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Giovedì, 07 Novembre 2019 16:18

Influenza: ISS, l’epidemia ancora non è iniziata

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Roma, 7 novembre 2019 – L’epidemia di influenza non è ancora partita in Italia. Nella settimana tra il 28 ottobre e 3 novembre sono stati segnalati 89.000 casi, per un totale di circa 243.000 da inizio sorveglianza. L’incidenza è di 1,49 casi per mille assistiti, dunque sotto la soglia di base di 2,96 casi che segna l’inizio dell’epidemia. E’ quanto indica l’ultimo bollettino Influnet pubblicato dall’Istituto superiore di sanità (ISS). L’unica fascia d’età in cui questa soglia è stata toccata è quella dei bambini tra 0 e 4 anni, dove l’incidenza registrata è stata di 2,97 casi per mille assistiti, anche se in realtà è ancora presto per dirlo secondo l’epidemiologo dell’ISS, Gianni Rezza. “In questa fase della stagione – sottolinea – molti casi sono infatti dovuti non all’influenza, ma a virus simili a quello influenzale. Potrebbe quindi essere che nei bambini l’influenza sia già iniziata, come anche no, perchè gli isolamenti di virus influenzali sono ancora sporadici”. Nelle altre fasce d’età, i dati sull’incidenza sono ancora più bassi: 0,87 casi tra i 5 e 14 anni, 1,56 tra i 15 e 64 anni e 0,97 casi negli over65. In ogni caso, precisa l’ISS, l’incidenza osservata in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato al momento i loro dati.

Roma, 30 ottobre 2019 - Nel 2017-2018 In Italia si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso, pari al 25% della popolazione di 3-17 anni (28,5% nel 2010-2011). Forti sono le differenze di genere registrate con una più ampia diffusione tra i maschi: 27% contro 22%. E’ quanto emerge dall’ultimo Report dell’ISAT sugli stili di vita di bambini e adolescenti. A livello europeo il nostro Paese presenta tassi tra i più alti per i bambini di 7-8 anni. Nei paesi dell'Ue, in media, è obeso quasi un bambino su otto tra i 7 e gli 8 anni. Cipro (20%), Italia (18%), Spagna (18%), Grecia e Malta (17%) mostrano i valori più elevati; Danimarca (5%), Norvegia (6%) e Irlanda (7%)3 quelli più bassi. Sempre secondo l’ISTAT l’eccesso di peso tra i minori aumenta significativamente passando da Nord a Sud (18% Nordovest, 22% Nord-est, 24% Centro, 29% Isole e 32% Sud). Le percentuali sono particolarmente elevate in Campania (35%), Calabria (33%), Sicilia (32%) e Molise (31%). Inoltre i bambini e i ragazzi che vivono in famiglie in cui almeno uno dei genitori è in eccesso di peso tendono a essere anche loro in sovrappeso o obesi. Se entrambi i genitori sono in sovrappeso o obesi anche i figli lo sono nel 37% dei casi contro il 18% di chi ha entrambi i genitori normopeso. Analizzando il fenomeno in relazione ad altre informazioni del contesto familiare, si osserva che tendono a essere maggiormente in sovrappeso o obesi i bambini e ragazzi che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti, ma soprattutto in quelle in cui il livello di istruzione dei genitori è più basso. La quota di bambini in eccesso di peso è infatti pari al 19% tra quanti vivono in famiglie con genitori laureati ma raggiunge il 30% se i genitori non sono andati oltre la scuola dell’obbligo.

