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Grillo: “Grazie ai 2 milioni di cittadini che lavorano a servizio della salute”
Scritto da FIMP NEWSRoma, 13 dicembre 2018 – “Oltre 2 milioni di persone ogni giorno lavorano nella prima impresa del Paese, quella della salute. E a tutti loro va il nostro profondo ringraziamento”. E’ quanto ha affermato ieri il Ministro della Salute, Giulia Grillo nel suo intervento alla celebrazione dei 40 anni del servizio sanitario nazionale. “Per me - sottolinea Grillo - è motivo di orgoglio aver riunito qui nel nostro ministero tutte le anime che compongono il nostro Servizio sanitario nazionale. Ho ritenuto fosse doveroso ospitare qui, a casa nostra, le più alte cariche dello Stato per dare un segno di vicinanza agli oltre 2 milioni di cittadini che ogni giorno lavorano nelle corsie, negli ambulatori, nei presidi sul territorio, nelle farmacie, nelle amministrazioni della sanità del nostro Paese, di tutto il Paese al servizio dei cittadini e della loro salute”. “I nostri padri costituenti - ricorda Grillo - hanno scritto a chiare lettere nella Carta costituzionale che quello alla salute è un diritto 'fondamentale'. Solo così ogni cittadino può vivere nella certezza che la Repubblica tutela la salute nel pieno rispetto della persona umana, nell'interesse della collettività e indipendentemente dalle condizioni sociali e di reddito. Siamo qui per celebrare l'istituzione del nostro servizio sanitario nazionale, celebriamo un patrimonio di idee e di organizzazione, di lavoro e di strutture, di scienza, ma anche di umanità che dà corpo al nostro Sistema sanitario nazionale. Un progetto che diventa reale ogni giorno, soltanto grazie al lavoro delle donne e degli uomini che lo rendono concreto ad ogni livello e che ne fanno la storia”.
Studio: ai bambini la verità insegna a regolare le emozioni
Scritto da FIMP NEWSRoma, 12 dicembre 2018 – Ai bambini non vanno dette le bugie: non è solo un motto ma una certezza scientifica. Uno studio mette sull’attenti i genitori che tendono a censuare le emozioni negative per non turbare la serenità dei propri figli. I bambini, in realtà, più hanno a che fare con mamme e papà che si mostrano stressati o arrabbiati, senza nascondere nulla, più hanno uno stretto rapporto con loro. A dirlo è una ricerca della Washington State University e delle Università della California a Berkley e a San Francisco che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Emotion. Lo studio è stato condotto su 109 genitori con i loro figli. I piccoli, tra 7 e 11 anni sono meno reattivi e con un atteggiamento meno positivo nei confronti dei genitori che autocensurano i propri sentimenti negativi. “I bambini sono bravi a raccogliere spunti sottili dalle emozioni – commenta Sara Waters, ricercatrice che ha contribuito allo studio – se sentono che qualcosa di negativo è successo e che i genitori stanno agendo normalmente e non lo rendono visibile, questo è fonte di confusione per loro: sono due messaggi in conflitto”. Piuttosto che sopprimere le emozioni di fronte ai figli, Waters suggerisce che la migliore cosa da fare è far vedere ai bambini un conflitto sano, dall’inizio alla fine. “Lascia che vedano l’intero percorso – sottolinea – questo aiuta i bambini a imparare a regolare le proprie emozioni e a risolvere i problemi, perché vedono che i problemi possono essere risolti. E’ meglio far sapere ai bambini che ti senti arrabbiato e dirgli cosa farai per migliorare la situazione”.
