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OMS: aumentata di 5,5 anni l'aspettativa di vita nel mondo
Scritto da FIMP NEWSRoma, 29 maggio 2019 – In tutto il Pianeta si vive più a lungo e con una migliore salute. Al tempo stesso però non si registrano più progressi per le morti sulla strada, il sovrappeso infantile, l'incidenza della malaria, il consumo di alcol e di acqua potabile sicura. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalle Statistiche di salute mondiale 2019 pubblicate dall'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Tra il 2000 e 2016 l'aspettativa di vita alla nascita della popolazione mondiale è aumentata di 5,5 anni, passando da 66,5 a 72 anni, così come è cresciuta anche l'aspettativa di vita in salute, passando da 58,5 a 63,3 anni. Dei 43 indicatori analizzati nel rapporto dell'OMS, sono stati rilevati dei miglioramenti per oltre la metà (56%). Tra questi una maggior assistenza da personale sanitario alla nascita e un calo delle morti materne da parto. Gli obiettivi globali di ridurre le morti neonatali e sotto i 5anni sono sulla buona strada, così come la bassa crescita infantile è in calo. Tuttavia si stima che 303 mila donne siano morte nel 2015 e 5,4 milioni di bambini con meno di 5 anni abbiano perso la vita nel 2017. Progressi sono stati registrati anche nel tasso di copertura vaccinale, mentre l'incidenza di malattie infettive, del fumo di tabacco, l'esposizione a fattori di rischio ambientale e la mortalità prematura da malattie non contagiose sono calati. Continuano ad esserci però disparità tra paesi ricchi e poveri. L'aspettativa di vita alla nascita ad esempio è di 18,1 anni inferiore nei paesi a basso reddito, dove 1 donna su 41 muore per cause legate alla maternità, un terzo dei bambini ha un basso tasso di crescita a causa delle carenze nutrizionali, e un bambino su 15 muore prima dei 5 anni.
Frutta e verdura, i 7 trucchi per mangiarne di più
Scritto da FIMP NEWSRoma, 28 maggio 2019 – Consumare frutta e verdura è una delle strategie migliori per mantenersi in buona salute. Tuttavia il 20% dei genitori italiani dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta o verdura. Pensate che raggiungere le 5 porzioni al giorno raccomandate dagli esperti è un’impresa ardua? Ecco alcuni semplici trucchi per riuscire ad aumentare il consumo di questi prodotti senza troppi sforzi.
1.aggiungete un frutto o una verdura in più rispetto alle vostre abitudini. Una volta che vi sarete abituati, aggiungetene un altro e così via;
2.aggiungete carote o zucchine tritate al sugo per la pasta, al polpettone o allo stufato;
3.non limitatevi alla ’solita’ frutta: al posto di una mela provate un mango, un ananas o qualche altro frutto esotico che stuzzica la vostra curiosità;
4.sbizzarritevi con succhi, frullati e frappè, aggiungete la frutta fresca allo yogurt o a un’insalata;
5.scegliete frutta e verdura anche a colazione;
6.non limitatevi ai prodotti freschi: rendete più vario il menù con verdure al forno o alla griglia;
7.se il vostro maggior problema è la pigrizia, comprate verdura già pronta all’uso.
I pediatri della FIMP: “Buon lavoro ai rinnovati vertici dell’ISS”
Scritto da FIMP NEWSRoma, 24 maggio 2019 – “Il nostro augurio di buon lavoro a Silvio Brusaferro. Non un augurio di forma, ma un sincero pensiero espresso a nome dell’intera categoria dei Pediatri di Famiglia”. Con queste parole il presidente della Federazione Italia Medici Pediatri (FIMP) Paolo Biasci ha espresso il proprio saluto alla nomina arrivata su proposta del ministro della Salute Giulia Grillo del professor Silvio Busaferro alla guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Brusaferro, già commissario e ordinario di Igiene a Udine, sarà il presidente, mentre la direzione andrà ad Andrea Piccioli, a capo degli ispettori ministeriali e uomo di punta della Programmazione Sanitaria. “Nomine di assoluto prestigio - ricorda il presidente FIMP - che, ne siamo certi, potranno offrire un grande apporto nel campo della salute pubblica. La nostra Federazione è pronta a proseguire la collaborazione scientifica con l’Istituto”.