 

Mercoledì, 30 Ottobre 2019 08:56

MALATTIE NEUROMUSCOLARI

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Bilanci per la Vita è la nuova iniziativa di FIMP per la sensibilizzazione delle famiglie all’osservazione delle tappe del neurosviluppo dei bambini e in particolare dello sviluppo neuromotorio con l’obiettivo di riconoscere precocemente le malattie neuromuscolari e i disturbi del neurosviluppo in generale.

https://www.dropbox.com/s/7d3x80wj2lv5wz6/Campagna%20Bilanci%20per%20la%20Vita%20DEF.mp4?dl=0

Roma, 29 ottobre 2019 – Nell’Unione Europea ogni anno oltre 50 milioni di persone contraggono il virus dell'influenza. E tra i 15.000 e 70.000 decessi sono determinati per cause associate. E’ quanto sostiene la Regione Europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). “L'influenza, si legge sul portale dell’Ecdc - ha alti costi sociali ed economici e rappresenta il 30% del peso per malattie trasmissibili. La malattia è generalmente lieve e guarisce rapidamente, ma alcune persone sono ad alto rischio di gravi complicanze, alcune delle quali possono essere potenzialmente letali”. In particolare, anziani, donne in gravidanza, bambini piccoli e malati cronici hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze rispetto al resto della popolazione. Mirano a loro le campagne vaccinali, così come agli operatori sanitari "che sono più esposti a diversi virus e dovrebbero essere vaccinati per proteggere se stessi e i loro pazienti”. “Poiché i virus dell'influenza cambiano, ogni anno è necessaria la vaccinazione per stare al passo con la loro capacità di mutare. "Nell'emisfero settentrionale del mondo - conclude l'Ecdc - si osserva la circolazione stagionale dell'influenza tra novembre e maggio, quindi ottobre è il momento ottimale per ricevere una vaccinazione antinfluenzale”.

Roma, 22 ottobre 2019 - Si annuncia aggressiva l’ondata influenzale dell’inverno 2019-20: il primo caso italiano di influenza grave della stagione risale già al 27 settembre ed è stato registrato all'ospedale di Udine. A richiamare l’attenzione degli infettivologi, insieme alla precocità, anche le caratteristiche del paziente: una persona di 50 anni perfettamente sana e senza alcun tipo di comorbidità, che non rientra quindi tra le categorie a rischio. A causa delle complicanze batteriche e fungine il paziente, che oggi è in via di guarigione, è stato intubato e ha dovuto affrontare una degenza che si è protratta per oltre 20 giorni. Ne dà notizia, in una nota, la Società italiana di terapia antinfettiva (Sita), che ribadisce l’importanza della vaccinazione antinfluenzale. "Se questi sono i segnali - dice Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita - con una prima diagnosi già alla fine di settembre, e se si ripeterà lo scenario che ha interessato l’Australia e altre parti del mondo, andremo incontro a una stagione influenzale particolarmente aggressiva, con circolazione di virus influenzali molto diversi: H3N2, come nel caso in questione, H1N1, virus B". Per l'esperto, "questo caso suggerisce che la forma influenzale di quest’anno, anche se non dovesse avere numeri straordinari come quelli dell’inverno 2017-18, può colpire anche le persone sane e rafforza il messaggio che la vaccinazione antinfluenzale deve essere universale perché non esiste categoria di soggetti risparmiata dalle potenziali complicanze dell’influenza".