Studio: il cervello sopprime le idee ovvie per compiti creativi
Scritto da FIMP NEWSRoma, 11 dicembre 2018 - Per consentire alla nostra creatività di esprimersi, il cervello umano sopprime le idee ovvie. E’ quanto emerge da uno studio della Queen Mary University di Londra e della Goldsmiths University of London, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca mostra che le onde cerebrali svolgono un ruolo cruciale nell'inibire le modalità di pensiero abituale per aprire la strada all'accesso alle idee più remote. Il team di studiosi ha scoperto che queste onde cerebrali, o oscillazioni alfa nell'area temporale destra del cervello, aumentano quando si ha bisogno di sopprimere le associazioni fuorvianti per compiti creativi. Livelli più elevati di onde cerebrali alfa consentono alle persone di elaborare idee che sono più lontane dagli usi ovvi o noti. Stimolando la parte temporale destra del cervello nella frequenza alfa aumenta la capacità di inibire collegamenti ovvi in entrambi i tipi di pensiero creativo, quello convergente (trovare una soluzione "pronta all'uso") e divergente (quando si devono inventare diverse idee creative). I ricercatori hanno dimostrato il meccanismo neurale responsabile della creatività monitorando l'attività elettrica del cervello attraverso un elettroencefalogramma. L'uso di una tecnica non invasiva denominata stimolazione cerebrale transcranica alternata ha anche permesso loro di sondare il ruolo delle onde. Gli esperimenti condotti hanno esaminato il modo in cui il cervello affronta una serie di compiti creativi come trovare parole che si colleghino tra loro. Ad esempio, ogni volta che cerchiamo concetti associati a una parola, partiamo da associazioni più forti per spostarci verso quelle più remote. "Prendere una strada meno percorsa - chiarisce Joydeep Bhattacharya, coautore dello studio - è necessario per pensare in modo creativo, e le nostre scoperte forniscono alcune prove su come questo venga fatto nel cervello".
Studio: 7 pazienti su 10 mentono al medico durante le visite
Scritto da FIMP NEWSRoma, 7 dicembre 2018 – Ben il 70% dei pazienti mente durante una visita con il proprio medico. In particolare non dicono tutta la verità sull'alimentazione, sull'attività fisica, sull'adesione alle terapia e sulla regolarità delle cure. E’ quanto sostiene uno studio americano condotta su oltre 4.500 persone dai ricercatori in Scienze sociali del Middlesex Community College (Massachusetts) e pubblicato su Jama Medical Education. I pazienti, intervistati on line, dovevano indicare - per sette categorie di informazioni - se avevano mentito, o omesso la verità al proprio dottore durante un consulto. Sette intervistati su dieci hanno ammesso di non avere, deliberatamente, fornito tutte le informazioni richieste. In particolare, più di un terzo ha ammesso di non aver mostrato il proprio disaccordo con il clinico. Un quarto non ha capito le 'istruzioni' ma non lo ha detto, uno su 5 non ha seguito correttamente il trattamento. L'11% ha preso terapie prescritte ad altri senza poi ammetterlo con il medico. I dati, precisano i ricercatori, dimostrano che i camici bianchi molto spesso si prendono cura dei propri pazienti senza avere tutte le informazioni necessarie. A 'frenare' gli assistiti, secondo gli stessi intervistati, la volontà di non essere giudicati 'cattivi pazienti' oppure l'idea che l'informazione 'nascosta' non cambi nulla. Ma c'è anche chi 'non vuole far perdere tempo' al medico. I ricercatori ricordano che la relazione di cura e la fiducia reciproca ha effetti importanti sulla salute. Ma sottolineano anche che i medici, in genere, hanno piuttosto chiara l'attitudine dei pazienti a non dire tutta la verità.
Roma, 6 dicembre 2018 – Nel 2017 i casi di morbillo sono aumentati e diversi Paesi hanno subito epidemie gravi e protratte della malattia. A causa delle lacune nella copertura vaccinale, i focolai di morbillo si sono verificati in tutte le regioni, mentre sono stati stimati 110 000 decessi correlati alla malattia. Sono i dati di un nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità recentemente pubblicato. Il documento fornisce le stime più esaurienti dell’andamento del morbillo negli ultimi 17 anni e mostra che dal 2000 sono state salvate oltre 21 milioni di persone con le vaccinazioni. Tuttavia, i casi segnalati sono aumentati di oltre il 30% in tutto il mondo a partire dal 2016. Le Americhe, la regione del Mediterraneo orientale e l’Europa hanno registrato i maggiori aumenti nei casi nel 2017, con il Pacifico occidentale l’unica regione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in cui l’incidenza del morbillo è diminuita. “L’aumento dei casi di morbillo è profondamente preoccupante, ma non sorprendente”, ha affermato Seth Berkley, CEO di Gavi, Vaccine Alliance, “il disinteresse per la malattia e la diffusione delle falsità sul vaccino in Europa, un sistema sanitario collasso in Venezuela e sacche di fragilità e scarsa copertura immunitaria in Africa si stanno combinando per provocare una rinascita globale del morbillo dopo anni di progressi. Le strategie esistenti devono cambiare: maggiori sforzi devono essere fatti per aumentare la copertura di vaccinazione di routine e rafforzare i sistemi sanitari. Altrimenti continueremo a inseguire un’epidemia dopo l’altra”.
