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Firenze, 9 Dicembre 2019 – Il 68% dei pediatri di famiglia della Toscana effettua il 74% di tutte le somministrazioni vaccinali nella fascia di età 0-14 anni. La Regione, che è la sola della Penisola a coinvolgere attivamente tutti i Pediatri di Famiglia nell’esecuzione delle vaccinazioni, è anche l’unica che ha raggiunto la copertura per il morbillo a 24 mesi prevista dal Piano Nazionale Vaccini. È quanto emerso al recente Congresso Regionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) della Toscana. L’evento ha visto la presenza di oltre 250 partecipanti tra pediatri di famiglia, specializzandi, giovani pediatri non ancora convenzionati, infermieri pediatrici ed altre figure professionali. “A due anni dall’Accordo Regionale che ha previsto il coinvolgimento attivo dei Pediatri di Famiglia per le vaccinazioni abbiamo raggiunto gli obiettivi al di là di tutte le più ottimistiche aspettative - sottolinea il dott. Valdo Flori, Segretario Regionale della FIMP Toscana -. Non va poi dimenticato l’apprezzamento delle famiglie che non hanno più problemi di liste di attesa e che, nell’ambito del rapporto fiduciario che le lega al proprio pediatra, trovano un’informazione scientifica che permette loro una consapevole adesione alla vaccinazione. Tutto ciò facilita il raggiungimento degli obiettivi di salute dell’intera comunità e, infatti, la Toscana presenta tassi di copertura vaccinali tra i più alti d’Italia”. Un’altra attività che vede in prima linea i Pediatri di Famiglia toscani è la prevenzione dell’obesità che deve iniziare fin dai primi bilanci di salute con la promozione dei corretti stili di vita e poi trovare un’azione di rinforzo dai 6 e ai 10 anni con interventi mirati attraverso una medicina di iniziativa che necessita di un impegno programmato e coadiuvato dai Collaboratori di Studio. “Nella nostra Regione - conclude Flori - c’è stata negli anni particolare attenzione allo sviluppo di forme associative e all’utilizzo dei collaboratori di studio. Il 70% dei Pediatri di Famiglia è inserito in una forma associativa e oltre il 50% usufruisce di un collaboratore di Studio e altrettanti utilizzano un infermiere. Questo ci permette di affrontare in modo adeguato tutte le problematiche assistenziali di bambini ed adolescenti, sia nell’ambito delle patologie acute con il supporto di strumenti diagnostici ambulatoriali (self-help), sia in quello della prevenzione con le attività di vaccinazione e quelle nei confronti dell’eccesso ponderale, un problema di salute pubblica sempre più rilevante”.

Venerdì, 06 Dicembre 2019 10:47

Influenza: oltre 767.000 gli italiani colpiti

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Roma, 6 dicembre 2019 - Inizia a intensificarsi, soprattutto in alcune Regioni della Penisola, la circolazione del virus dell'influenza. Da metà ottobre ad oggi sono stati 767.000 i casi segnalati, di cui 152.000 solo nella settimana passata. E’ quanto sostiene il bollettino Influnet, che riporta i dati della sorveglianza della sindrome influenzale coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nella 48/ma settimana del 2019, ovvero dal 25 novembre al primo dicembre, 791 medici sentinella hanno inviato dati sulla frequenza di sindromi influenzali e l'incidenza totale è di 2,52 casi per mille assistiti, ma raddoppia nella fascia di età tra 0 e 4 anni raggiungendo i 5,54 casi per mille. In quasi tutta Italia il livello di incidenza è sotto la soglia base tranne in Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Abruzzo, dove è leggermente più alto. Anche se, sottolineano gli esperti dell'Iss, "l'incidenza osservata in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati".