Paestum (SA), 19 ottobre – I bambini e adolescenti residenti nel nostro Paese non sempre dormono sonni tranquilli. Il 15% degli italiani dai 3 ai 14 anni soffre di disturbi del sonno e questa percentuale sale addirittura al 30% tra i bimbi con meno di 3 anni. Questo determina gravi conseguenze tra cui alterazioni del comportamento, difficoltà nelle attività scolastiche, problemi di memoria e, più in generale, alterazioni del neurosviluppo. Sono questi alcuni dei dati emersi ieri durante la sessione dedicata ai disturbi del sonno nell’ambito del XIII Congresso Nazionale Scientifico della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). L’evento che si chiude oggi, ha visto a Paestum (Salerno) la partecipazione di oltre 1.000 pediatri di famiglia provenienti da tutta la Penisola. “Le segnalazioni al pediatra di famiglia dei disturbi del sonno arrivano fino a tre anni dopo l’insorgenza del problema - afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. Questi eccessivi e frequenti ritardi diagnostici possono compromettere seriamente la salute e il benessere. A volte, infatti, le notti insonni sono la manifestazione di patologie molto gravi e pericolose. I genitori devono quindi imparare a non sottovalutare un aspetto fondamentale della vita dei figli e segnalare il prima possibile ogni anomalia al proprio pediatra di famiglia”. “Le notti insonni sono un campanello d’allarme a cui prestare attenzione - afferma la dott.ssa Emanuela Malorgio, Coordinatrice Nazionale Gruppo Studio Sonno della FIMP -. Possono essere legate a comportamenti errati da parte dei genitori al momento dell’ addormentamento e durante i risvegli notturni dei bambini. Oppure sono determinate da malattie come parasonnie, epilessie o sindrome delle gambe senza riposo. Esistono poi quei bambini che si muovono molto durante la notte e che al mattino si svegliano stanchi e assonnati. La diagnosi precoce ed un adeguato trattamento permettono di prevenire le alterazioni dello sviluppo neurologico e psicologico del bambino”. La FIMP da oltre tre anni promuove il Progetto Buonanotte. “Stiamo progettando la realizzazione di corsi di formazione per pediatri di famiglia su tutto il territorio nazionale - conclude il dott. Mattia Doria, Segretario alle Attività Scientifiche della FIMP -. L’obiettivo è approfondire i temi dell’igiene del sonno e sviluppare maggiori strategie di educazione al sonno e al riconoscimento precoce dei suoi disturbi, innanzitutto in termini di qualità e quantità. Inoltre stiamo avviando uno studio epidemiologico sui disturbi respiratori del sonno. E’ un altro fenomeno ancora sottovalutato e che invece merita maggiore attenzione da parte di tutta la comunità scientifica”.

Paestum (SA), 18 ottobre – Più del 50% degli italiani, con meno di 16 anni, soffre di carenza di vitamina D. In particolare i più esposti ai rischi per la salute, derivati da questa insufficienza, risultano gli adolescenti. Sotto accusa è soprattutto la scarsa esposizione al sole da cui dipende oltre il 90% dell’assorbimento della vitamina. Lo stile di vita troppo “indoor”, che inizia solitamente in questo periodo dell’anno, influenza in modo significativo lo stato vitaminico. Infatti il 36% dei teenager passa almeno due ore al giorno a giocare a videogames o al PC e il 48% invece guarda troppa televisione. È questo l’allarme lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione della penultima giornata del suo XIII Congresso Nazionale Scientifico. “Assumere una dose adeguata di Vitamina D è fondamentale per lo sviluppo corretto della massa ossea e di quella muscolare - afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. Inoltre è fondamentale perché aiuta a rafforzare il sistema immunitario e contribuisce così a difendere l’organismo dalle infezioni. Come pediatri di famiglia siamo preoccupati dal grande numero di giovanissimi italiani che soffrono di ipovitaminosi D. Il fabbisogno giornaliero di vitamina D3 viene assicurato da una corretta e adeguata esposizione solare e quindi consigliamo vivamente a tutti i giovani di passare parte del loro tempo libero all’aperto, magari praticando un po’ di sport o attività fisica”. “La dieta gioca un ruolo trascurabile nella carenza di vitamina D - aggiunge il dott. Mattia Doria, Segretario alle Attività Scientifiche della FIMP -. Il latte e più in generale gli alimenti, anche se fortificati con vitamine, non rappresentano una modalità ottimale per la prevenzione dell’ipovitaminosi nel bambino e nell’adolescente. Può essere quindi necessario ricorre a integratori alimentari che possono svolgere un ruolo particolarmente utile in età pediatrica. Sono prodotti assolutamente sicuri ed efficaci che devono però essere assunti solo su indicazione e consiglio del pediatra di famiglia anche in termini di posologia corretta”. Al congresso di Paestum un’intera sessione è dedicata anche alle vitamine del complesso B. “Hanno un ruolo importantissimo per compensare le carenze da diete di esclusione collegate ad allergie o intolleranze alimentari - aggiunge il dott. Biasci -. Questi problemi di salute sono in forte crescita e adesso interessano più dell’8% dei bambini italiani. Risulta così fondamentale anche per questo gruppo di vitamine un eventuale utilizzo di adeguati integratori in caso di deficit che sono più frequenti nei bambini che fanno uso di diete di esclusione o sbilanciate”. “In particolare - ricorda il dott. Doria - occorre avere particolare cura delle famiglie che scelgono per sé e i propri figli uno stile alimentare a base vegetale, soprattutto se totalmente privo di proteine di origine animale. In questi casi l’utilizzo dell’integrazione con vitamine del complesso B, e della vitamina B12 è obbligatorio”.