Studio: ai bambini la verità insegna a regolare le emozioni
Scritto da FIMP NEWSRoma, 5 dicembre 2018 – Ai bambini non vanno dette le bugie: non è solo un motto ma una certezza scientifica. Uno studio mette sull’attenti i genitori che tendono a censuare le emozioni negative per non turbare la serenità dei propri figli. I bambini, in realtà, più hanno a che fare con mamme e papà che si mostrano stressati o arrabbiati, senza nascondere nulla, più hanno uno stretto rapporto con loro. A dirlo è una ricerca della Washington State University e delle Università della California a Berkley e a San Francisco che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Emotion. Lo studio è stato condotto su 109 genitori con i loro figli. I piccoli, tra 7 e 11 anni sono meno reattivi e con un atteggiamento meno positivo nei confronti dei genitori che autocensurano i propri sentimenti negativi. "I bambini sono bravi a raccogliere spunti sottili dalle emozioni - commenta Sara Waters, ricercatrice che ha contribuito allo studio - se sentono che qualcosa di negativo è successo e che i genitori stanno agendo normalmente e non lo rendono visibile, questo è fonte di confusione per loro: sono due messaggi in conflitto". Piuttosto che sopprimere le emozioni di fronte ai figli, Waters suggerisce che la migliore cosa da fare è far vedere ai bambini un conflitto sano, dall'inizio alla fine. "Lascia che vedano l'intero percorso - sottolinea - questo aiuta i bambini a imparare a regolare le proprie emozioni e a risolvere i problemi, perché vedono che i problemi possono essere risolti. E' meglio far sapere ai bambini che ti senti arrabbiato e dirgli cosa farai per migliorare la situazione".
Influenza: vaccino riduce i sintomi anche quando non previene
Scritto da FIMP NEWSRoma, 4 dicembre 2018 – Se la vaccinazione non riesce a prevenire l'influenza comunque riduce le possibili complicanze dovute all'infezione. In particolare l'efficacia nel ridurre casi gravi o morti è del 44% nella popolazione anziana. E’ quanto sostiene una ricerca condotta su circa 1.700 persone ricoverate a causa del virus e pubblicato su Eurosurveillance, la rivista europea sulla sorveglianza delle malattie infettive. Ogni anno, tra il 5 e il 20 per cento della popolazione mondiale si ammala di influenza, sono tra 3 e 5 milioni i casi gravi di malattia e tra 300.000 e 500.000 i morti. Il vaccino, che e' necessario ripetere ogni anno perche' il virus influenzale muta in continuazione, riesce a prevenire in molti casi il contagio, ma non sempre. Tuttavia anche quando questo non accade, ha comunque dei benefici nella prognosi. Questo l'aspetto approfondito dal nuovo studio, condotto presso l'Istituto di salute Carlos III, in Spagna, che ha analizzato l'efficacia dei vaccini anti-influenzali nel ridurre ricoveri e morte in pazienti vaccinati che avevano contratto l'influenza. I ricercatori hanno studiato tutti i casi gravi in 12 ospedali catalani durante le stagioni 2010-2011 e 2015-2016, periodo durante il quale sono stati ricoverati 1.727 pazienti, dei quali 591 in terapia intensiva e 223 con esito mortale. I risultati mostrano che, tra chi aveva avuto casi gravi, la vaccinazione era stata meno frequente (21% dei casi) mentre era stata più frequente (30%) in chi mostrava sintomi più benigni. L'efficacia nel prevenire casi gravi o morte è stata in media del 23%, ma arrivava al 44% per le persone sopra i 65 anni. Merito dell'effetto sul sistema immunitario: essere vaccinati fa sviluppare infatti una preesistente memoria cross-reattiva dei linfociti T, in grado di ridurre la gravità dell'infezione anche senza anticorpi protettivi specifici.