Al Ministero della Salute convegno sulle patologie neuromuscolari infantili

Roma, 5 dicembre 2019 – La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha presentato a Roma le nuove iniziative per la promozione del riconoscimento precoce delle malattie neuromuscolari. Dopo anni in cui il numero di nuovi casi cresceva del 10% l’anno, nel nostro Paese, le malattie neuromuscolari manifestano attualmente un’incidenza stabile. Nonostante ciò, il numero complessivo delle persone interessate da queste gravi patologie, che tipicamente esordiscono in età infantile, è in aumento: questo accade perché le terapie di supporto oggi disponibili stanno aumentando l’aspettativa di vita di chi ne è affetto. Nella Distrofia di Duchenne, ad esempio, che nel nostro Paese colpisce circa 2.000 persone, la sopravvivenza è quasi raddoppiata negli ultimi anni. “Il nostro obiettivo - afferma il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP - è quello di cercare di anticipare l’età della diagnosi: le evidenze scientifiche e le esperienze dei malati e delle loro famiglie, infatti, ci testimoniano che la qualità e l’aspettativa di vita aumenta sensibilmente in funzione della precocità di inizio dei trattamenti. Fondamentale, quindi, risulta il ruolo del pediatra di famiglia, lo specialista che segue nel tempo lo sviluppo del bambino fin dalla nascita e che per primo può individuare i possibili segnali di sospetto, sensibilizzare i genitori a segnalarli e inviare ai servizi deputati alla diagnosi e all’avvio del trattamento”. Per questo la FIMP da oltre un anno promuove il progetto PETER PaN (PEdiatria TEerritoriale e Riconoscimento Precoce Malattie Neuromuscolari) realizzato con il supporto non condizionante di PTC Therapeutics in collaborazione con la Associazione Parent Project APS. I primi risultati dell’iniziativa sono presentati oggi in un convegno nazionale al Ministero della Salute. “Sono malattie rare che compaiono nei primissimi mesi o anni di vita - prosegue il dott. Doria -. Devono essere identificate precocemente attraverso il riconoscimento di sintomi specifici. Una diagnosi precoce gioca un ruolo chiave nel garantire l’inizio tempestivo dei trattamenti che sono in grado di rallentare la progressione della malattia. Nella Distrofia di Duchenne non esistono cure definitive e fino a poco tempo fa l’aspettativa di vita era intorno ai 20 anni. Adesso arriva frequentemente ai 30 e, non di rado, possiamo incontrare pazienti 40enni”. Nell’ambito del progetto PETER PaN è stato attivato un portale informativo (www.bilanciperlavita.it) e uno spot video di sensibilizzazione per i genitori e caregivers. “Esistono dei campanelli d’allarme che devono essere tempestivamente segnalati - prosegue il dott. Carmelo Rachele, pediatra di famiglia FIMP che sta collaborando alla realizzazione del progetto-. Se, ad esempio, un bambino nei primi mesi di vita non è in grado di sollevare la testa in posizione prona, oppure tra 6 e i 9 mesi non è in grado di rotolare o mantenere la posizione seduta o, ancora, se entro i 12-15 mesi non riesce a sollevarsi da terra sorreggendosi ad un sostegno significa che potrebbe avere un disturbo del neurosviluppo riferito all’area neuromotoria”. “Come pediatri di famiglia abbiamo il compito di valutare le competenze neuromotorie infantili all’interno delle varie attività previste dai bilanci di salute - riprende il dott. Doria -, con particolare riferimento ai primi 48 mesi di vita. Sono visite speciali che consentono di mettere in atto con tempestività percorsi diagnostico-terapeutici adeguati, eventuali esami preventivi o interventi di profilassi: è importante che le famiglie vi ricorrano con regolarità. Tali appuntamenti, inoltre, rappresentano un fondamentale momento di educazione ai corretti stili di vita dell’intera famiglia e di tutta la popolazione”. “La nostra Federazione - aggiunge il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP - vuole, quindi, con questo progetto, ribadire l’assoluta importanza di sottoporre con continuità un bimbo ai bilanci di salute. Il numero delle visite e la loro calendarizzazione variano leggermente nelle diverse Regioni, ma nel loro insieme sono uniformemente diffuse e gratuite su tutto il territorio nazionale”.