Giovedì, 17 Ottobre 2019 15:36

Infertilità maschile, 5 milioni gli italiani colpiti

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Paestum (SA), 17 ottobre 2019– La preoccupante denatalità che interessa il nostro Paese non ha cause solo sociali ed economiche ma anche mediche. Il numero di giovani maschi infertili è in costante aumento. Si stima infatti che negli ultimi 40 anni la concentrazione spermatica e la conta spermatica totale si sia dimezzata. “Dare il via ad una nuova e più forte alleanza tra andrologi e pediatri di famiglia per contrastare più efficacemente l’infertilità maschile nel nostro Paese. Si tratta di un grave problema di salute che interessa oltre cinque milioni di italiani e rappresenta una delle cause della denatalità che si registra nella Penisola”. E’ questo uno dei messaggi che emerge dalla seconda giornata del XIII Congresso Nazionale Scientifico della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri). L’evento vede riuniti fino a sabato a Paestum (Salerno) oltre 1.000 pediatri di famiglia e per la prima volta è prevista un’intera sessione dedicata all’andrologia. “Il pediatra di famiglia deve imparare sempre più ad interagire con lo specialista andrologo per ottimizzare i percorsi di diagnosi e terapia - afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. L’infertilità maschile non è infatti una malattia come le altre in quanto presenta delle evidenti implicazioni anche di carattere sociale e politico. Fino al 75% dei casi le reali cause dell’insorgenza sono sconosciute, tuttavia esistono dei parametri che devono essere monitorati fin dall’età pediatrica”. “Si calcola che in Italia il 14% dei 18enni presenta un volume testicolare ridotto come emerge dall’Amico Andrologo Survey condotto da esponenti della SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) - sottolinea la dott.ssa Rossella Cannarella, endocringologa e dottoranda di ricerca presso l’UOC di Andrologia e Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico - Vittorio Emanuele di Catania e relatrice al congresso FIMP -. E’ una condizione che aumenta esponenzialmente il rischio d’infertilità e che nel nostro Paese presenta un’incidenza decisamente alta. Dovrebbe quindi essere oggetto di accurato monitoraggio fin dai primissimi mesi di vita. Lo stesso vale per l’analisi dei livelli di alcuni ormoni maschili per i giovani adolescenti che presentano condizioni di rischio. Questi compiti spettano principalmente alla pediatria di famiglia che, all’interno dei bilanci di salute dedicati all’età adolescenziale, può avere un ruolo fondamentale nella prevenzione primaria e secondaria del disturbo”. “Quelle andrologiche non possono essere considerate solo come delle patologie dell’adulto o addirittura della terza età - conclude il dott. Mattia Doria, Segretario alle Attività Scientifiche della FIMP -. Molte insorgono durante l’infanzia o l’adolescenza e hanno spesso un’origine prenatale. Ritardi diagnostici o negli interventi terapeutici possono avere gravi conseguenze sullo stato di salute in età adulta. E’ questo il caso del criptorchidismo, un disturbo che aumenta il rischio di infertilità nonché di tumore del testicolo. Per tutti questi motivi avvieremo a breve un dialogo con le associazioni e società scientifiche che rappresentano l’andrologia italiana. Vogliamo aumentare lo scambio di conoscenze e istituzionalizzare la reciproca collaborazione per fornire una migliore assistenza e counseling a bambini e adolescenti e alle loro famiglie”.