Unicef: In città più morti e abbandoni scolastici
Scritto da FIMP NEWSRoma, 30 novembre 2018 – Per i bimbi poveri che vivono nelle aree urbane il rischio di morire, prima di aver compiuto i 5 anni di età, è più alto rispetto a chi abita in contesti rurali. Non solo: l’abbandono scolastico, prima di aver completato la scuola primaria, è un fenomeno più comune in città. È questo il quadro che emerge dal rapporto 'Vantaggio o paradosso' dell'Unicef. Si stima che fino a un miliardo di persone vivano negli slum, centinaia di milioni dei quali sono bambini. L’Africa e l’Asia si stanno urbanizzando rapidamente. Entro il 2030, sette delle dieci città più grandi saranno in Asia; la popolazione urbana dell’Africa è quella che cresce più velocemente, con un tasso annuale di crescita del 3,7%. Il rapporto rivela che “non tutti i bambini nelle aree urbane traggono beneficio dal cosiddetto 'vantaggio di vivere in città' con l’idea che stipendi maggiori, infrastrutture migliori e prossimità ai servizi garantiscano alle persone che vivono in città vite migliori. Al contrario, le disuguaglianze, l’esclusione e le sfide per il benessere, come rischi ambientali e per la salute, nelle città possono sfociare insieme in un 'paradosso urbano' in cui molti residenti, fra cui bambini, subiscano e soffrano maggiori privazioni gravi rispetto ai loro coetanei che vivono in aree rurali”. “Per i genitori che vivono in aree rurali, a prima vista, le ragioni per migrare verso le città sembrano ovvie: maggiore accesso al lavoro, all’assistenza sanitaria e a opportunità formative per i loro bambini", ha dichiarato Laurence Chandy direttore dell’Unicef per dati, ricerca e politiche. “Ma non tutti i bambini che vivono in città ne stanno beneficiando in maniera eguale; abbiamo prove di milioni di bambini nelle aree urbane che vivono in condizioni peggiori rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali”.
OMS: una casa di buona qualità è fondamentale per la salute
Scritto da FIMP NEWSRoma, 29 novembre 2018 – Il luogo dove si vive ha un forte impatto importante sulla nostra salute. Se le condizioni e la qualità sono scarse, possono insorgere malattie respiratorie come l'asma, patologie cardiovascolari, lesioni, malattie mentali e infettive, come tubercolosi, influenza e diarrea. E’ quanto sostiene l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha pubblicato le Linee Guida per ridurre i rischi di salute legati alle abitazioni. Migliorando le condizioni abitative, sottolinea l’OMS, si possono salvare vite, prevenire malattie, ridurre la povertà e aiutare a mitigare l'impatto del cambiamento climatico. Interventi ancora più importanti se si considera che la popolazione nelle città è destinata a raddoppiare entro il 2050, in particolare gli anziani, che trascorrono più tempo a casa. Le raccomandazioni contenute nel documento spiegano come agire su spazi inadeguati e affollati, temperature interne troppo basse o alte, i pericoli di lesione e l'accessibilità alle persone con disabilità. Ad esempio nelle zone dai climi freddi una temperatura interna sicura per proteggere dagli effetti del freddo dovrebbe essere almeno di 18°, mentre nelle aree dai climi caldi vanno adottate strategie per evitare un eccesso di calore. Nel documento si indicano alcuni interventi migliorativi, come per esempio installare isolanti termici efficienti e sicuri per migliorare la temperatura interna, il consumo di energia e ridurre le emissioni di carbonio. Le linee guida danno indicazioni anche sulla qualità dell'acqua e dell'aria, il rumore nel vicinato, amianto, piombo, fumo di sigaretta e radon.
L’allarme: sedentarietà sempre più diffusa tra i bimbi di tutto il mondo
Scritto da FIMP NEWSRoma, 28 novembre 2018 – Sempre più compromessa la salute dei bambini di tutto il Pianeta a causa della sedentarietà. E’ quanto sostiene un rapporto mondiale, il "Global Matrix 3.0", redatto da ricercatori canadesi sui dati di 49 Paesi. La ricerca dimostra che i bimbi di oggi non si muovono abbastanza per stare in salute e avere garanzia di una corretta crescita. Secondo quanto annunciato dagli esperti del Children's Hospital of Eastern Ontario Research Institute i giovanissimi più attivi sono quelli residenti in Slovenia, Zimbabwe e Giappone dove il movimento fisico è una norma sociale pervasiva. Nel Paese del Sol Levante, ad esempio, è in uso una pratica utilissima al movimento dei bambini, tutti vanno a scuola a piedi anche grazie a una normativa che assicura scuole vicine alle abitazioni (distanti non più di 4 km per i più piccoli e non più di 6 per i liceali). Gli esperti hanno utilizzato diversi parametri legati all'attività dei bambini e dato i voti a ciascuno di essi per ciascun Paese. Si va dalle azioni di governo per incentivare al movimento alle abitudini familiari (uso dell'auto, etc).
