggior tutela dei malati - aggiunge la Ministra -. I pazienti sanno bene che mi sono impegnata personalmente per aumentare le scorte di cannabis ad uso medico, incrementando le importazioni dall’Olanda e raddoppiando la produzione di cannabis dello Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, e proprio nei prossimi giorni insieme al ministero della Difesa e al Mipaaf finalizzeremo l’accordo per migliorare ancora il processo produttivo e garantire l’approvvigionamento ai malati”.