Rientra nel progetto PETER PaN

Paestum, 16 ottobre 2019 – Accompagnare i genitori italiani a riconoscere i principali segnali delle malattie neuromuscolari e invitarli a sottoporre regolarmente i figli alle visite dei bilanci di salute dal proprio pediatra di famiglia. E’ questo il duplice obiettivo che si pone la seconda fase del progetto PETER PaN (PEdiatria TEerritoriale e Riconoscimento Precoce Malattie Neuromuscolari) promosso dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Per sensibilizzare tutti i cittadini, su questo delicato aspetto della salute infantile, è stato realizzato uno spot con un dialogo immaginario tra un bambino, con disturbi neuro-muscolari, e i suoi genitori. Sarà proiettato sulle principali emittenti televisive nazionali e diffuso sui social media. PETER PaN è realizzato con il supporto non condizionante di PTC Therapeutics. prevede, inoltre, la creazione di un sito dedicato (www.bilanciperlavita.it) che conterrà molte indicazioni della FIMP su queste attività. E per i pediatri di famiglia di tutta la Penisola è già online un corso FAD (Formazione a Distanza) sulle strategie di riconoscimento delle malattie neuromuscolari basate sui Bilanci di Salute e sono in via di definizione ulteriori percorsi di formazione di tipo residenziale. Le nuove iniziative del progetto PETER PaN sono presentate oggi a Paestum in occasione della prima giornata del XIII Congresso Nazionale Scientifico della FIMP che vede la partecipazione di oltre 1.000 pediatri di famiglia da tutt’Italia. “I genitori devono essere accompagnati ad osservare le tappe evolutive del proprio bambino e a presentarle al proprio pediatra di famiglia perché, ad esempio, dietro ad una difficoltà nel gattonare può nascondersi un disturbo del neurosviluppo come una malattia neuromuscolare – afferma il dott. Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP -. Gli altri principali segni delle malattie neuromuscolari sono difficoltà nei movimenti più semplici, spossatezza e mancanza di energia e, nel tempo, problemi respiratori. I dati preliminari raccolti dai pediatri che hanno iniziato ad utilizzare le schede di rilevazione ci evidenziano una maggiore attenzione al tema e un più tempestivo riconoscimento dei bambini ammalati”. Queste malattie interessano in totale oltre 20.000 bambini e adolescenti italiani e risultano in crescita. Una tra le più frequenti e comuni è la Distrofia di Duchenne che riduce drasticamente l’aspettativa di vita. È di origine genetica e si caratterizza per una degenerazione progressiva dei muscoli scheletrici, lisci e cardiaci, che determina debolezza muscolare diffusa e progressiva. La diagnosi non è difficile ma deve arrivare quanto prima possibile per attivare tutte le strategie di tipo terapeutico e di supporto. In quest’ottica risulta fondamentale il ruolo attivo del pediatra di famiglia. “Siamo noi, infatti, – aggiunge il dott. Carmelo Rachele, pediatra di famiglia che sta collaborando alla realizzazione del progetto – che dobbiamo svolgere un constante e competente monitoraggio del neurosviluppo infantile”. “Sono fondamentali i “Bilanci di salute” che vengono anche definiti “visite filtro” – continua il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. Si tratta di controlli periodici con il pediatra di famiglia fissati in periodi determinati della vita del bambino e dell’adolescente. Per la valutazione dei disturbi del neurosviluppo, e delle malattie neuromuscolari in particolare, sono importanti fin dai primi mesi di vita e devono proseguire fino al quarto anno d’età. I Bilanci di Salute rappresentano uno dei momenti più importanti e qualificanti della nostra attività professionale nonché l’occasione ideale per valutare il corretto sviluppo psicomotorio, auxologico e il raggiungimento delle tappe cognitive e sensoriali adeguate per ciascuna età. Invitiamo tutti i genitori a portare regolarmente i propri figli nei nostri studi per queste importantissime visite secondo le indicazioni del proprio pediatra di famiglia. Ciò non sempre avviene e questa pericolosa tendenza va assolutamente contrastata attraverso campagne educazionali mirate”.