Sei medici su 10 usano WhatsApp per comunicare con i pazienti
Scritto da FIMP NEWSRoma, 22 maggio 2019 – Mail o WhatsApp sono strumenti digitali sempre più utilizzati dai camici bianchi. E’ quanto sostiene uno studio dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano presentato ieri. Secondo la ricerca l'85% dei medici di medicina generale e l'81% dei medici specialisti utilizza la mail per inviare comunicazioni ai pazienti. WhatsApp invece è usato dal 64% dei primi e dal 57% dei secondi. Alla digitalizzazione dei medici, sottolineano gli esperti, non corrisponde ancora quella dei pazienti. Meno di un cittadino su cinque usa la mail o WhatsApp per comunicare col proprio medico, solo il 23% prenota online una visita specialistica e appena il 19% effettua il pagamento sul web. Pur limitato, l'accesso ai servizi digitali dei cittadini è aumentato significativamente nell'ultimo anno (nel 2018 l'11% prenotava online e il 7% pagava usando Internet) e nella fascia 35-44 anni registra valori elevati (45% e 27%). "Nel caso in cui i cittadini non possano rivolgersi a un medico per ricevere consigli su prevenzione e stili di vita in base a dati raccolti - afferma Emanuele Lettieri, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -, potrebbe giocare un ruolo fondamentale un coach virtuale in grado di fornire in modo proattivo, e sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, consigli su come migliorare i propri comportamenti sulla base dei parametri monitorati, come l'alimentazione e gli allenamenti".
Roma, 21 maggio 2019 – Bolzano è la città più sana del nostro Paese. E’ quanto stabilisce una ricerca de Il Sole 24 Ore che ha incrociato 12 indicatori diversi per l'"Indice della Salute". Tra i fattori analizzati ci sono l’incidenza delle malattie in un determinato territorio, la possibilità di curarle attraverso i farmaci, l'accesso alle cure e la disponibilità di personale specializzato, dall'infanzia alla vecchiaia. Oppure, la necessità di spostarsi altrove. Sul podio per miglior livello di salute si trovano Bolzano, Pescara e Nuoro. La maglia nera spetta invece a Rieti, con Alessandria e Rovigo penultima e terzultima. Tra le grandi città, Milano e Firenze sono le uniche a comparire nella top ten, che include tre province della Sardegna (Nuoro, Sassari e Cagliari) e due lombarde (oltre a Milano, Brescia). Complessivamente, aggregando le performance delle province su base regionale, i risultati migliori sono quelli delle due province del Trentino alto Adige seguite dalle sarde, lombarde e dalle venete; all’ultimo posto le province laziali, inseguite negativamente da quelle della Basilicata e della Campania. In cima alla classifica per l’incremento maggiore della speranza di vita media è la provincia di Gorizia (ben 4,6 anni in quindici anni), dove si vive in media 83,2 anni. Guardando ai singoli indicatori, dalla classifica emerge che Alessandria e Genova registrano la maggiore incidenza di mortalità per tumore, mentre Ferrara è in cima alla classifica per casi di infarto miocardico acuto assieme a Rovigo, provincia che tra l’altro risulta più penalizzata per la scarsa disponibilità di medici di medicina generale rispetto alla popolazione residente e penultima per l’incidenza di pediatri in rapporto agli under 14.
Roma, 20 maggio 2019 – Grazie ad un po’ di movimento fisico è possibile prevenire fino a 40 malattie croniche che colpiscono il corpo e la mente? L’attività fisica è infatti la migliore medicina preventiva un vero e proprio ‘farmaco’. Però per esser efficace deve seguire dei dosaggi precisi. L’età rappresenta senz’altro il primo criterio da valutare per una giusta somministrazione dell’esercizio.