Le malattie neuromuscolari colpiscono in totale oltre 20.000 bambini e adolescenti nel nostro Paese. “Sono tutte causate da un danno genetico che può essere ereditato dai genitori o di nuova insorgenza - sottolinea il dott. Rachele -. Si tratta di patologie che determinano una progressiva debolezza muscolare che limita fortemente le capacità di movimento e può portare a deformazione dello scheletro e difficoltà respiratorie. Si calcola che quattro pazienti su dieci abbiano bisogno di programmi di riabilitazione intensiva ed estensiva. L’introduzione, negli ultimi anni, di cure specifiche e di nuovi strumenti tecnologici ha permesso di garantire una buona qualità di vita, soprattutto se intraprese precocemente grazie anche alla collaborazione e cooperazione tra il sistema di cure primarie del territorio e i centri di riferimento di terzo livello specializzati nella cura delle malattie rare”. “Fondamentale è quindi - conclude il dott. Doria - un aggiornamento complessivo delle conoscenze e competenze del pediatra di famiglia sul riconoscimento precoce e sul sostegno complessivo a pazienti che presentano esigenze particolari. Ad oggi la Federazione sta programmando corsi di formazione su queste tematiche su tutta la Penisola”. “Ringraziamo la FIMP per la promozione di PETER PaN - conclude Filippo Buccella, fondatore dell’associazione di pazienti Parent Project -. È un progetto nazionale importante, di grande valore scientifico che vuole accendere i riflettori su delle malattie difficili da affrontare anche per noi caregiver. E’ terribile la devastazione e il dolore che colpiscono una famiglia alla scoperta di queste malattie, in questi momenti i pediatri sono l’unico supporto per i genitori ed i piccoli pazienti. L’alleanza si stabilisce proprio in quei minuti che possono cambiare per sempre la storia di una famiglia. Il progetto della FIMP è l’idea felice che, come nella storia famosa, può far volare felici i nostri bambini”.

Roma, 25 novembre 2019 - Un bambino italiano “under 6” su due ha ricevuto, nel corso del 2018, almeno una prescrizione di antibiotici. E' quanto rivela il rapporto 'L'uso degli antibiotici in Italia 2018' dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), presentato oggi a Roma. Gli antibiotici sono i farmaci più prescritti nella popolazione pediatrica: 4 volte su 10 non vengono scelti antibiotici di prima linea, che sono quelli da utilizzare in prima istanza per una specifica condizione clinica, anche perché consentono di ridurre il rischio di reazioni avverse e lo sviluppo di resistenze batteriche. Un utilizzo così frequente è in parte dovuto all’elevata incidenza delle malattie infettive in questa fascia d'età. Vi possono essere diversi fattori che contribuiscono a un uso eccessivo e spesso inappropriato degli antibiotici nella popolazione pediatrica, tra i quali la difficoltà a effettuare una diagnosi microbiologica dell’infezione, la preoccupazione da parte dei pediatri di una scarsa compliance per antibiotici che richiedono 2 o 3 somministrazioni giornaliere e infine le pressioni da parte dei genitori, che inducono spesso il pediatra a una scarsa aderenza alle raccomandazioni delle linee guida esistenti. In generale il rapporto AIFA fotografa un maggior consumo di antibiotici nelle fasce di età estreme, con un livello più elevato, appunto, nei primi 6 anni di vita e dopo i 75 anni. Si registra anche un utilizzo più frequente di antibiotici per le donne nelle fasce d'età intermedie e per gli uomini in quelle estreme. E se la più alta prevalenza d’uso degli antibiotici nei bambini e negli anziani è dovuta alla maggiore incidenza di malattie infettive, il più frequente utilizzo di antibiotici per le donne nelle fasce d’età intermedie è verosimilmente correlato al trattamento delle infezioni delle vie urinarie.