“Le patologie rare, come quelle neuro-muscolari, rappresentano un aspetto sempre più rilevante della nostra professione – aggiunge la dott.ssa Giuseppina Annicchiarico, coordinatrice nazionale per le malattie rare di FIMP -. Nel loro insieme le MR sono causa dei 2/3 della mortalità infantile e di metà di quella al di sotto dei 18 anni, ma è soprattutto nel lungo decorso, gravato da disabilità, dipendenza e terminalità, che si esprime il massimo del danno da esse generate. Programmi di riabilitazione intensiva ed estensiva sono necessari in oltre il 40% dei malati. È una tipologia di assistenza, molto particolare e difficile, quella che il sistema sanitario universalistico italiano può e deve riuscire a garantire a questa categoria di pazienti. Come pediatri di famiglia siamo i primi interlocutori per genitori e caregiver nonche i medici che hanno il primo sospetto di diagnosi”. “Malattie degenerative complesse e poco diffuse come la Distrofia di Duchenne devono essere indirizzate a centri altamente specializzati – conclude il dott. Biasci -. Attualmente non esistono trattamenti definitivi in grado di eradicare la patologia. Tuttavia, alcune terapie, di recente autorizzazione in Europa, e che speriamo arrivino presto anche in Italia, hanno dimostrato di migliorare l’aspettativa di vita. È importante riuscire ad aumentare il numero di diagnosi precoci per poter così intervenire prima che il quadro clinico sia eccessivamente compromesso. Per tutti questi motivi dobbiamo perfezionare la nostra preparazione e siamo orgogliosi di promuovere il progetto PETER PaN, la prima per pediatri di famiglia interamente dedicata alle malattie rare”.

Si apre oggi il congresso nazionale della Federazione

Paestum (SA), 16 ottobre – “Il pediatra di famiglia è veramente “uno di famiglia”. Lavoriamo nel settore della medicina territoriale e sperimentiamo tutti i giorni il rapporto di fiducia con gli oltre 9,8 milioni di bambini e adolescenti residenti nel nostro Paese e le loro famiglie. Questo costituisce la base, e il supporto imprescindibile, per svolgere al meglio il nostro lavoro. Vogliamo essere messi nelle condizioni di poter continuare a garantire questa straordinaria assistenza che rappresenta una peculiarità del Servizio Sanitario Nazionale italiano. Una delle priorità deve essere lo sviluppo di una diagnostica di primo livello in tutti gli studi dei pediatri di famiglia. Per farlo servono nuove risorse da investire nella medicina del territorio”. E’ questo il messaggio che la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) lancia, forte e chiaro, al mondo delle istituzioni, della politica, delle società scientifiche e delle associazioni sociali. Lo fa in occasione del suo XIII Congresso Nazionale Scientifico che si apre oggi a Paestum e che vede la partecipazione di oltre 1.000 pediatri di famiglia da tutta la Penisola. “Mettiamo a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale una specifica professionalità pediatrica – sottolinea il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP -. Interagiamo quotidianamente con centinaia di migliaia di famiglie e possediamo quell’autorevolezza necessaria per essere seguiti nei consigli di educazione sanitaria, nelle proposte terapeutiche e nelle raccomandazioni sulle buone pratiche cliniche. Altro valore aggiunto è rappresentato dalla assistenza longitudinale che forniamo dalla nascita fino all’adolescenza. Ciò che rappresentiamo non può essere confrontato e sostituito con l’assistenza prestata da medici diversi, a seconda della turnazione, come avviene negli ospedali o nei pronto soccorso dove si possono curare le patologie ma non l’aspetto preventivo ed educazionale. Un tema, quello della specificità assistenziale del pediatra di famiglia italiano, che riscuote notevole interesse a livello internazionale. Proprio su questo aspetto della professione si tiene, al congresso FIMP, una relazione del dott. Angel Sanz Carrasco, presidente dell’ECPCP (la Confederazione Europea delle Cure Primarie Pediatriche).