Quali sono quali sono le giuste dosi di movimento per un bambino dai 5 ai 17 anni? Come prima cosa va ricordato come l’attività fisica sia fondamentale in questa età. Bisognerebbe praticarne come minimo 60 minuti al giorno, concentrandosi 3 giorni a settimana su attività intense per rafforzare muscoli e ossa (sport agonistico, ma anche una partita di calcio, basket, pallavolo, tennis). Il resto dell’attività deve essere di tipo moderato, come giocare all’aperto, andare in bicicletta o praticare un hobby dinamico
ISS: 3 italiani su dieci sostengono di non godere di buona salute
Scritto da FIMP NEWSRoma, 17 maggio 2019 – Lo stato di salute e gli stili di vita sembrano influenzati anche dai fattori socio-economici. Il 30% degli italiani sostiene di non godere di buona salute. Tra persone con difficoltà economiche, la percentuale sale al 43% e scende al 23% fra i più abbienti. Questi dati sono contenuti nel rapporto, Sorveglianza PASSI nel quadriennio 2015-2018, stilato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS)). Fra le persone socialmente vulnerabili per difficoltà economiche o bassa istruzione risulta anche maggiore la frequenza a comportamenti scorretti come l’abitudine al tabagismo, la sedentarietà, lo scarso consumo di frutta e verdura, l’obesità o condizioni di rischio cardiovascolare come il diabete o l’ipertensione. Fra le persone con molte difficoltà economiche il 34% fuma (vs 22% di chi non ha difficoltà economiche), il 46% è sedentario (vs 28%), il 9% consuma almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (five a day), come raccomandato per una corretta e sana alimentazione (vs 11%); l’8% riferisce una diagnosi di diabete (vs il 3%), il 25% una diagnosi di ipertensione (vs il 18%). Analoghe sono le differenze per istruzione: fuma il 24% delle persone con bassa istruzione (vs 19% dei laureati), il 50% è sedentario (vs 26%), il 25% obeso (vs 6%); il 9% aderisce al five a day (vs 12%), il 16% riferisce una diagnosi di diabete (vs 2%) e il 43% una diagnosi di ipertensione (vs 13%). Fra i comportamenti non salutari, unica eccezione è quella del consumo alcolico a rischio per la salute, per quantità e modalità di assunzione, che resta prerogativa delle classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche e alto livello di istruzione, residenti nel Nord e in particolare nel Nord-Est del Paese.
Malattie croniche: in Italia fra meno i pazienti saranno 25 milioni
Scritto da FIMP NEWSRoma, 16 maggio 2019 – Tra meno di un decennio, nel 2028, il numero di malati cronici in Italia salirà a oltre 25 milioni. I multi-cronici invece ammonteranno a circa 14 milioni (attualmente sono rispettivamente 24 e 12,5 milioni). Sono questi i principali dati evidenziati dal Rapporto Osservasalute, presentato ieri a Roma, che fotografa un Paese sempre più vecchio e allo stesso tempo incapace di far fronte alle esigenze. Nel 2017, gli ultra 65enni sono oltre 13,5 milioni, il 22,3% della popolazione totale. Le proiezioni dell’Istituto Nazionale di Statistica mostrano che questa fascia di popolazione, nel 2028, ammonterà al 26,0%, pari a poco più di 15,6 milioni di abitanti, mentre nel 2038 saranno oltre 18,6 milioni, il 31,1% degli italiani. Insomma, un’Italia sempre più vecchia e gravata da malattie croniche la cui gestione, infatti, incide per circa l’80% dei costi sanitari.
Fra dieci anni la patologia cronica più frequente sarà l’ipertensione, con quasi 12 milioni di persone affette nel 2028, mentre l’artrosi/artrite interesserà quasi 11 milioni di italiani. Per entrambe le patologie ci si attende oltre 1 milione di malati in più rispetto al 2017. Le persone affette da osteoporosi, invece, saranno circa 5,3 milioni, oltre 500 mila in più rispetto al 2017. Inoltre, gli italiani affetti da diabete saranno oltre 3,6 milioni, mentre i malati di cuore circa 2,7 milioni. Quanto alle diverse fasce della popolazione, nel 2028, tra la popolazione della classe di età 45-74 anni, gli ipertesi saranno 7 milioni, quelli affetti da artrosi/artrite 6 milioni, i malati di osteoporosi 2,6 milioni, i malati di diabete circa 2 milioni e i malati di cuore più di 1 milione. Inoltre, tra gli italiani ultra 75enni, 4 milioni saranno affetti da ipertensione o artrosi/artrite, 2,5 milioni da osteoporosi, 1,5 milioni da diabete e 1,3 milioni da patologie cardiache. Sempre secondo il rapporto l’aumento sensibile delle persone con problemi di salute avrà sicuramente un impatto sulla domanda di cura e assistenza, sia di natura strettamente sanitaria che socio-sanitaria.