Roma, 27 novembre 2019 – “Sono molto soddisfatto del colloquio appena concluso con il Ministro Speranza nel quale ho trovato una grande attenzione per le cure primarie pediatriche e per il loro futuro” dichiara il Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) Paolo Biasci a margine dell’incontro ufficiale che si è tenuto oggi al Ministero della Salute. Durante l’incontro sono stati trattati alcuni importanti aspetti legati all’assistenza pediatrica. In primo luogo, è stata condivisa l’importanza del ruolo e delle attività del pediatra di famiglia riconoscendo la valenza del rapporto di fiducia con le famiglie che, come condiviso dal Ministro, rappresenta un elemento di forza irrinunciabile che contraddistingue la pediatria delle Cure Primarie. In questo contesto, nell’ottica di una migliore presa in carico delle patologie acute e croniche, che trovano nella pediatria di famiglia il primo contatto con il servizio sanitario nazionale, ampia condivisione ha trovato la necessità di garantire negli ambulatori dei pediatri di famiglia la disponibilità di apparecchiature diagnostiche a risposta rapida. Ciò permetterà di diminuire gli accessi impropri alle cure ospedaliere e ai Pronto Soccorso applicando criteri di appropriatezza prescrittiva. A tal fine è stato richiesto al Ministro di utilizzare l’opportunità della legge di bilancio per ottenere un investimento ad hoc. “Gli studi dei pediatri di famiglia sono dei presidi del Servizio Sanitario distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale - aggiunge il Presidente Biasci - e, in un’ottica di miglioramento del sistema vaccinale, siamo disponibili ad effettuare le vaccinazioni sfruttando gli appuntamenti dei Bilanci di Salute per facilitare l’aderenza delle famiglie alle vaccinazioni dei loro figli”. Il Ministro Speranza ha accolto con favore questa disponibilità sottolineando l’importanza di ricondurre l’atto vaccinale nell’ambito del rapporto di fiducia. Il confronto con il Ministro è stato anche l’occasione per focalizzate l’attenzione sul futuro della pediatria e della formazione dei pediatri. Come i dati ISTAT pubblicati di recente hanno evidenziato, il considerevole calo delle nascite influirà significativamente sulla programmazione futura sia dell’assistenza pediatrica territoriale che ospedaliera. Di conseguenza “la corretta valutazione della necessità di pediatri nel futuro - conclude Biasci - dovrà necessariamente tenerne conto e avrà ripercussione sia sul numero degli specialisti sia delle strutture di secondo livello”. È emersa, inoltre, la criticità di un sistema formativo post-universitario disomogeneo che, non permettendo in tutte le Scuole di Specializzazione un adeguato tirocinio pressi gli studi dei pediatri di famiglia, non garantisce un’adeguata preparazione dei giovani pediatri ad entrare nel mondo professionale delle cure primarie. La FIMP esprime viva soddisfazione per questo primo incontro con il Ministro della Salute che ha permesso di evidenziare una particolare comunione di intenti che ci fa guardare al futuro dell’assistenza pediatrica con fiducia”.

Rimini, 25 novembre 2019 – Il nipote può e deve diventare un educatore di salute del nonno e …viceversa. In particolare i giovani possono spiegare ai parenti più anziani l’importanza di assumere regolarmente i farmaci. Dall’alto della loro esperienza invece i nonni devono far comprendere quanto sia fondamentale crescere seguendo stili di vita sani, primo fra tutti l’attività fisica. Su questo principio innovativo di reciprocità saranno realizzate delle Linee di Indirizzo per favorire l’educazione degli italiani di diverse generazioni. E’ quanto è concordato tra la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e Senior Italia FederAnziani in un Work Shop che si è svolto in occasione del settimo congresso di Senior Italia FederAnziani. L’evento si è concluso ieri a Rimini e rappresenta il più grande appuntamento nazionale dedicato ai cittadini over 65 residenti nel nostro Paese. La FIMP è l’unica organizzazione della pediatria italiana che partecipa a questa iniziativa che rientra nelle attività del Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia (CIAT) che riunisce oltre 20 società scientifiche, federazioni di medici, sindacati, associazioni di pazienti e rappresentanti delle istituzioni. “L’aderenza terapeutica è un aspetto della salute dell’intera collettività a cui teniamo particolarmente - afferma il dott. Antonio D'Avino, ‎Vice Presidente FIMP -. Come pediatri di famiglia vediamo e curiamo ogni giorno migliaia di bambini e adolescenti. Abbiamo quindi un osservatorio privilegiato dal quale poter analizzare alcuni comportamenti e tendenze. Siamo profondamente convinti che nel nostro Paese tra nonni e nipoti ci sia un legame davvero unico e sempre più forte. Vogliamo sfruttarlo creando un percorso educativo che fornisca ai giovani la consapevolezza di quanto possano essere importanti per la salute dell’intera famiglia”. Tra gli aspetti che verranno meglio approfonditi nelle Linee di indirizzo future c’è anche l’uso degli strumenti digitali. “Come è noto sono spesso i nipoti a insegnare ai nonni l’utilizzo delle nuove tecnologie - prosegue D'Avino -. I dispositivi elettronici sono infatti una risorsa utile per favorire l’aderenza alle cure da parte dei più anziani. App, timer, suonerie sono strumenti che vanno utilizzati per ricordare l’ora e le dosi esatte dei vari farmaci. Si tratta quindi di un’ulteriore convergenza che dobbiamo saper sfruttare in modo adeguato”.