Un esempio concreto dell’importanza strategica della Pediatria di Famiglia per l’intera società italiana arriva da un tema di grande attualità, sia scientifica che politica, come l’Ambiente. A Paestum vengono presentati tre nuovi poster realizzati dalla FIMP in collaborazione con la Struttura Interdipartimentale Salute Infantile e Inquinamento Ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità. Contengono alcune semplici ma importanti indicazioni sull’uso e il consumo dell’acqua, l’utilizzo e lo smaltimento della plastica e l’efficientamento energetico. Nelle prossime settimane saranno distribuiti e affissi negli oltre 7.000 studi dei pediatri di famiglia presenti su tutto il territorio nazionale. “Si tratta di materiale informativo che fornisce consigli pratici su cosa ciascuno di noi, nel proprio contesto di vita, può fare per proteggere la salute dei bambini salvaguardando l’ambiente – aggiunge il dott. Mattia Doria, Segretario alle Attività Scientifiche della FIMP -. Vogliamo insegnare le corrette norme per limitare l’uso di plastica, incentivare il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, favorire il risparmio delle risorse idriche pubbliche e private o verificare il buon funzionamento della caldaia e dei sistemi di condizionamento domestici. Attraverso un lavoro capillare e diffuso e, grazie alla collaborazione con le istituzioni, possiamo sostenere le iniziative contro l’inquinamento e per la salvaguardia della salute”.

Molti altri temi sono al centro del Congresso Nazionale della FIMP: la malnutrizione infantile (che in Italia, come negli altri paesi sviluppati, determina sovrappeso o obesità), i problemi legati al neuro-sviluppo, l’assistenza al sempre crescente numero di pazienti cronici (circa il 10% dei bambini e adolescenti), la possibilità di svolgere le vaccinazioni nello studio del pediatra di famiglia e il trattamento delle patologie respiratorie e dermatologiche (tra le più diffuse gli under 18 italiani). “Come Federazione che rappresenta i pediatri di famiglia del nostro Paese cerchiamo di tradurre i grandi temi della salute in competenze professionali specifiche – sottolinea il dott. Mattia Doria -. In quest’ottica vogliamo favorire una formazione adeguata ai giovani pediatri che nei prossimi anni intraprenderanno la nostra professione e che dovranno veicolare i nuovi concetti di benessere e salute ai genitori della Penisola. Quest’anno al nostro più importante congresso scientifico nazionale sono presenti anche più di 100 specializzandi in pediatria provenienti da tutta Italia. E’ un grande successo e dobbiamo continuare ad investire nella formazione dei Pediatri di Famiglia di domani”. “Abbiamo bisogno di rinnovare costantemente la nostra professionalità per rispondere alle nuove evidenze scientifiche e alle domande di salute – conclude il dott. Paolo Biasci -. Soprattutto bisogna cercare di comprendere i nuovi linguaggi e mezzi di comunicazione, gli standard di comportamento nonché le diverse dinamiche di gruppo. Per farlo diventa fondamentale riuscire a reclutare forze nuove tra gli studenti di medicina e gli specializzandi in pediatria che appartengono ad una generazione più predisposta ad affrontare tutte queste problematiche”.