Roma, 15 maggio 2019 – In Italia sono 8 milioni e 600 mila i consumatori di alcol a rischio, 68 mila le persone alcol-dipendenti prese in carico dai servizi di cura, 4.575 incidenti stradali causati dall'uso di alcolici. I più a rischio sono ragazzi e ragazze tra i 16 e i 17 anni e i cosiddetti 'giovani-anziani', le persone tra i 65 e i 75 anni. E’ quanto emerge dall’ultima Relazione al Parlamento trasmessa dal Ministro della Salute Giulia Grillo alle Camere. I dati sono stati elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità. La prevalenza dei consumatori a rischio è stata nel 2017 del 23,6% per gli uomini e dell'8,8% per le donne, per un totale di oltre 8.600.000 persone, 6.100.000 maschi e 2.500.000 femmine. L'analisi per classi di età mostra che la fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quella dei 16-17enni (47,0% maschi, 34,5% femmine), che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e dei 'giovani anziani' tra i 65 e i 75 anni. Circa 700.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. Nel corso del 2017 si sono verificati complessivamente 39.182 accessi in Pronto Soccorso caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all'alcol: 70% maschi e 30% femmine. I dati disponibili più recenti sui decessi totalmente attribuibili all'alcol si riferiscono al 2015, anno in cui in Italia sono stati registrati 1.240 decessi, di cui 1016 (81,9%) uomini e 224 donne (18,1%).
Obesità: sempre più diffusa per chi vive fuori dalle città
Scritto da FIMP NEWSRoma, 14 maggio 2019 – In tutto il mondo l’obesità cresce di più nelle zone non urbane che nelle città. E’ quanto evidenzia uno studio condotto presso l’Imperial College di Londra e pubblicato sulla rivista Nature. La ricerca, che ha coinvolto oltre 1000 scienziati in tutto il mondo, ha analizzato dati di peso e altezza di 112 milioni di adulti in 200 paesi dal 1985 al 2017, confrontando i trend di crescita nel tempo dell’indice di massa corporea tra coloro che vivono in aree rurali e coloro che vivono in città. È emerso che, se a livello globale in media, oggi, ogni adulto pesa 5-6 chili in più di un suo coetaneo di 33 anni fa, se si vanno però a guardare le diverse zone oltre il 50% dell’aumento di peso nel periodo di riferimento è dovuto all’aumento ponderale nelle aree rurali. In particolare, nei paesi in via di sviluppo più dell’80% dell’aumento di peso complessivo registrato negli ultimi decenni è dovuto all’aumento osservato nelle zone rurali. I risultati di questo studio grande condotto a livello globale stravolgono l’idea dominante secondo cui l’aumento dell’obesità sia dovuto allo stile di vita delle zone urbane. “L’idea che vivere in zone rurali sia un fattore protettivo per l’obesità – spiega Mariachiara Di Cesare della Middlesex University, una delle principali autrici del lavoro – non è più valida. Nelle zone rurali siamo passati dal non avere le risorse per acquistare cibo, al non avere le risorse per mangiare bene (per comprare cibo salutare). Affrontare la malnutrizione in tutte le sue forme richiede azioni integrate in cui il governo, la società civile e il settore privato devono focalizzare gli sforzi e le risorse per consentire la produzione e l’accesso ad una nutrizione sana”.
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LA FIMP: BENE IL DDL PER LA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI SCOLASTICI
Scritto da FIMP NEWSl dott. Mattia Doria: “Piccoli oggetti o pezzi di cibo possono ostruire le vie respiratorie. Bastano solo 4 minuti per arrivare alla morte cerebrale. Ci auguriamo che la legge venga approvata al più presto”
Roma, 13 maggio 2019 - “Siamo soddisfatti del nuovo Disegno di Legge per la prevenzione e il controllo degli incidenti in ambito scolastico. In particolare guardiamo con grande interesse e attenzione allo sviluppo di nuovi provvedimenti relativi al soffocamento da inalazione di corpo estraneo in riferimento ai quali il DDL prevede la formazione obbligatoria del personale scolastico. Questi incidenti rappresentano una delle principali cause di decesso da incidenti nei bambini da 0 a 3 anni. E continuano ad essere un problema rilevante fino all’inizio dell’adolescenza”. E’ quanto ha dichiarato la Federazione Italia Medici Pediatri (FIMP) durante l’audizione alla Commissione Istruzione pubblica del Senato della Repubblica. L’evento si è tenuto nei giorni scorsi e rientra nei lavori parlamentari sul Disegno di Legge n. 641 “Modifiche al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, in materia di formazione del personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola dell'infanzia”. “Piccoli oggetti o pezzi di cibo possono ostruire le vie respiratorie e bastano solo quattro minuti per arrivare alla morte cerebrale da anossia cellulare - ha sottolineato il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche della FIMP durante l’audizione a Palazzo Madama -. Questo brevissimo lasso di tempo può fare la differenza tra la vita e la morte o l’invalidità grave. E’, quindi, di fondamentale importanza che nelle scuole gli operatori siano preparati ad affrontare queste pericolose situazioni. Come rappresentati della pediatria di famiglia proponiamo di inserire, nel provvedimento, un comma che renda obbligatoria la formazione il personale scolastico anche sulle strategie di prevenzione degli episodi di inalazione. Queste nuove norme, inoltre, dovrebbero essere valide non solo per le scuola dell’infanzia ma anche per tutti gli asili nido”. “Il nostro auspicio è che il DDL concluda al più presto e in modo positivo il suo iter - ha concluso Doria -. Come Società Scientifica siamo pronti a dare il nostro contributo per elaborare nuove strategie di intervento a favore del primo soccorso agli incidenti in ambito scolastico. Infine possiamo, visto la nostra presenza capillare su tutto il territorio nazionale, integrare le attività di prevenzione con una corretta educazione sanitaria rivolte alle famiglie italiane e ai bambini”.