La tendenza a livello globale, con l'eccessivo uso di smartphone e computer, l'automazione sempre più spinta e gli spostamenti sempre in macchina, è alla sedentarietà; ciò sta portando a una generazione di bambini inattivi che li mette su una strada molto pericolosa per la loro salute, afferma Mark Tremblay, della University of Ottawa. "Abbiamo la responsabilità collettiva di cambiare questa situazione perché i bambini fisicamente non attivi sono a rischio di problemi di salute fisica, mentale, sociale e cognitiva. Hanno bisogno di diventare abitualmente attivi per divenire adulti sani e resilienti".
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Fumo: anche i disturbi alimentari tra le cause del vizio
Scritto da FIMP NEWSRoma, 14 novembre 2018 – Tra i motivi per cui si fuma potrebbero esserci anche i disturbi alimentari. Le persone prendono questo vizio per diverse ragioni e quello per cui continuano è l’instaurarsi di una vera e propria dipendenza e il ‘piacere’ che ne deriva. La nicotina, infatti, si lega a particolari recettori che stimolano una zona del cervello a livello dell’area del tegmento ventrale da cui viene provocato il rilascio di dopamina e altri neurotrasmettitori a livello del nucleo accumbens. Queste stimolazioni producono piacere, eccitazione e modulazione dell’umore. In breve tempo, i recettori dell’acetilcolina vengono saturati dalla nicotina, questo provoca il bisogno di fumare di nuovo e instaura il fenomeno della tolleranza acuta. “Una quota di fumatori, spesso donne, inizia a fumare anche per l’effetto anoressante della nicotina” spiega Vincenzo Zagà, Presidente della SITAB- Società Italiana di Tabaccologia a Congresso a Firenze. “Il fumo di sigaretta ha infatti un blando effetto di soppressione dell’appetito che viene ricercato come strumento di controllo del peso, salvo poi trasformarsi nella dipendenza che conosciamo. La diminuzione dell’appetito è l’effetto combinato di meccanismi fisiologici e psicologici e in questi soggetti, prevalentemente donne, la resistenza alla proposta di cessazione è dettata dal timore di aumentare di peso. In una ricerca le donne che usano il fumo come strumento di controllo dell’introduzione di cibo hanno maggiori probabilità di mostrare i sintomi di un disturbo alimentare”. Come conferma Antonella Manfredi, Direttore Area Dipendenze ASL Toscana Centro, “nell’aiutare una persone affetta da disturbo della condotta alimentare a smettere di fumare bisogna porre molta attenzione al tipo di disturbo di cui soffre. Il ‘Binge Eating’, il comportamento caratterizzato da abbuffate incontrollate di cibo, è più spesso associato al fumo di sigaretta rispetto all’anoressia nervosa di tipo restrittivo. Inoltre soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali”.
OMS: “Gran parte popolazione mondiale non accede ai farmaci essenziali”
Scritto da FIMP NEWSRoma, 22 novembre 2018 - La gran parte della popolazione mondiale, soprattutto quella più povera, non ha accesso ai farmaci innovativi. Per esempio non sono disponibili quelli efficaci contro il cancro. Lo afferma il rapporto della Access to Medicine Foundation. Il documento ha valutato sette diversi aspetti delle politiche aziendali delle 20 principali multinazionali farmaceutiche, dalla donazione di terapie all'esistenza per alcuni paesi di programmi per l'accesso facilitato alla ricerca in corso su nuove molecole. Dei 53 farmaci indicati dall'OMS come essenziali solo 37 hanno almeno un programma per l'accesso, spiegano gli autori, e il gap è ancora maggiore se si guarda alle molecole appena uscite sul mercato. Pur avendo il 65% dei malati di tumore, ad esempio, i paesi in via di sviluppo hanno una speranza di vedere nei prossimi anni solo il 5% delle nuove terapie antitumorali. Va meglio per i farmaci delle malattie infettive che nel momento in cui escono dalla fase di ricerca e sviluppo hanno 'allegato' un programma per l'accesso nel 54% dei casi. "Tutti i gap sono ancora da coprire - spiega Jayasree Iyer, direttore esecutivo della fondazione -. E' fondamentale che le industrie farmaceutiche facciano in modo che le loro innovazioni non lascino indietro i più poveri".
Promozione di una rete pediatrica contro abusi su infanzia, intesa tra AGIA e FIMP
Scritto da FIMP NEWSRoma, 21 novembre 2018 - Promuovere una rete pediatrica contro il maltrattamento e l’abuso nei confronti dell’infanzia per intercettare e rilevare segnali di trascuratezza, negligenza e ogni altra forma di pregiudizio in danno di bambini e ragazzi e sollecitare interventi e azioni in raccordo con le istituzioni. È quanto prevede il protocollo d’intesa sottoscritto questa mattina dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) Filomena Albano e dal presidente della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) Paolo Biasci.
