Giovedì, 06 Febbraio 2020 10:53

RECENSIONE DEL MESE

Scritto da
Vota questo articolo
(0 Voti)

A cura di Fabrizio Fusco, pediatra di famiglia, Valdagno (Vi)

 

 

 

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

di Fuani Marino, Einaudi, 2019. 17 euro

“Svegliami a mezzanotte” racconta di una caduta, metaforica ma purtroppo anche reale. È la storia di una mamma che ha partorito da pochi mesi e che in un assolato pomeriggio d’estate decide di togliersi la vita gettandosi dal quarto piano di una palazzina ma incredibilmente sopravvive al proprio suicidio. È singolare che si possa scrivere del proprio suicidio, ma è di questo che Fuani ci parla. C’è un prima (della caduta), una adolescenza inquieta e turbolenta, una esperienza lavorativa ed un matrimonio con le loro difficoltà e soprattutto una gravidanza vissuta con crescente ansia. Ansia e depressione che sono stati ancora più evidenti dopo il parto, segnali che avrebbero dovuto essere colti e avrebbero dovuto portare ad un aiuto concreto. Ma spesso è più facile far finta di non vedere.

Il tema è scottante e ci coinvolge emotivamente come lettori, oltre che come pediatri.

Mi ha confidato Fuani, il cui libro presenterò a breve a Valdagno, “Non dimenticherò mai un pediatra che venne a visitare mia figlia non appena tornò a casa dalla TIN. Io stavo già molto male e gli parlai delle mie difficoltà, alle quali lui rispose dicendo che adesso, avendo una bambina, non potevo permettermi "il lusso" di essere depressa. Magari era una frase detta in buona fede, nella speranza che io potessi riprendermi al più presto e nel migliore dei modi, e tuttavia quanta superficialità!”

C’è un dopo (la caduta) ed è il lungo percorso di “ricostruzione, fisica (non si contano gli interventi subiti dopo il politrauma da precipitazione) ma soprattutto psichica. L’Autrice è tuttora affetta da un disturbo bipolare in cui si alternano periodi di euforia ed intensa creatività ad altri di ipomania ad altri di franca depressione, che tiene a bada grazie all’onesto aiuto di psichiatri, psicofarmaci e tanta ostinazione ed impegno. “Certi giorni è come se non mi svegliassi mai. Il letto mi risucchia…Una intera famiglia sotto scacco, in balia dei miei orari assurdi…svegliami in tempo utile. Ma l’ora che preferisco è mezzanotte”.

Fuani Marino (neologismo dalla fusione dei nomi dei suoi genitori, FUrio e ANIta), giornalista e scrittrice napoletana, scrive in maniera molto lucida e puntuale, senza alcuna autoindulgenza, anzi spesso con autoironia, questo memoir , un vero pugno allo stomaco. Il libro è anche la storia culturale di come letteratura, arte e cinema hanno raccontato il disturbo bipolare dell’umore ed il suicidio, da Anna Karenina a Madame Bovary (ci sono 4 pagine finali di densa bibliografia di riferimento).

Scrive nella prefazione Fuani Marino: “Ci sono voluti molti anni di terapia, per capire che in quel letto di ospedale ci ero finita perché qualcosa di terribile mi era accaduto, qualcosa di cui non avevo colpa e che avevo dovuto affrontare. Una volta acquisita questa consapevolezza…cominciai a pensare che raccontare la mia storia fosse allo stesso tempo un dovere e un’opportunità”.

C’è una ultima considerazione, verso la fine del libro: la malattia mentale, un po’ come avviene per altre “brutte” malattie (il cancro, l’AIDS…) spesso deve essere nascosta come qualcosa di colpevole e vergognoso. Fuani si augura che, anche grazie alla sua testimonianza, si infranga questo tabù, scompaia questo stigma, che circonda il malato mentale, un po’ come sta già succedendo per i tumori, grazie al coraggioso coming out di chi ne soffre. E noi, cerchiamo di essere attenti e non far finta di non vedere…

Letto 597 volte Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2020 10:57

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.