Tosse: compagna fastidiosa dei bambini, ecco i consigli per i genitori
Scritto da FIMP NEWSRoma, 10 maggio 2019 – La tosse è un disturbo molto frequente tra i più piccoli che vanno all’asilo e che con l’arrivo della bella stagione passano sempre più tempo all’area aperta. Nella maggior parte dei casi il sintomo è tanto fastidioso quanto innocuo, correlato ad una delle tante infezioni delle vie respiratorie che circolano in questo periodo. A volte invece è il segnale di una patologia più grave come asma, rinite allergica o bronchite. “Esistono molti tipi di tosse – spiega il dott. Renato Cutrera, responsabile dell’Unità Operativa di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma -. Quella acuta si manifesta per pochi giorni e può prolungarsi fino a due settimane. Di solito, è accompagnata da sintomi simil-influenzali ed è frequente tra i bambini che vanno all’asilo. Ne soffrono in media anche dalle 6 alle 8 volte all’anno. Un altro tipo è la persistente, che dura più di 3 settimane. Può essere la spia di una bronchite, una polmonite o una sinusite. Infine c’è la tosse cronica, più rara, della durata di 8 settimane o più, che può essere il segnale di un deficit immunitario che espone soprattutto i bambini a infezioni ripetute”. Per alleviare il fastidio, però, ecco alcuni suggerimenti per i genitori:
1. pulire le cavità nasali con soluzione fisiologica e somministrare al bambino molti liquidi, che aiutano a fluidificare il muco
2. in caso di tosse notturna, è utile tenere la testa e le spalle del bimbo rialzate su un cuscino supplementare
3. da evitare gli sbalzi improvvisi di temperatura. Un passaggio rapido dal caldo al freddo può indebolire le difese dell’organismo e favorire infezioni.
4. e’ fondamentale non fumare o portare il bambino in luoghi in cui si fuma
5. dal punto di vista farmacologico, in commercio si trovano due categorie di farmaci anti-tosse: i fluidificanti e i sedativi. I primi hanno azione emolliente e un’efficacia paragonabile a quella del miele. I sedativi, invece, possono contenere principi attivi oppioidi e, in ogni caso, andrebbero somministrati solo se prescritti dal pediatra
FIMP: "Ecco le 5 regole per un corretto lavaggio delle mani"
Scritto da FIMP NEWSSul sito www.miomiaemeo.it tutti i consigli dei pediatri di famiglia italiani
Roma, 9 maggio 2019 – “Il lavaggio corretto delle mani è il sistema più semplice per ridurre la diffusione di molte infezioni. Può così favorire la prevenzione di malattie respiratorie e gastro-intestinali e, quindi, limitare l’antibiotico resistenza”. E’ quanto ricorda la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione della Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si celebra oggi in Italia con il convegno “L’igiene delle mani: strumento per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e dell’antimicrobico-resistenza” presso il Ministero della Salute e al quale la FIMP ha dato il proprio patrocinio. “Limitare l’uso inappropriato degli antibiotici è una delle priorità della pediatria di famiglia italiana - afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP -. E’ infatti una delle principali cause dell’antibiotico resistenza, un problema di salute sempre più grave e diffuso come hanno recentemente ricordato le autorità sanitarie internazionali. Si stima che nel nostro Paese un bimbo su tre abbia assunto antibiotici nell’ultimo anno. Oltre a favorire l’appropriatezza terapeutica tra il personale medico, bisogna informare ed educare i giovanissimi e i loro genitori. Un gesto semplice, ed erroneamente considerato banale, come il lavaggio delle mani, può ad esempio rappresentare un importantissimo strumento di prevenzione”. Ecco le cinque regole della FIMP:
1- Strofinare le mani per almeno 20 secondi: il sapone va distribuito uniformemente soprattutto sul dorso delle mani, tra le dita e sotto le unghie
2- Meglio acqua corrente fredda o tiepida: le mani vanno prima bagnate e mentre vengono insaponate è preferibile chiudere il rubinetto (si evitano così inutili sprechi)
3- Cambiare spesso asciugamani o salviette: questi oggetti possono trasformarsi in nidi di germi e batteri. Meglio, quindi, sostituirli frequentemente.