Il presidente Paolo Biasci: “E’ un investimento necessario che ridurrà gli accessi impropri a cure di secondo livello e al Pronto Soccorso, favorirà l’appropriatezza prescrittiva e diminuirà costi e ricoveri”

Roma, 22 novembre 2019 – La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) rilancia l’iniziativa del Ministro della Salute Roberto Speranza di dotare la medicina del territorio di strumenti diagnostici. “E’ necessario che anche gli studi dei Pediatri di Famiglia siano meglio strutturati con apparecchiature diagnostico-terapeutiche a risposta rapida - afferma Paolo Biasci, presidente nazionale della FIMP -. E’ indispensabile completare il progetto di una più forte presa in carico da parte delle Cure Primarie delle patologie acute e croniche che trovano in questo contesto il primo contatto con il servizio sanitario nazionale. Così si potrebbero assicurare interventi assistenziali, in ambito di rapporto fiduciario, indispensabili a garantire a bambini e adolescenti, analogamente ed in modo spesso più efficace dei pazienti adulti, una risposta immediata ed adeguata ai bisogni di assistenza. L’obiettivo è diminuire gli accessi impropri a cure di secondo livello e al Pronto Soccorso, raggiungendo anche obiettivi in termini di appropriatezza prescrittiva e riduzione di costi e ricoveri. La FIMP ha perciò richiesto al Ministero ed alle Regioni di completare la Legge di Bilancio prevedendo un investimento nell’ambito organizzativo dell’intero setting delle Cure Primarie. Bisogna che siano comprese anche le esigenze dei più giovani”. “L’evoluzione delle cure pediatriche - afferma Mattia Doria, segretario nazionale alle attività scientifiche - permette oggi, grazie alla disponibilità di test diagnostici e strumentali point-of-care (self help di studio), di circoscrivere la gestione di numerose patologie acute e croniche all’interno delle Cure Primarie. Mi riferisco in particolare alla gestione delle malattie acute febbrili e infettive attraverso la disponibilità di test rapidi per il riconoscimento dello streptococco beta-emolitico di gruppo A, il dosaggio della proteina C reattiva, l’esame emocromocitometrico, lo studio del campione di urine (multistix) e di strumenti di diagnosi dell’otite media acuta (otoscopio pneumatico e impedenziometro), che permetterebbero una riduzione dell’accesso ai servizi ospedalieri (pronto soccorso, laboratorio) e un utilizzo più consapevole e appropriato della terapia antibiotica, contribuendo alle strategie del piano nazionale contro l’anti-microbico resistenza (AMR). Come anche la gestione delle patologie allergiche attraverso la dotazione diffusa di skin prick test e spirometria che permetterebbe un approccio diagnostico (quindi, anche terapeutico) più tempestivo e specifico, con una netta riduzione dell’accesso ai servizi allergologici che oggi sono gravati da lunghe liste d’attesa”. “Per strutturare un progetto di Cure Primarie Pediatriche più adeguato alle necessità assistenziali attuali -conclude Biasci - occorre consolidare e trasferire in esse tutte le attività diagnostico-assistenziali riconducibili ad un Primo Livello di Cure pediatriche e sviluppare, in tutto il territorio nazionale, modelli strutturali che permettano una adeguata e globale presa in carico dei bisogni sanitari dei soggetti in età pediatrica, con l’indispensabile supporto di efficienti strumenti di diagnostica ambulatoriale. E’ quello che speriamo di realizzare per la salute dei nostri bambini”.

Giovedì, 21 Novembre 2019 16:26

Sanità: Italia è nella Top Ten mondiale per qualità

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Roma, 21 novembre 2019 - Il sistema sanitario nazionale italiano occupa, per qualità, il nono posto della classifica mondiale. Dopo Islanda, Norvegia, Olanda, Lussemburgo, Australia, Finlandia, Svizzera e Svezia. È quanto emerge dalla prima analisi a livello nazionale 'Global Burden of Disease (GBD) Study', pubblicata sulla rivista The Lancet Public Health e coordinata dall'IRCCS Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste. "Ne emerge un quadro globalmente positivo - afferma Lorenzo Monasta, primo autore del lavoro - pur con alcune criticità. Tra le criticità c’è da segnalare anche l'invecchiamento rapido della popolazione”. Nel 2017, l'aspettativa di vita alla nascita ha raggiunto 85,3 anni per le femmine e 80,8 per i maschi, classificando l'Italia ottava a livello mondiale per le femmine e sesta per i maschi. Tra il 1990 e il 2017 i tassi di mortalità a causa di malattie cardiovascolari sono diminuiti del 53,7%, per le neoplasie del 28,2 % e del 62,1% per gli infortuni durante il trasporto. Inoltre, la riduzione della mortalità infantile e sotto i 5 anni molto bassa è un ulteriore indicatore “dell'efficienza del sistema sanitario. “Questo scenario - continua Garofolo -, sta cambiando il panorama epidemiologico delle malattie, aumentando il carico delle patologie croniche tipiche dell'invecchiamento, dai problemi di vista e udito all'Alzheimer e altre demenze. Basti pensare che gli anni di vita con disabilità legati ad Alzheimer e altre demenze sono aumentati del 78% dal 1990 al 2017 e i decessi per Alzheimer più che raddoppiati (+118%).

