Mercoledì, 05 Febbraio 2020 11:58

SPRECO ALIMENTARE E DANNO AMBIENTALE

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A cura di Marco Granchi, componente del gruppo di studio dell’Area Ambiente e Salute FIMP

 

Dall’agricoltura all’allevamento, passando per la trasformazione e la preparazione fino all’imballaggio e alla distribuzione: le attività della filiera agro-alimentare sono responsabili del 25% delle emissioni globali di gas serra.

In pratica ogni pasto comporta in media l’emissione stimata di 2.5kg di CO2, per un totale del 7-8% delle emissioni totali di CO2, dovute appunto allo spreco alimentare.

Con il cibo, quindi, vengono utilizzati (e sprecati se non consumati) terra, acqua e energia che sono stati necessari alla produzione.

Basta pensare che, se lo equipariamo ad un paese, lo spreco alimentare rappresenterebbe il terzo al mondo, dopo Cina e USA, per emissioni di CO2.

All’anno in media, vengono sprecate circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, tre volte superiori alla quantità necessaria per sfamare 1 miliardo di persone attualmente considerate denutrite nel mondo.

Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la principale causa di spreco alimentare è la sovraproduzione di eccedenze; ad ogni incremento di fabbisogno, corrisponde un aumento maggiore di offerte e consumi, innescando cosi la crescita dello spreco.

Evidentemente, quindi, la sfida non è produrre “extra” per far crescere la popolazione ma smettere di sprecare ciò che abbiamo!

L’ambiente sarebbe senza dubbio uno dei principali beneficiari della riduzione dello spreco alimentare: se diminuisce la quantità di rifiuti che arriva nelle discariche e negli inceneritori, diminuiscono le emissioni di metano ed è possibile ridurre la propria anidride carbonica (carbon footprint).

Non sprecare cibo ancora commestibile significa anche risparmiare le energie e le risorse normalmente impiegate nel produrlo.

Per questo, al di la di ogni altro tipo di giusta raccomandazione, per ridurre lo spreco si dovrebbe focalizzare l’attenzione su due capisaldi che sono:

      riempire il carrello con grande attenzione e andare al supermercato solo dopo aver preparato una lista dettagliata di quello che serve

       avere una dispensa ben ordinata che consenta di mantenere una giusta conservazione dei cibi per mantenerli freschi e commestibili più a lungo.

L’ISPRA conclude che per garantire la tutela ambientale è urgente puntare su un uso responsabile del consumo del suolo e sull’inversione dell’abbandono di aree rurali riconvertendo la produzione a favore dell’Agroecologia.

Letto 917 volte Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2020 09:10

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