4- Gli igienizzanti non sono un’alternativa: riducono il numero di germi ma non sono efficaci come il sapone. Non rimuovono altri contaminanti (come i pesticidi) e in più non sono indicati se le mani sono molto sporche o unte.
5- Non solo prima di andare a tavola: le mani vanno lavate più volte durante la giornata (per esempio dopo avere tossito o soffiato il naso, avere toccato un animale, maneggiato l’immondizia o essere entrati in contatto con persone malate).
Per favorire un uso sicuro e corretto degli antibiotici la FIMP promuove da alcuni mesi la campagna nazionale “I Consigli di Mio, Mia e Meo: Insieme per un uso corretto dell’antibiotico” che ha come protagonisti tre simpatiche mascotte. E’ strutturato in un sito web (www.miomiaemeo.it), ed ha avuto la distribuzione negli studi dei pediatri di famiglia di opuscoli e flyer, uno speciale game kit con un mini album di figurine per i bambini e sagomati da terra con i messaggi del progetto. I contenuti del progetto sono consultabili, oltre che attraverso il sito dedicato, anche attraverso l’APP MyPED per genitori disponibile sia per i sistemi Android che iOS. “Vogliamo dare consigli pratici ai genitori e bimbi - aggiunge il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale FIMP alle Attività Scientifiche -. Come prima cosa bisogna prevenire le infezioni; prevenzione che inizia con un corretto lavaggio delle mani e più in generale con la cura dell’igiene. Per quanto riguarda gli antibiotici sono senza dubbio farmaci sicuri ed efficaci: vanno però utilizzati solo in seguito ad una prescrizione medica. E devono sempre essere assunti seguendo scrupolosamente le indicazioni e le modalità di assunzione (dose e durata) fornite dal pediatria di famiglia”.
Studio: effetti limitati dei social network sulla vita degli adolescenti
Scritto da FIMP NEWSRoma, 8 maggio 2019 – Sui social i ragazzi ci trascorrono tanto tempo, eppure gli effetti sono molto più ridotti di quanto si possa pensare. Non è infatti in questi strumenti che gli adolescenti trovano la loro soddisfazione esistenziale. È quanto dimostra uno studio condotto su 12.000 teenager del Regno Unito. A influire molto di più sono la famiglia, gli amici e la carriera scolastica, afferma il team di ricerca dell'Università di Oxford, secondo cui questa nuova indagine, pubblicata sulla rivista 'Pnas', è più approfondita e robusta rispetto alle precedenti. Le evidenze scientifiche sull'influenza della tecnologia sulla salute mentale dei bambini sono state fino a oggi contraddittorie, sostengono Andrew Przybylski e Amy Orben dell'Oxford Internet Institute dell'ateneo inglese, che hanno voluto dunque approfondire una volta per tutte la questione, reclutando ragazzi fra i 10 e i 15 anni, fra il 2009 e il 2017 e domandando loro di valutare quanto tempo trascorressero usando i social media in una normale giornata e quanto fossero soddisfatti di diversi aspetti della loro vita. Osservando i risultati, la squadra ha concluso che la maggior parte il legame fra benessere e social network è "banale", rappresentando circa l'1% della soddisfazione di un adolescente, e che l'effetto dei social è comunque, sempre, "una strada non a senso unico". "Il 99,75% della soddisfazione di una persona - calcola Przybylski - non ha nulla a che fare con l'uso dei social media”.