L’intesa mira inoltre a diffondere la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a promuovere iniziative di sensibilizzazione e ad individuare azioni comuni volte al miglioramento delle politiche per l’infanzia e per la famiglia.
“Per contrastare un fenomeno grave come quello degli abusi sull’infanzia – commenta la Garante Albano – è fondamentare investire nella prevenzione e nell’intervento precoce. E questo è proprio quello che assieme alla FIMP ci proponiamo di fare promuovendo la rete nazionale pediatrica. I Pediatri di libera scelta, infatti, per il rapporto di fiducia che instaurano con le famiglie e per la loro sensibilità professionale, possono prima di ogni altro intercettare segnali di disagio e sofferenza e promuovere l’adozione dei provvedimenti più opportuni a tutela della salute fisica o emotiva dei bambini. Il protocollo siglato oggi rappresenta un ulteriore strumento di collaborazione con i pediatri, con i quali già da tempo ci confrontiamo e agiamo in sinergia per promuovere il benessere di bambini e ragazzi”e la firma nella settimana dedicata alla infanzia ha un valore altamente simbolico.
“Il maltrattamento e l’abuso all’infanzia sono temi che solitamente non vengono trattati durante il corso di studi di un medico e in particolare di un pediatra”, aggiunge la dott.ssa Paola Miglioranzi, responsabile nazionale FIMP per le problematiche su abuso e violenza contro i bambini. “Riconoscere una situazione che non si conosce è difficile, a volte è difficile anche solo pensarci. Il disagio sociale che colpisce in modo ingravescente il nostro Paese è un fattore di rischio importante di cui non ci dobbiamo dimenticare. La sofferenza vissuta dal bambino nei casi di maltrattamento e abuso, ancor più se non riconosciuta, ha importanti ripercussioni sulla sua salute fisica e mentale e lascia segni indelebili, che incideranno sulla sua vita futura.”
A concludere il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP: “Ci auguriamo una collaborazione proficua con tutti i colleghi che lavorano in questo settore, i pediatri ospedalieri, i neuropsichiatri infantili, gli psicologi ma anche e soprattutto con la magistratura, ricordando che è l’interesse superiore del bambino l’obiettivo comune e che ognuno di noi può fare la differenza. La rete FIMP contro l’abuso e la violenza verso i bambini è uno spazio aperto a tutte le istituzioni e le forze attive nel nostro Paese e la sinergia con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza sarà sicuramente il punto di forza per passare ad azioni concrete di contrasto del fenomeno”.
La pediatria di famiglia a sostegno di una prescrizione appropriata
Scritto da FIMP NEWSRoma, 20 novembre 2018 – La settimana dal 12 al 18 novembre anche quest’anno è stata dedicata alla sensibilizzazione sull’uso corretto degli antibiotici. La FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) in rappresentanza della Pediatria di Famiglia è tra i partner che collaborano con le istituzioni nazionali e internazionali nel supportare iniziative rivolte a sostenere la prescrizione antibiotica ragionata e consapevole, unico strumento efficace per la riduzione delle resistenze. Questo fenomeno è stato ampiamente segnalato da organismi scientifici come un pericolo per la vita stessa di molte persone nei prossimi anni, a causa dell’emergere di specie microbiche resistenti e alla contemporanea riduzione nello sviluppo di nuove molecole. La resistenza antibiotica è attribuita all’eccessivo uso di questi farmaci soprattutto negli ospedali e nelle comunità ma è necessario uno sforzo collettivo e su più fronti per contrastare questo fenomeno. La FIMP, già da alcuni anni, contribuisce a questa azione di contrasto attraverso varie iniziative, sia formative sia con la pubblicazione di una revisione di quanto disponibile nella letteratura scientifica sull’uso giudizioso degli antibiotici nelle patologie infettive più frequenti in Pediatria. Quest’anno si è aggiunta una nuova iniziativa rivolta a Genitori e piccoli pazienti. Attraverso un sito dedicato e una campagna informativa sui social media, saranno dei personaggi a fumetti- i simpatici Mio, Mia e Meo- a fornire informazioni utili alle Famiglie per conoscere le malattie più comuni, come prevenirle, e per utilizzare, solo quando necessari, i farmaci nel modo più corretto.