Il presidente Paolo Biasci: “Da quel giorno maggiori tutele per milioni di giovani. L’Italia è ai primi posti al mondo per qualità di vita e assistenza anche grazie all’impegno dei pediatri di famiglia”

Roma, 20 novembre 2019 – La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia e dell'Adolescenza compie oggi 30 anni. “La sua approvazione è stato un momento storico nonché una grande conquista sociale che ha garantito maggiori tutele a milioni di giovani in tutto il mondo”. E’ questo il commento della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) rilasciato in occasione dell’anniversario. “Dopo tre decenni possiamo dire che il nostro Paese ha rispettato e messo in pratica tutte le raccomandazioni contenute nel documento - sottolinea il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP -. L’Italia infatti si classifica ai primi posti in Europa e al mondo per quanto riguarda la qualità di vita dei più giovani e il loro livello di salute. Siamo convinti che questi risultati siano stati raggiunti anche grazie all’impegno e alla dedizione della pediatria di famiglia. E’ una peculiarità del nostro sistema sanitario nazionale che potrebbe essere presa ad esempio anche da altri Paesi. Siamo oltre 7.000 professionisti presenti in modo capillare su tutta la Penisola e ci adoperiamo per educare i giovani e i genitori a condurre stili di vita sani e a prevenire le malattie più gravi”. A trent’anni dal 20 novembre 1989 i pediatri della FIMP ribadiscono il loro impegno di tutela e di promozione della salute di ogni bambino. Assicurano il loro ruolo di avvocati dei bambini a difesa dei loro diritti anche se inespressi, accompagnando ciascuno nella loro crescita attraverso la prevenzione in genere e corretti stili di vita. “Il nostro auspicio è che i diritti dei minori siano davvero rispettati e garantiti in ogni angolo del Pianeta - conclude la dr.ssa Milena Lo Giudice, coordinatore nazionale dell’Area Etico-Sociale di FIMP -. Ciò purtroppo ancora non avviene in diversi Stati come, per esempio, in quelli dove sono in corso guerre sanguinose. Deve essere quindi impegno di tutti noi sensibilizzare le istituzioni nazionali e internazionali affinché le garanzie, contenute nella Convenzione dell’89, non rimangano solo sulla carta”.

Lunedì, 18 Novembre 2019 16:57

Smog: in Italia causa 46.000 morti premature

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Roma, 18 novembre 2019 – Tra le principali cause di morte in Italia c’è anche l’inquinamento atmosferico, accanto alle ondate di calore e la riduzione del potenziale di resa delle colture. È questo l’allarme lanciato da Marina Romanello della University College London, una delle autrici del report pubblicato su The Lancet. "Dagli anni '60, il potenziale di resa delle colture per il mais si è ridotto del 10,2 per cento, quello per il grano invernale è diminuito del 5 per cento, il potenziale del grano primaverile si è ridotto del 6 per cento, quello della soia è diminuito del 7 per cento e il potenziale di resa del riso è diminuito del 5 per cento", riferisce la scienziata. "L'Italia è esposta a livelli molto elevati di inquinamento atmosferico, che portano a circa 46.000 decessi prematuri a causa dell'esposizione al PM2,5. È il più alto tasso di mortalità d'Europa - riferisce Romanello - e l'undicesimo più alto del mondo e ha causato una perdita di 20,2 milioni di euro in Italia". Aggiunge la scienziata: "Inoltre, l'invecchiamento della popolazione italiana pone anche un rischio elevato di soffrire degli effetti negativi dell'esposizione a ondate di calore estreme, che colpiscono in particolare le persone di età superiore ai 65 anni. L'esposizione al calore ha portato anche a oltre 1,7 milioni di potenziali ore di lavoro globali perse nel 2017, il 67 per cento delle quali è andato perso nel settore agricolo".